“Fin già dai primi giorni successivi al parto, il seno produce colostro, ad alto contenuto proteico e di sali minerali per poi arrivare, dopo 3-5 giorni, ad avere la montata lattea vera e propria”- spiega la Prof.ssa Irene Cetin, Professore di Ostetricia e Ginecologia presso l’Università degli Studi di Milano. “Nei primi 6 mesi la donna arriva a produrre fino a 800-1000 ml di latte al giorno e l’acqua rappresenta una grande quota di questo latte, anche perché il neonato ha una composizione corporea formata all’80% di acqua”.
Durante tutto questo periodo quindi aumentano significativamente le richieste di acqua da parte dell’organismo materno: ciò è dovuto sia all’incremento dell’irrorazione arteriosa e venosa del tessuto mammario, quindi dell’apporto sanguigno che il corpo deve fornire, con un grande dispendio energetico, sia alla produzione vera e propria di latte.
“Una corretta idratazione durante l’allattamento prevede un apporto tra i 2,5 e i 3 litri di acqua al giorno”, precisa la Prof.ssa Cetin. “Il rischio di disidratazione quindi è facile, in particolare in condizioni che possano ulteriormente aumentare le richieste, come per esempio il caldo dovuto al riscaldamento dei luoghi chiusi, la sudorazione, l’aumento della temperatura corporea che spesso accompagna i malanni tipici di questa stagione, o la pratica di attività fisica”.
L’allattamento al seno è una fonte naturale di nutrimento, di salute e di comunicazione tra madre e neonato. “Tuttavia, non tutte le mamme riescono sempre ad allattare”, spiega ancora la Prof.ssa Cetin, “quindi l’allattamento al seno deve essere favorito con una corretta alimentazione e idratazione fin dalla gravidanza: infatti le modificazioni che portano il seno a prepararsi per l’allattamento iniziano già nel primo trimestre di gravidanza e proseguono, sotto l’azione di diversi ormoni, in particolare gli estrogeni, il progesterone e la prolattina. La ghiandola mammaria inizia a prepararsi in particolare aumentando proprio il contenuto di liquidi. Inoltre, l’alimentazione durante la prima parte della gravidanza va a costituire i depositi di nutrienti che vengono poi utilizzati sia nella seconda parte della gravidanza che poi durante l’allattamento, determinando la composizione del latte”.
Per una idratazione adeguata, è consigliabile assumere acqua poco o mediamente mineralizzata, adatta in particolare per le donne che soffrono di problemi come ritenzione idrica e gonfiori e ben tollerata dall’organismo del neonato. Parallelamente va curata anche la dieta quotidiana, che deve essere varia e bilanciata: è importante assumere cibi ricchi di fibre e proteine, e si può abbondare con verdura, frutta e legumi. È bene, invece, limitare il consumo di zuccheri semplici, come lo zucchero raffinato, i dolci e le bevande zuccherate, e dare la preferenza agli zuccheri complessi, e cioè pane, pasta e riso. La fonte di grasso migliore, poi, è l’olio extravergine d’oliva: non cambia il sapore del latte e apporta al neonato i preziosi acidi grassi monoinsaturi, utili al bimbo per la struttura di tutte le cellule. Non dimentichiamo poi il ruolo degli acidi grassi essenziali omega 3 contenuti soprattutto nel pesce e importantissimi per lo sviluppo cerebrale del piccolo.
Fonte http://www.gravidanzaonline.it/news/una-corretta-idratazione-favorisce-l-allattamento-al-seno
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