I virus non hanno rispetto. Possono attaccare chiunque, a prescindere dalla sua età e dallo stato in cui si trova. Questo è vero soprattutto per il coronavirus Sars2-CoV-2019, che, essendo un virus nuovo, può contagiare ovviamente anche le donne in gravidanza o quelle che stanno allattando. Come comportarsi in queste circostanze?
Sull’argomento ecco i consigli dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e della Società Italiana di Neonatologia (SIN), che andrebbero seguite da tutte le donne in dolce attesa o che hanno appena partorito.
Prima di tutto l’igiene
Per chi è in gravidanza, come del resto per gli altri, non esiste la possibilità di prevenire l’infezione con un vaccino che potrebbero essere disponibile, nella migliore delle ipotesi, non prima di un anno.
Per le donne in gravidanza, poi, non esistono nemmeno le informazioni utili per capire se il corpo è più o meno suscettibile all’infezione: quindi non resta altro che affidarsi alle regole generali di prevenzione. E nemmeno si sa se possa esistere la trasmissione verticale, ovvero il possibile contagio da parte della madre al feto.
Al momento, sui pochi casi disponibili nella letteratura scientifica, il virus non è comunque stato individuato nel liquido amniotico entro cui “galleggia” il futuro bebè e nemmeno nel sangue del cordone ombelicale.
È fondamentale l’igiene delle mani ripetuta più volte nella giornata e particolarmente accurata, che deve essere richiesta anche ai contatti stretti come il compagno/marito e agli altri membri della famiglia.
Ovviamente è da evitare completamente ogni possibile contatto con persone malate o anche solamente sospettate di aver contratto l’infezione (ecco le 10 regole del Ministero della Salute).
Sul fronte delle modalità del parto, come segnala sempre l’ISS, al momento non ci sono indicazioni specifiche perché si debba procedere sempre e comunque al taglio cesareo. La scelta va quindi fatta sempre caso per caso in accordo con il proprio ginecologo. È importante però che in ospedale esista una particolare attenzione in caso di sospetta o conclamata infezione per la mamma e per il neonato. Anche per loro, come per gli altri occorre prevedere l’isolamento se necessario.
Attenzione durante l’allattamento
La Società Italiana di Neonatologia ha predisposto e diffuso a tutti i Neonatologi il documento “Allattamento e Infezione da SARS-CoV-2”, con l’obiettivo di offrire delle indicazioni condivise, per prevenire ed affrontare possibili casi di contagio madre-neonato.
“Ci troviamo dinanzi ad una situazione complessa e delicata: da un lato evidenze scientifiche e casistiche ancora limitate, dall’altro la volontà di tutelare la relazione mamma–neonato e l’allattamento al seno, coniugandola con un corretto approccio igienico-sanitario” – spiega l Presidente della SIN Fabio Mosca.
“Non è ancora chiaro quale sia la frequenza di un’eventuale trasmissione perinatale dell’infezione da SARS-CoV-2. L’impatto sulla salute potrebbe dipendere più dalla gravità dell’infezione materna e da concomitanti patologie ostetriche, piuttosto che dall’infezione da SARS-CoV-2 in sé. Un’eventuale infezione neonatale da SARS-CoV-2 potrebbe essere il risultato di una trasmissione acquisita per via respiratoria dalla madre nel post partum piuttosto che per via transplacentare o tramite l’allattamento materno”.
Prosegue Fabio Mosca: “Sulla base degli ancora limitati dati disponibili in letteratura, l’infezione postnatale da SARS-CoV-2 sembrerebbe non essere grave o risultare addirittura asintomatica rispetto a quanto avviene nelle età successive”.
Per quanto riguarda i consigli pratici per la mamma che allatta, ancora una volta viene in soccorso il documento dell’Istituto Superiore di Sanità. Oltre a ricordare alla mamma le misure d’igiene sopracitate, il consiglio nel caso in cui la madre stia facendo gli accertamenti diagnostici o sia affetta da COVID-19 (la malattia causata dal virus), se le sue condizioni cliniche lo consentono e lei lo desidera, è di continuare l’allattamento direttamente al seno o con latte materno spremuto.
Va detto infatti che il virus responsabile della COVID-19 non è stato rilevato finora nel latte materno raccolto dopo la prima poppata (colostro) delle donne affette; in almeno un caso sono stati invece rilevati anticorpi (quindi potenzialmente protettivi per il bebè) anti SARS-CoV-2.
