Infertilità maschile: conservare gli spermatozoi prima che sia troppo tardi
Secondo alcuni ricercatori che si sono concentrati sull’allarme spermatozoi, la soluzione ideale è di congelarli a tempo debito, prima che sia troppo tardi. La proposta, avanzata da alcuni scienziati a un recente congresso sulla riproduzione umana, prevede di sottoporsi a un test in giovane età per valutare la qualità degli spermatozoi e procedere poi alla loro conservazione. Quest’idea, già al vaglio in altri Paesi, permetterebbe così di rispondere a due esigenze differenti: consentire ai giovani uomini che vorrebbero diventare genitori di poter procreare e, al contempo, risparmiare sui futuri trattamenti di fecondazione assistita, di cui probabilmente avranno bisogno, vista la continua e inarrestabile discesa della fertilità maschile. Fra l’altro il costo medio per un esame base del liquido seminale è abbastanza irrisorio (circa 10 euro) e permette di rintracciare eventuali patologie e curarle in tempo o, di procedere alla conservazione se l’esito è negativo.
Infertilità maschile: in crisi anche le banche del seme
Dai dati diffusi da alcune banche del seme, infatti, sembra proprio che questa sia la triste realtà e molti medici lamentano di dover scartare fino a nove donatori su dieci a causa della pessima qualità del seme. Proprio per questo l’unica alternativa possibile per far fronte a questo evento sembra quella di criogenizzre gli spermatozoi a 18 anni, ovvero nel periodo di maggiore vitalità. Secondo le statistiche, infatti, oggi l’età media per diventare papà si aggira intorno ai 36-37 anni, un periodo critico per il vigore delle cellule riproduttive maschili che di certo non facilita una gravidanza, sia in modo naturale che ricorrendo alla procreazione medicalmente assistita.
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