martedì 30 giugno 2020

Il papillomavirus nell’uomo può determinare (anche) infertilità

       Non soltanto condilomi o, nella peggiore delle ipotesi, alcuni tumori tra i meno frequenti: come quelli del pene, dell’ano e del cavo orale. L’infezione da papillomavirus umano (Hpv), se contratta dall’uomo, può avere ripercussioni significative anche in termini di fertilità. Un danno che può però essere circoscritto attraverso la vaccinazione, che in questo caso risulta efficace anche se effettuata «ex-post».

Il papillomavirus nell’uomo può determinare (anche) infertilità       La notizia giunge da una serie di ricerche condotte dal gruppo di Carlo Foresta, direttore dell’unità di andrologia e medicina della riproduzione dell’azienda ospedaliero-universitaria di Padova, presentate nel corso del convegno di medicina della riproduzione appena svoltosi ad Abano Terme. Gli specialisti, riportando dei dati pubblicati sulla rivista Journal of Reproductive Immunology, hanno documentato come la presenza del papillomavirus (Hpv) nel liquido seminale determini l’adesione del patogeno agli spermatozoi, riducendone il potenziale di fertilità. Partendo da questa evidenza, la ricerca è proseguita e ha determinato ulteriori risultati. Tra questi la difficoltà da parte degli spermatozoi «attaccati» dal virus di fecondare un ovocita in vitro attraverso la microiniezione intracitoplasmatica e l’elevata abortività riscontrata nei casi in cui il concepimento era andato comunque buon fine (risultati pubblicati su Fertility and Sterility). Non sembrano dunque esserci più dubbi circa il legame esistente tra la presenza del papillomavirus nel liquido seminale e la fertilità naturale. Un aspetto che ha portato Foresta ad affermare che «in tutti i casi in cui l’infertilità di coppia non può essere attribuita ad una causa ben definita e nelle coppie in cui si manifesta una poliabortività, dovrebbe essere eseguita la ricerca dell’Hpv nel liquido seminale».

       Dalla valutazione di 115 coppie senza cause apparenti di infertilità, il cui partner risultava positivo all’Hpv nel liquido seminale, è emerso che 54 hanno cercato invano di avere un figlio in maniera naturale per un anno. Il risultato è stato raggiunto soltanto nel 14,8 per cento dei casi, ma in un terzo di questi la gravidanza s’è conclusa con un aborto spontaneo. Nelle rimanenti 61 coppie, con caratteristiche generali e anagrafiche sovrapponibili, s’è riuscito ad avere un risultato migliore - 37,7 per cento di gravidanze, con un tasso di aborto pari al 4,3 per cento - sottoponendo l’uomo positivo all’infezione alla vaccinazione, prima della ricerca della gravidanza. In altre parole, tra tutte le gravidanze ottenute, nel gruppo sottoposto a vaccino è stata documentata una percentuale di nati pari al 95,6 per cento, mentre nell’altro gruppo la quota si è attestata al 62.5 per cento. Inoltre, nel gruppo senza vaccino, tutte le gravidanze a termine erano a carico di coppie in cui i partner, anche se non vaccinati, avevano eliminato spontaneamente l’infezione. Chiosa Foresta: «Questi risultati dimostrano la relazione tra infezione da papillomavirus umano nel liquido seminale, infertilità e poliabortività per causa maschile. Si deduce inoltre che l’induzione della difesa immunitaria contro il papillomavirus, indotta dal vaccino, rappresenta un trattamento utile per una più rapida eliminazione dell’infezione e per il ripristino della fertilità senza conseguenze abortive».

Fonte https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/oncologia/il-papillomavirus-nelluomo-puo-determinare-anche-infertilita

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