La fillitropina è l’ormone follicolo-stimolante che favorisce e sostiene la crescita dei follicoli ovarici nella femmina e la spermatogenesi nel maschio. Il suo livello è indicativo per determinare o meno l’infertilità. Per produrlo, i ricercatori di Padova, coordinati dal professor Carlo Foresta (docente di endocrinologia università degli studi di Padova) in collaborazione con l’azienda ABR-Active Botanicals Research e con Riccardo Calafiore e Giovanni Luca dell’università di Perugia, hanno utilizzato la metodica del Dna ricombinante lavorando su cellule vegetali di questa pianta simile a quella del tabacco (e che abita il nostro Pianeta da circa 750mila anni), bioingegnerizzata a questo scopo. «L’ormone, prodotto attraverso questa innovativa metodologia, ha dimostrato in laboratorio una attività funzionale paragonabile a quella che si ottiene con le forme attualmente in commercio», spiegano.
«L’aspetto innovativo della ricerca – continuano i ricercatori in una nota – consiste nell’aver sviluppato cellule vegetali geneticamente modificate in grado di sintetizzare ormoni umani che, normalmente, non sarebbero state in grado di sintetizzare. La caratteristica dei farmaci sviluppati su base vegetale, rispetto a quelli prodotti per via biotecnologica in microorganismi o cellule animali, o come per la follitropina da purificazione dell’urina umana femminile, è quella di avere costi di produzione notevolmente inferiori a fronte di una eguale efficacia e maggiore sicurezza. Ci si attende quindi che questa nuova tecnologia di produzione possa avere un impatto considerevole in termini di costo, efficacia e sicurezza per il paziente».
Si spera dunque di poter avere uno strumento in più per aiutare le coppie che stanno lottando contro l’infertilità (1 su 5, e spesso si tratta di un problema maschile). Per l’OMS le cause più note dell’infertilità nell’uomo sono la riduzione del numero (sotto a 15milioni) e della motilità (meno del 40%) degli spermatozoi. «Tra i motivi di più recente scoperta c’è l’alterazione della morfologia della testa e problemi nel Dna degli spermatozoi, dovuti alla presenza di radicali liberi e a scorretti stili di vita che spesso associano il vizio del fumo, droghe e alcol insieme. Anche l’età avanzata degli uomini crea problemi», ha spiegato il professor Ermanno Greco, direttore del Centro di medicina e biologia della riproduzione, European Hospital di Roma, e presidente del Convegno sulla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), svoltosi lo scorso dicembre.
Fonte http://www.lultimaribattuta.it/61390_infertilita-pianta-fecondita
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