In realtà non si tratta di un problema territoriale, dovuto all’ambiente in cui si vive, ma è una vera e propria questione anagrafica. A Milano, infatti, l’età media del primo figlio oscilla tra i 30 e i 40 anni, mentre a Napoli è inferiore ai 30. E’ un dato che determina una maggiore o minore esposizione agli agenti contaminanti dell’ambiente che entrano nell’organismo umano soprattutto attraverso il cibo e la respirazione, accumulandosi nel corso degli anni.
Questi fattori contaminanti, infatti, sono contenuti soprattutto negli alimenti costituiti da grassi, come pesce o carne, e prodotti di origine animale. Tutto ciò non vuol dire che questi cibi devono essere eliminati dalla nostra dieta, anzi il corpo va preparato per accogliere il bimbo i loro valori nutritivi sono fondamentali.
Dall’indagine emerge che il latte delle mamme giovani, ossia quelle con età compresa tra i 20 e i 30 anni, presenta livelli di contaminazione nettamente inferiori rispetto al latte delle mamme che superano i 30 anni. È l’età, dunque, la causa che determina la qualità del latte perché lo studio è stato condotto su mamme aventi più o meno lo stesso stile di vita. Più la mamma è giovane e più il latte risulterà qualitativamente migliore.
Si tratta, tuttavia, di dati che non devono assolutamente scoraggiare le mamme meno giovani e indurle a rinunciare all’allattamento al seno, perchè in ogni caso il latte materno rimane la fonte di nutrimento più preziosa per il neonato e sicuramente un’opportunità unica per stabilire un legame mamma-bambino che comincia subito dopo il parto e resterà per sempre.
Fonte http://www.dolceattesa.rcs.it/2011/11/piu-la-mamma-e-giovane-piu-il-latte-e-buono/
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