Infatti, una volta incinta, potrebbe affrontare una gravidanza complicata da eventi per i quali pare non essere predisposta, derivanti quasi certamente dallo stress. Questa condizione, secondo questa ricerca, originerebbe appunto da quello stato di malessere vissuto precedentemente da una bisnonna, o da un’altra parente di generazioni fa. Lo stress in gravidanza supererebbe così le barriere del tempo, tramandandosi attraverso le generazioni ed imprimendosi nell’albero genealogico. Tra le conseguenze di questo stato vi potrebbero essere complicanze di diverso tipo per le quali la scienza non ha ancora individuato una risposta univoca e, tra esse, anche il parto pretermine: uno degli obiettivi della ricerca è stato infatti proprio cercare di spiegare le ragioni per le quali questo fenomeno avvenga in donne sane e senza fattori di rischio specifici.
Lo studio, finora sviluppato su modello murino, ha mostrato che gli effetti epigenetici derivanti dallo stress ereditato dagli avi possono influenzare le gravidanze anche dopo diverse generazioni. Una prima generazione di ratti è stata sottoposta a un forte stress nella fase terminale della gravidanza, mentre le generazioni successive sono state divise in due gruppi: uno sottoposto a stress, l’altro no. Si è scoperto così che – indipendentemente dallo stress sperimentato personalmente – le discendenti dei topi sottoposti a stress tendevano ad avere gravidanze più brevi rispetto alle altre, ovvero quelle la cui generazione precedente aveva invece vissuto la gravidanza in tranquillità. Inoltre, il dato che più ha sorpreso i ricercatori è stato che le nipoti dei topi stressati avevano avuto gravidanze più brevi, nonostante le loro stesse madri avessero vissuto una gravidanza serena.
“Abbiamo dimostrato che lo stress attraverso le generazioni diventa abbastanza potente da accorciare la lunghezza della gravidanza nei ratti e indurre un caratteristico parallelo parto pretermine” ha spiegato la Dottoressa Gerlinde Metz, una delle ricercatrici senior che hanno condotto lo studio. Sempre secondo Metz e collaboratori, tali cambiamenti sono da attribuire all’epigenetica, ovvero a fenomeni ereditari che influenzano l’espressione genetica: una sorta di “impronta” che influenza il comportamento funzionale del nostro patrimonio genetico.
A loro volta, i ricercatori ritengono che i cambiamenti epigenetici siano dovuti alla presenza di “microRNA” (molecole non codificanti di RNA), che ricoprirebbe un ruolo determinante nella regolazione dell’espressione genica. La Metz ha fatto notare che, rispetto agli studi epigenetici precedenti, “quello che non sapevamo era se i microRNA, che sono importanti biomarcatori della malattia umana, possono essere generati da esperienze ed ereditati attraverso le generazioni. Ora, abbiamo mostrato che lo stress materno può generare modifiche nel microRNA, con effetti nelle diverse generazioni”.
Ovviamente, resta ancora molto da approfondire rispetto a questi mutamenti, ma le indagini continueranno lungo questa via; infatti, con la conoscenza di questi meccanismi, è possibile prevedere e quindi anche prevenire non soltanto eventi quali i parto pretermine ma anche altri disturbi e patologie. Fonte Scientifica Primaria: Ancestral exposure to stress epigenetically programs preterm birth risk and adverse maternal and newborn outcomes
Lo studio, finora sviluppato su modello murino, ha mostrato che gli effetti epigenetici derivanti dallo stress ereditato dagli avi possono influenzare le gravidanze anche dopo diverse generazioni. Una prima generazione di ratti è stata sottoposta a un forte stress nella fase terminale della gravidanza, mentre le generazioni successive sono state divise in due gruppi: uno sottoposto a stress, l’altro no. Si è scoperto così che – indipendentemente dallo stress sperimentato personalmente – le discendenti dei topi sottoposti a stress tendevano ad avere gravidanze più brevi rispetto alle altre, ovvero quelle la cui generazione precedente aveva invece vissuto la gravidanza in tranquillità. Inoltre, il dato che più ha sorpreso i ricercatori è stato che le nipoti dei topi stressati avevano avuto gravidanze più brevi, nonostante le loro stesse madri avessero vissuto una gravidanza serena.
“Abbiamo dimostrato che lo stress attraverso le generazioni diventa abbastanza potente da accorciare la lunghezza della gravidanza nei ratti e indurre un caratteristico parallelo parto pretermine” ha spiegato la Dottoressa Gerlinde Metz, una delle ricercatrici senior che hanno condotto lo studio. Sempre secondo Metz e collaboratori, tali cambiamenti sono da attribuire all’epigenetica, ovvero a fenomeni ereditari che influenzano l’espressione genetica: una sorta di “impronta” che influenza il comportamento funzionale del nostro patrimonio genetico.
A loro volta, i ricercatori ritengono che i cambiamenti epigenetici siano dovuti alla presenza di “microRNA” (molecole non codificanti di RNA), che ricoprirebbe un ruolo determinante nella regolazione dell’espressione genica. La Metz ha fatto notare che, rispetto agli studi epigenetici precedenti, “quello che non sapevamo era se i microRNA, che sono importanti biomarcatori della malattia umana, possono essere generati da esperienze ed ereditati attraverso le generazioni. Ora, abbiamo mostrato che lo stress materno può generare modifiche nel microRNA, con effetti nelle diverse generazioni”.
Ovviamente, resta ancora molto da approfondire rispetto a questi mutamenti, ma le indagini continueranno lungo questa via; infatti, con la conoscenza di questi meccanismi, è possibile prevedere e quindi anche prevenire non soltanto eventi quali i parto pretermine ma anche altri disturbi e patologie. Fonte Scientifica Primaria: Ancestral exposure to stress epigenetically programs preterm birth risk and adverse maternal and newborn outcomes
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