Fonte https://dilei.it/salute/video/coronavirus-sars2-cov-2019-cosa-fare-se-si-e-in-gravidanza-o-si-allatta/691901/
Sull’argomento ecco i consigli dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e della Società Italiana di Neonatologia (SIN), che andrebbero seguite da tutte le donne in dolce attesa o che hanno appena partorito.
Prima di tutto l’igiene
Per chi è in gravidanza, come del resto per gli altri, non esiste la possibilità di prevenire l’infezione con un vaccino che potrebbero essere disponibile, nella migliore delle ipotesi, non prima di un anno.
Per le donne in gravidanza, poi, non esistono nemmeno le informazioni utili per capire se il corpo è più o meno suscettibile all’infezione: quindi non resta altro che affidarsi alle regole generali di prevenzione. E nemmeno si sa se possa esistere la trasmissione verticale, ovvero il possibile contagio da parte della madre al feto.
Al momento, sui pochi casi disponibili nella letteratura scientifica, il virus non è comunque stato individuato nel liquido amniotico entro cui “galleggia” il futuro bebè e nemmeno nel sangue del cordone ombelicale.
È fondamentale l’igiene delle mani ripetuta più volte nella giornata e particolarmente accurata, che deve essere richiesta anche ai contatti stretti come il compagno/marito e agli altri membri della famiglia.
Ovviamente è da evitare completamente ogni possibile contatto con persone malate o anche solamente sospettate di aver contratto l’infezione (ecco le 10 regole del Ministero della Salute).
Sul fronte delle modalità del parto, come segnala sempre l’ISS, al momento non ci sono indicazioni specifiche perché si debba procedere sempre e comunque al taglio cesareo. La scelta va quindi fatta sempre caso per caso in accordo con il proprio ginecologo. È importante però che in ospedale esista una particolare attenzione in caso di sospetta o conclamata infezione per la mamma e per il neonato. Anche per loro, come per gli altri occorre prevedere l’isolamento se necessario.
Attenzione durante l’allattamento
La Società Italiana di Neonatologia ha predisposto e diffuso a tutti i Neonatologi il documento “Allattamento e Infezione da SARS-CoV-2”, con l’obiettivo di offrire delle indicazioni condivise, per prevenire ed affrontare possibili casi di contagio madre-neonato.
“Ci troviamo dinanzi ad una situazione complessa e delicata: da un lato evidenze scientifiche e casistiche ancora limitate, dall’altro la volontà di tutelare la relazione mamma–neonato e l’allattamento al seno, coniugandola con un corretto approccio igienico-sanitario” – spiega l Presidente della SIN Fabio Mosca.
“Non è ancora chiaro quale sia la frequenza di un’eventuale trasmissione perinatale dell’infezione da SARS-CoV-2. L’impatto sulla salute potrebbe dipendere più dalla gravità dell’infezione materna e da concomitanti patologie ostetriche, piuttosto che dall’infezione da SARS-CoV-2 in sé. Un’eventuale infezione neonatale da SARS-CoV-2 potrebbe essere il risultato di una trasmissione acquisita per via respiratoria dalla madre nel post partum piuttosto che per via transplacentare o tramite l’allattamento materno”.
Prosegue Fabio Mosca: “Sulla base degli ancora limitati dati disponibili in letteratura, l’infezione postnatale da SARS-CoV-2 sembrerebbe non essere grave o risultare addirittura asintomatica rispetto a quanto avviene nelle età successive”.
Per quanto riguarda i consigli pratici per la mamma che allatta, ancora una volta viene in soccorso il documento dell’Istituto Superiore di Sanità. Oltre a ricordare alla mamma le misure d’igiene sopracitate, il consiglio nel caso in cui la madre stia facendo gli accertamenti diagnostici o sia affetta da COVID-19 (la malattia causata dal virus), se le sue condizioni cliniche lo consentono e lei lo desidera, è di continuare l’allattamento direttamente al seno o con latte materno spremuto.
Va detto infatti che il virus responsabile della COVID-19 non è stato rilevato finora nel latte materno raccolto dopo la prima poppata (colostro) delle donne affette; in almeno un caso sono stati invece rilevati anticorpi (quindi potenzialmente protettivi per il bebè) anti SARS-CoV-2.
Fonte https://dilei.it/salute/video/coronavirus-sars2-cov-2019-cosa-fare-se-si-e-in-gravidanza-o-si-allatta/691901/
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