Non è mai troppo presto per iniziare bene. La salute di un bambino si imposta infatti molto precocemente, addirittura fin dal periodo prenatale. È proprio durante l’attesa e poi dalla nascita fino ai primi due anni di vita che si possono porre le basi per la salute futura. Sono i cosiddetti primi 1.000 giorni, fondamentali per il suo sviluppo. Le ricerche scientifiche hanno infatti dimostrato che in questo periodo della vita la nutrizione gioca un ruolo essenziale. In questi 1.000 giorni ci sono alcune tappe determinanti anche per la salute del futuro adulto: sono i mesi della gravidanza, l’allattamento e lo svezzamento.
Tra questi, lo svezzamento è uno dei momenti fondamentali: dal sesto mese il bambino è pronto a integrare il latte materno con un altro nutrimento. È in questo delicato momento che impara a conoscere nuovi gusti e sapori. Ed è in questo momento che bisogna iniziare ad impostare una corretta alimentazione.
Occorre fare attenzione alla qualità e alla varietà degli alimenti che compongono la dieta del piccolo evitando di aggiungere sale ozucchero: il bambino imparerà così a conoscere e apprezzare il gusto naturale dei cibi. E occhio alle porzioni! Piatti troppo abbondanti possono contribuire a sviluppare futuri problemi di sovrappeso e obesità. Basta rivolgersi al proprio pediatra per avere qualche consiglio su come impostare una corretta nutrizione del bambino e l’attenzione deve proseguire anche quando il bambino cresce. Non cadere infatti nell’errore, per esempio a due anni, di considerarlo già un “piccolo adulto” e offrirgli gli stessi alimenti del resto della famiglia, semplicemente in porzioni più ridotte.
Il piccolo ha infatti bisogno di una nutrizione specifica che garantisca un buon equilibrio tra macronutrienti, come ad esempio le proteine, e micronutrienti, come il ferro e il sodio. Esistono alimenti specifici per la prima infanzia, che accompagnano il bambino dallo svezzamento ai tre anni di età: sono prodotti realizzati esclusivamente per lui, che garantiscono di soddisfare le sue necessità nutrizionali nella massima sicurezza. La legislazione sugli alimenti per la prima infanzia è infatti molto più restrittiva, in termini di sicurezza delle materie prime e consente di proteggere maggiormente l’organismo del bambino dai residui di contaminanti potenzialmente presenti negli alimenti.
Grande attenzione va messa anche nello scegliere spuntini e merende, non meno importanti degli altri pasti. Soprattutto perché sono questi i momenti in cui troppo spesso si tende ad eccedere con l’uso dello zucchero. Un problema cui prestare particolare attenzione dallo svezzamento in poi è infatti il rischio di eccesso di zuccheri. Spesso i lattanti e i bambini piccoli consumano molti più zuccheri semplici, cioè zuccheri aggiunti agli alimenti, rispetto alla percentuale del 10% dell’energia totale raccomandata dall’OMS, l’ Organizzazione Mondiale per la Sanità. Zuccheri che sono presenti ad esempio negli sciroppi o nei succhi di frutta. Secondo l’OMS, una riduzione al 5% porterebbe ancora più benefici alla salute.
Queste sostanze non sono necessarie per l’organismo ma vengono aggiunte solo per aumentare il sapore dolce degli alimenti, impedendo al bambino di apprezzare i gusti autentici e naturali. Se in queste delicate età si esagera con gli zuccheri semplici, da adulti si sarà portati a preferire i sapori più dolci. Inoltre i prodotti zuccherati contengono le cosiddette “calorie vuote”. I bambini che consumano troppi zuccheri, assumono una bassa quantità di micronutrienti come calcio, zinco, riboflavina, niacina e acido folico. L’eccesso di zuccheri liberi aumenta anche il rischio di carie ai denti. Infine, gli zuccheri e soprattutto le bibite zuccherate portano a un maggior rischio di obesità infantile.
Dopo i 12 mesi le mamme sembrano essere ancora più permissive sul consumo di zuccheri semplici. Ma i giusti consigli non mancano. Il pediatra sa indicare le scelte corrette e mette in guardia da errori comuni come appunto l’abuso di sale e zucchero. Il pediatra di famiglia infatti resta il principale punto di riferimento per indirizzare la nutrizione dei bambini .
Generalmente i lattanti e i bambini piccoli consumano molti più zuccheri liberi, cioè zuccheri aggiunti agli alimenti, rispetto alla percentuale del 10% dell’energia totale raccomandata dall’OMS, l’ Organizzazione Mondiale per la Sanità. Zuccheri che sono presenti ad esempio negli sciroppi o nei succhi di frutta. Secondo l’OMS, una riduzione al 5% porterebbe ancora più benefici alla salute. Gli zuccheri liberi non sono essenziali per i lattanti e i bambini piccoli. Ricordiamo che queste sostanze vengono aggiunte solo per aumentare il sapore dolce degli alimenti. Se in queste delicate età si esagera con gli zuccheri liberi, da adulti si sarà portati a preferire i sapori più dolci. Inoltre i prodotti zuccherati contengono le cosiddette “calorie vuote”. I bambini che consumano troppi zuccheri, assumono una bassa quantità di micronutrienti come calcio, zinco, riboflavina, niacina e acido folico. L’eccesso di zuccheri liberi aumenta anche il rischio di carie ai denti. Infine, gli zuccheri e soprattutto le bibite zuccherate portano a un maggior rischio di obesità infantile.
Dopo i 12 mesi le mamme sembrano essere più permissive sul consumo di zuccheri semplici. Questa tendenza porta a “sforare” il limite raccomandato. Ma i giusti consigli non mancano. Il pediatra sa indicare le scelte corrette e mette in guardia da errori comuni come anticipare l’uso del latte vaccino prima dell’anno, e introdurre precocemente sale e zucchero. Esistono poi prodotti specifici per l’infanzia, regolamentati da legislazioni ad hoc, che garantiscono sicurezza e qualità nutrizionali. Il pediatra di famiglia resta comunque il principale punto di riferimento per indirizzare la nutrizione dei bambini.
Fonte http://www.alfemminile.com/bambini/merenda-bambini-piccoli-s1476256.html
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