Per raggiungere lo scopo, i ricercatori hanno manipolato geneticamente i topi da laboratorio, introducendo un gene denominato Td-Tomato, in grado di colorare di rosso le cellule staminali se sottoposte a fluorescenza. Le femmine di topo con il gene modificato hanno cominciato ad allattare i piccoli, permettendo al gruppo di ricerca di seguire il percorso delle cellule staminali nel loro organismo. Dalle analisi è emerso che le cavie diventate adulte mostravano ancora tracce delle cellule staminali contenute nel latte materno. Le cellule sono state ritrovate sia nel cervello, dove svolgono la funzione di formazione dei neuroni, sia nel fegato per la produzione di epatociti.
Il latte materno è facilmente reperibile e gli esperti hanno trovato cellule staminali in grande quantità. Il latte materno vanta una composizione talmente difficile da replicare, da rendere tutti i suoi sostituti in polvere alla stregua di surrogati, anche a fronte di immense risorse messe in campo dall’industria di riferimento che continua a creare prodotti in grado di avvicinarsi alla formula originale senza mai raggiungerla.
Lo scambio di cellule che avviene durante l’allattamento costituisce la causa primaria che rende il latte materno un alimento non replicabile sul piano industriale e una delle ragioni in grado di validare la credenza, spesso adombrata di componenti di tipo metafisico o psicologico, in base alla quale l’allattamento cementerebbe negli anni il legame tra madre e figlio. Inoltre questa fonte di staminali permetterebbe di risolvere i problemi etici legati all’utilizzo di cellule staminali embrionali.
La Dr.ssa Foteini Hassiotou ha dichiarato: “Abbiamo effettuato ulteriori passi avanti nel campo della ricerca, dimostrando ancora una volta come il latte materno non sia solo un semplice nutrimento per il bambino. Queste staminali possono diventare cellule di tessuto osseo, cartilagineo, adipose, pancreatiche, epatiche, neuroni. È proprio questo il loro valore: stimolandole opportunamente provetta è possibile ‘trasformarle’ in cellule specializzate di diversa e svariata natura. D’altra parte ancora molte domande rimangono insolute, in particolare stiamo ancora studiando il ruolo di tali cellule nei bambini allattati al seno”. Infatti per ora gli studi si sono limitati alle sperimentazioni su modello murino, anche se non c’è motivo di credere che nell’uomo i risultati siano differenti.
Quindi un motivo in più per suggerire alle donne di allattare i loro neonati e supportarle in questa scelta!
Fonte Bibliografica Hassiotou F., Hartmann P.E. (2014). At the dawn of a new discovery: The potential of breastmilk stem cells. Advances in Nutrition
Il latte materno è facilmente reperibile e gli esperti hanno trovato cellule staminali in grande quantità. Il latte materno vanta una composizione talmente difficile da replicare, da rendere tutti i suoi sostituti in polvere alla stregua di surrogati, anche a fronte di immense risorse messe in campo dall’industria di riferimento che continua a creare prodotti in grado di avvicinarsi alla formula originale senza mai raggiungerla.
Lo scambio di cellule che avviene durante l’allattamento costituisce la causa primaria che rende il latte materno un alimento non replicabile sul piano industriale e una delle ragioni in grado di validare la credenza, spesso adombrata di componenti di tipo metafisico o psicologico, in base alla quale l’allattamento cementerebbe negli anni il legame tra madre e figlio. Inoltre questa fonte di staminali permetterebbe di risolvere i problemi etici legati all’utilizzo di cellule staminali embrionali.
La Dr.ssa Foteini Hassiotou ha dichiarato: “Abbiamo effettuato ulteriori passi avanti nel campo della ricerca, dimostrando ancora una volta come il latte materno non sia solo un semplice nutrimento per il bambino. Queste staminali possono diventare cellule di tessuto osseo, cartilagineo, adipose, pancreatiche, epatiche, neuroni. È proprio questo il loro valore: stimolandole opportunamente provetta è possibile ‘trasformarle’ in cellule specializzate di diversa e svariata natura. D’altra parte ancora molte domande rimangono insolute, in particolare stiamo ancora studiando il ruolo di tali cellule nei bambini allattati al seno”. Infatti per ora gli studi si sono limitati alle sperimentazioni su modello murino, anche se non c’è motivo di credere che nell’uomo i risultati siano differenti.
Quindi un motivo in più per suggerire alle donne di allattare i loro neonati e supportarle in questa scelta!
Fonte Bibliografica Hassiotou F., Hartmann P.E. (2014). At the dawn of a new discovery: The potential of breastmilk stem cells. Advances in Nutrition
Nessun commento:
Posta un commento