Per infertiità di coppia si intende il mancato concepimento dopo 12 mesi di rapporti sessuali mirati e non protetti e dopo 6 mesi in casi di età della donna superiore ai 38 anni. È un problema sempre più crescente, anche alla luce della realtà di fatto che le donne tendono sempre più a posticipare l’età della loro gravidanza. È importante infatti ricordare che oltre i 35 anni il potenziale riproduttivo femminile tende a diminuire in maniera significativa. C’è, tuttavia, anche un ulteriore fattore su cui riflettere e cioè l’aumento dei casi di infertilità maschile che oggi si attesta intorno al 40%.
Il ricorso immediato alla PMA
Quello dell’infertilità di coppia è un problema legato anche agli stili e alle abitudini di vita, circostanza che incide sugli equilibri riproduttivi della coppia. Molto spesso d’altro canto, si assiste al ricorso in maniera sbrigativa e semplicistica a tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) ma è importante sottolineare e sapere che una buona percentuale dei casi di infertilità potrebbe essere risolta con opportuni interventi terapeutici medici o chirurgici senza il ricorso immediato alla PMA.
D’altra parte non va dimenticato che la legislazione in materia prevede nell’approccio alla coppia infertile percorsi di gradualità diagnostica e terapeutica.
Infertilità di coppia: le fasi dell'iter diagnostico
L’iter diagnostico della coppia infertile deve prevedere indagini snelle e mirate da racchiudere in poco tempo sia per ridurre l’ansia che spesso attanaglia la coppia sia perché il fattore tempo gioca un ruolo negativo sulle probabilità di successo. Al di là di una mirata anamnesi riproduttiva e generale della coppia, si inizierà con l’indagare il partner maschile che dovrà eseguire un esame del liquido seminale secondo criteri standard e solo successivamente si passerà ad indagare la donna prevedendo preliminarmente l’esame obiettivo ginecologico e l’esecuzione di una ecografia pelvica; si procederà quindi allo studio della pervietà tubarica e della cavità uterina con indagini strumentali a basso grado di invasività quali la sonoisterosalpingografia e la isteroscopia e al monitoraggio ecografico della ovulazione, necessario solo in donne con ritmo mestruale anomalo, atteso che cicli mestruali regolari (26-32 gg.) depongono nel 95% dei casi per ovulazione presente.
La sintesi di questi dati nella maggior parte dei casi consentirà conclusioni diagnostiche in grado di indirizzare verso idonei provvedimenti terapeutici con l’obiettivo di prendere in esame il ricorso alle tecniche di PMA come ultimo step fatto salvo nei casi d’età della donna > 38 anni o di infertilità datata da lungo tempo (più di 5 anni).
Fonte https://www.paginemediche.it/benessere/sesso-e-sessualita/infertilita-di-coppia-quali-esami-fare
Il ricorso immediato alla PMA
Quello dell’infertilità di coppia è un problema legato anche agli stili e alle abitudini di vita, circostanza che incide sugli equilibri riproduttivi della coppia. Molto spesso d’altro canto, si assiste al ricorso in maniera sbrigativa e semplicistica a tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) ma è importante sottolineare e sapere che una buona percentuale dei casi di infertilità potrebbe essere risolta con opportuni interventi terapeutici medici o chirurgici senza il ricorso immediato alla PMA.
D’altra parte non va dimenticato che la legislazione in materia prevede nell’approccio alla coppia infertile percorsi di gradualità diagnostica e terapeutica.
Infertilità di coppia: le fasi dell'iter diagnostico
L’iter diagnostico della coppia infertile deve prevedere indagini snelle e mirate da racchiudere in poco tempo sia per ridurre l’ansia che spesso attanaglia la coppia sia perché il fattore tempo gioca un ruolo negativo sulle probabilità di successo. Al di là di una mirata anamnesi riproduttiva e generale della coppia, si inizierà con l’indagare il partner maschile che dovrà eseguire un esame del liquido seminale secondo criteri standard e solo successivamente si passerà ad indagare la donna prevedendo preliminarmente l’esame obiettivo ginecologico e l’esecuzione di una ecografia pelvica; si procederà quindi allo studio della pervietà tubarica e della cavità uterina con indagini strumentali a basso grado di invasività quali la sonoisterosalpingografia e la isteroscopia e al monitoraggio ecografico della ovulazione, necessario solo in donne con ritmo mestruale anomalo, atteso che cicli mestruali regolari (26-32 gg.) depongono nel 95% dei casi per ovulazione presente.
La sintesi di questi dati nella maggior parte dei casi consentirà conclusioni diagnostiche in grado di indirizzare verso idonei provvedimenti terapeutici con l’obiettivo di prendere in esame il ricorso alle tecniche di PMA come ultimo step fatto salvo nei casi d’età della donna > 38 anni o di infertilità datata da lungo tempo (più di 5 anni).
Fonte https://www.paginemediche.it/benessere/sesso-e-sessualita/infertilita-di-coppia-quali-esami-fare
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