Sempre più si parla dell’importanza della cura delle strutture del pavimento pelvico, un vero e proprio apparato di sostegno degli organi pelvici.
Il perineo infatti, grazie all’interazione di muscoli, legamenti e tessuto adiposo, permette il normale posizionamento di utero, retto, vescica e vagina.
È inoltre fondamentale per garantire la continenza fecale e urinaria ed ha un ruolo chiave nei rapporti sessuali.
Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento dell’incidenza delle disfunzioni del pavimento pelvico, che impattano negativamente sulla qualità di vita di molte donne, rendendo questi disturbi un vero e proprio problema sociale.
La disfunzione perineale più comune è l’incontinenza urinaria, che colpisce circa il 16% delle donne tra i 16 e 30 anni, e se si considera la fascia di età dai 20 ai 70 anni la percentuale sale al 69% (comprendendo anche le disfunzioni temporanee).
Seguono la ritenzione urinaria, il prolasso, le incontinenze fecali, le disfunzioni sessuali e il dolore pelvico cronico. In poche sono consapevoli di poter curare questi disturbi, e spesso il sentimento che accomuna le donne affette, è la rassegnazione a vivere una vita costantemente influenzata dalle perdite urinarie o dal dolore.
Il fattore di rischio principale dei disturbi del pavimento pelvico è l’evento ostetrico, dunque gravidanza e parto sono alcuni dei fattori che potrebbero concorrere in una disfunzione perineale.
A questi si aggiungono il sovrappeso, lo stile di vita, la cultura, i cambiamenti ormonali.
Mentre nel dopo parto, influiscono negativamente sulle strutture perineali:
Il perineo infatti, grazie all’interazione di muscoli, legamenti e tessuto adiposo, permette il normale posizionamento di utero, retto, vescica e vagina.
È inoltre fondamentale per garantire la continenza fecale e urinaria ed ha un ruolo chiave nei rapporti sessuali.
Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento dell’incidenza delle disfunzioni del pavimento pelvico, che impattano negativamente sulla qualità di vita di molte donne, rendendo questi disturbi un vero e proprio problema sociale.
La disfunzione perineale più comune è l’incontinenza urinaria, che colpisce circa il 16% delle donne tra i 16 e 30 anni, e se si considera la fascia di età dai 20 ai 70 anni la percentuale sale al 69% (comprendendo anche le disfunzioni temporanee).
Seguono la ritenzione urinaria, il prolasso, le incontinenze fecali, le disfunzioni sessuali e il dolore pelvico cronico. In poche sono consapevoli di poter curare questi disturbi, e spesso il sentimento che accomuna le donne affette, è la rassegnazione a vivere una vita costantemente influenzata dalle perdite urinarie o dal dolore.
Il fattore di rischio principale dei disturbi del pavimento pelvico è l’evento ostetrico, dunque gravidanza e parto sono alcuni dei fattori che potrebbero concorrere in una disfunzione perineale.
A questi si aggiungono il sovrappeso, lo stile di vita, la cultura, i cambiamenti ormonali.
Mentre nel dopo parto, influiscono negativamente sulle strutture perineali:
- l’inadeguata riparazione delle lacerazioni;
- una rapida ripresa dell’attività fisica, che porta a sollecitazioni intense di un perineo in “guarigione”;
- la ginnastica addominale precoce, non preceduta da un’adeguata ripresa perineale;
- disturbi del transito intestinale;
- la ripresa immediata nell’immediato postpartum della posizione ortostatica, incrementando le sollecitazioni alla struttura pelvica.
È dunque evidente che dopo il parto, è di fondamentale importanza prendersi cura del proprio perineo allo scopo di ridurre il rischio di disfunzioni del pavimento pelvico, migliorando la tonicità e l’elasticità muscolare.
Ricordiamo che la prevenzione è la strategia migliore, e pertanto si consiglia di iniziare a svolgere esercizi perineali specifici ed effettuare il massaggio del perineo già durante la gravidanza.
La riabilitazione perineale passa attraverso un lavoro corporeo graduale, che prende in considerazione la respirazione, la mobilizzazione del bacino, la percezione fisica del pavimento pelvico ed esercizi di tonificazione muscolare specifici. Tutti gli esercizi possono essere svolti in posizione sdraiata, seduta, accovacciata o in piedi; è però importante ricordare che devono essere svolti secondo difficoltà crescente, passando dagli esercizi più semplici a quelli che richiedono maggiore consapevolezza in maniera graduale.
La riabilitazione può essere svolta in sedute individuali o di gruppo, e deve essere guidata da personale competente appositamente formato per questo tipo di lavoro, così da poter garantire una ripresa corretta del tono muscolare e un approccio individualizzato.
In caso di disfunzioni del pavimento pelvico è opportuno rivolgersi al medico curante e all’ostetrica che effettueranno una valutazione clinica dettagliata e programmeranno un percorso riabilitativo personalizzato, sulla base delle esigenze individuali.
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