sabato 4 febbraio 2017

Ovociti da staminali: «Non è vita artificiale, ma cura per l’infertilità»

        "L`assoluta novità dello studio dei colleghi di Stanford è essere riusciti a riprodurre per la prima volta su cellule umane anziché di topi un meccanismo finora poco studiabile aprendo la strada a future cure per la sterilità", spiega a Salute24 Giuseppe Testa, direttore del Laboratorio di epigenetica delle cellule staminali dell`Ieo (Istituto europeo di oncologia) presso il Campus Ifom-Ieo. L`obiettivo era stato finora inaccessibile "perché pieno di ostacoli tecnici, uno dei quali la scarsità di questo tipo di cellule germinali".
Staminalicell.jpg        I ricercatori hanno scoperto come trasformare le staminali embrionali in cellule germinali, anticamera dei gameti maschili e femminili, l`ultimo stadio prima della possibile fecondazione. "Per ovviare a un processo che in vitro può essere impreciso, il primo passo è stato selezionare le linee cellulari utili attraverso dei geni `reporter`: una proteina che emette la luce verde ha fatto da guida per individuare le cellule candidate alla differenziazione". Il secondo passo, avendo a disposizione una coltura pura di cellule, è stato promuovere la divisione in ovociti e spermatozoi. "A questo punto, è stato più semplice e veloce osservare i geni che sovrintendono al meccanismo della meiosi, la divisione delle germinali primordiali con 46 cromosomi in gameti maturi, ognuno con 23 cromosomi". Spermatozoi e ovociti a questo punto sarebbero in via ipotetica utilizzabili per la fecondazione. Per i ricercatori, tuttavia, il successo del test è dato dalla possibilità di avere accesso per la prima volta in laboratorio ai segreti delle cause dell`infertilità e dei difetti dovuti a molteplici anomalie cromosomiche.

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