In Italia, quindi, l’ordinamento giuridico è assolutamente contrario alla maternità surrogata e condanna chiunque la «realizza, organizza o pubblicizza», ma ciò non significa che tutti rispettino le leggi e chi ha risorse economiche in abbondanza aggira la questione e corre all’estero. Prima di varcare i confini del Belpaese, però, è possibile avere un face-to-face con l’agente della surrogancy che, valigetta alla mano, spiegherà ai potenziali clienti tutti i pregi e i difetti del prodotto.
Maternità surrogata: le riunioni clandestine nella Capitale
La dinamica di questi incontri è stata documentata da una finta coppia, ricevuta come tante altre in uno di questi meeting. Teatro dell’appuntamento, la camera di un lussuoso hotel romano dove gli interessati sono fatti accomodare attorno a un tavolo imbandito di biscotti e bevande, nella stessa atmosfera di una comune riunione dimostrativa di coperte in lana merinos, con tanto di cataloghi e prezzi. In questo caso, però, l’articolo in vendita non è un completo letto o un servizio di pentole, ma un essere umano. La madre surrogata selezionata dalla lista deve solo eseguire il suo compito: partorire un bambino e consegnarlo al cliente. Come spiegato dal “dimostratore”, Mario Caballero (fondatore di Extraordinary Conceptions in California), questo è un business come tanti altri e in costante crescita: che c’è di strano?
Maternità surrogata: il ministero fa intervenire i NAS
L’articolo pubblicato dai giornalisti infiltrati ha subito allertato la ministra della Salute Lorenzin che ha inviato a Caballero altri soggetti interessati: i NAS.
Fonte http://www.maternita.it/business-maternita-surrogata-italia.html
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