Si prende cura della coppia mamma-bambino
Le settimane successive alla nascita sono un periodo denso di emozioni, ma anche faticoso per la neomamma. Complice il particolare assetto ormonale del post parto, la donna è più vulnerabile e la presenza del partner, che la fa sentire protetta e sostenuta, è importante. Questo vale anche per la gestione delle poppate: quando i dubbi possono essere tanti, la mamma ha bisogno di qualcuno che la rassicuri sulle sue potenzialità di nutrire al meglio il bebè. L’incoraggiamento del compagno, il fatto che dimostri di fidarsi delle sue competenze sono un toccasana per il morale e l’autostima. “Il ruolo di nutrire il bimbo compete alla donna, ma l’allattamento si fa in tre: è qualcosa che tocca direttamente anche il padre”, commenta Francesca Garofalo, consulente professionale in allattamento (IBCLC) a Padova. “Pensare che l’unico coinvolgimento possibile per lui sia quello di dare qualche biberon al piccolo è svilente: la figura del neopapà può contribuire in modo determinante alla riuscita dell’allattamento e, in caso di difficoltà iniziali, il suo sostegno emotivo e pratico può fare la differenza”.
Fa da filtro tra la compagna e il “mondo”
Al papà tocca anche vigilare sulla coppia mamma-bambino gestendo l’entusiasmo di parenti e amici che desiderano conoscere il nuovo arrivato, se necessario chiedendo di posticipare le visite di qualche giorno o limitandone la durata, perché la neomamma non si stanchi e possa concentrarsi sul bebè. “Quello di protezione è un ruolo tipicamente maschile, che compete da sempre al papà: la neomamma accudisce e nutre il bambino, il padre si prende cura di entrambi”, commenta Francesca Garofalo. “Il papà, inoltre, protegge la compagna da consigli non richiesti o critiche che potrebbero minare la sua fiducia in se stessa”. Quando nonne, zie o amiche mettono in dubbio la quantità di latte (“Avrai abbastanza latte?”), la sua qualità (“Sarà nutriente?”) e, in generale, la gestione delle poppate (“Ma lo attacchi ancora al seno?” e “Come mai vuol sempre poppare?”), la neomamma può lasciarsi cogliere dall’incertezza. Se poi l’allattamento stenta ad avviarsi, c’è il rischio che si scoraggi. Il papà potrà intervenire e “bloccare” commenti altrui, sottolineando che la situazione è sotto controllo. Perché possa svolgere al meglio questo ruolo, è importante però che disponga di informazioni corrette: ecco perché l’ideale sarebbe approfondire insieme il tema allattamento già in gravidanza, magari con una partecipazione attiva del papà ai corsi preparto.
Dà un prezioso aiuto pratico
Oltre al sostegno emotivo, il neopapà è colui che meglio di chiunque altro può aiutare concretamente la compagna, dandole una mano per le incombenze quotidiane (la preparazione della cena, la spesa, il bucato) e occupandosi del bebè per permetterle di riposare, farsi una doccia in tutta tranquillità, concedersi una mezz’ora di relax con un libro… Inoltre, se la mamma è l’unica che può allattare, al papà restano molti aspetti dell’accudimento: portare il piccolo fuori per una passeggiata nel marsupio o in carrozzina, cambiargli il pannolino (di giorno o di notte), fargli il bagnetto, cullarlo per farlo addormentare, coccolarlo e farlo sorridere e, poi, ridere di gusto… Dedicandosi al proprio piccolo, il papà ha modo di conoscerlo, entrare in sintonia con lui e rafforzare la loro relazione.
Fonte http://www.quimamme.it/io-e-il-mio-bambino/2014/11/06/la-mamma-allatta-e-il-papa/?cmpid=SF_Ioeilmiobambino_interna_facebook_Lamammaallattaeilpapa_undefined_undefined
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