La malattia trombo embolica o trombosi venosa profonda (TVP) è lo sviluppo di formazioni trombotiche nel distretto venoso profondo (frequentemente a carico di un arto inferiore o in gravidanza più spesso a livello iliaco-femorale). In gravidanza aumenta lo stato di “coagulabilità” che probabilmente dal punto di vista evolutivo si è sviluppato perché ha l’obiettivo di proteggere la donna dall’emorragia durante il parto. A questo si aggiunge la stasi venosa per compressione dell’utero gravido e il danno endoteliale al parto.
Rischio di tromboembolismo venoso in gravidanza
Il rischio di tromboembolismo venoso (TEV) nella donna gravida è di 4-5 fino a 10 volte superiore rispetto al di fuori della gravidanza e può determinare un aumento oltre della mortalità anche della morbilità acuta e cronica associata alla sindrome post-trombotica e successivamente sequele che vanno dall’edema alle ulcere cutanee fino alla ricorrenza di TEV.
Fattori, score e valutazione del rischio
Il rischio TEV è associato alla gravidanza in donne con età > 35 anni, giustificato anche dalla contemporanea presenza di altri fattori di rischio tra le quali l’ipertensione, le malattie cardiovascolari, l’obesità e il maggior ricorso al taglio cesareo.
A questi si aggiungono le patologie della gravidanza legate alla placenta, come la preeclampsia, il distacco di placenta e l’aborto.
Screening per la trombofilia
Indipendentemente dal rischio è sempre opportuno incoraggiare la gravida al movimento e alla regolare idratazione durante la gravidanza, il travaglio e il puerperio, perché l’immobilità e la disidratazione comportano un aumento del rischio di TEV.
Ancora prima della gravidanza o nelle prime settimane della gravidanza ogni donna dovrebbe essere sottoposta a un'attenta valutazione dei fattori di rischio per TEV attraverso un'accurata anamnesi personale, ostetrica/ginecologica e famigliare al fine definire l’opportunità di approfondimenti diagnostici e la necessità di misure di prevenzione.
Lo screening per la trombofilia è suggerito:
Nelle donne asintomatiche:
Nelle donne sintomatiche:
Rischio di tromboembolismo venoso in gravidanza
Il rischio di tromboembolismo venoso (TEV) nella donna gravida è di 4-5 fino a 10 volte superiore rispetto al di fuori della gravidanza e può determinare un aumento oltre della mortalità anche della morbilità acuta e cronica associata alla sindrome post-trombotica e successivamente sequele che vanno dall’edema alle ulcere cutanee fino alla ricorrenza di TEV.
Fattori, score e valutazione del rischio
Il rischio TEV è associato alla gravidanza in donne con età > 35 anni, giustificato anche dalla contemporanea presenza di altri fattori di rischio tra le quali l’ipertensione, le malattie cardiovascolari, l’obesità e il maggior ricorso al taglio cesareo.
A questi si aggiungono le patologie della gravidanza legate alla placenta, come la preeclampsia, il distacco di placenta e l’aborto.
Screening per la trombofilia
Indipendentemente dal rischio è sempre opportuno incoraggiare la gravida al movimento e alla regolare idratazione durante la gravidanza, il travaglio e il puerperio, perché l’immobilità e la disidratazione comportano un aumento del rischio di TEV.
Ancora prima della gravidanza o nelle prime settimane della gravidanza ogni donna dovrebbe essere sottoposta a un'attenta valutazione dei fattori di rischio per TEV attraverso un'accurata anamnesi personale, ostetrica/ginecologica e famigliare al fine definire l’opportunità di approfondimenti diagnostici e la necessità di misure di prevenzione.
Lo screening per la trombofilia è suggerito:
Nelle donne asintomatiche:
- Con storia familiare di tromboembolismo venoso
- Con storia familiare di trombofilia ereditaria
Nelle donne sintomatiche:
- Con pregresso TEV
- Con aborti ricorrenti o pregressa MEF
- Con pregressa pre eclampsia, HELLP syndrome, abruptio placentae, IUGR
Fonte https://www.nurse24.it/ostetrica/gravidanza/malattia-trombo-embolica-gravidanza-puerperio.html
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