Un fattore in grado di influire in maniera negativa sulla fertilità, sia femminile sia maschile e un elemento di rischio per il feto durante la gravidanza. Il fumo rappresenta uno dei principali nemici sia della fertilità sia della gestazione. Per questa ragione, è opportuno per le coppie che progettano di avere un bambino smettere di fumare prima di un’eventuale gravidanza. Secondo i dati del Ministero della Salute in Italia i fumatori sono quasi 11,3 milioni, una percentuale pari al 22% della popolazione. La ripartizione è quasi equa fra uomini (6,2 milioni) e donne (5,1 milioni). Il consumo medio giornaliero oscilla fra 10 e 14 sigarette. Secondo recenti statistiche quasi metà della popolazione femminile è fumatrice e di questa percentuale il 38% fuma quotidianamente. Durante la gravidanza il 14% delle future mamme non smette di fumare, una percentuale che si abbassa leggermente all’11% durante l’allattamento.
Oltre ai problemi per il feto, il fumo comporta una riduzione della fertilità della coppia e può comportare un ritardo nella gravidanza di oltre un anno. Questo fattore, inoltre, ha un effetto negativo anche sul successo di eventuali trattamenti di fecondazione assistita.
I rischi del fumo sulla fertilità femminile
Secondo il Registro Nazionale della Procreazione Medicalmente assistita le fumatrici sono in generale meno fertili, hanno una minore possibilità di concepire per ciclo rispetto a chi non fuma e impiegano in media un anno in più a restare incinte. I componenti tossici del fumo si accumulano nei tessuti dell’apparato riproduttivo ed in particolare la nicotina ed il benzopirene (noto cancerogeno assorbito attraverso le sigarette) si depositano nel liquido follicolare e nelle cellule dell’ovaio causando uno stress ossidativo che è un danno al DNA delle cellule coinvolte. La conseguenza diretta consiste in una riduzione della qualità dei follicoli ovarici e in un maggiore rischio di riduzione avanzata della riserva ovarica. Un recente studio del Ministero della Salute ha evidenziato come il fumo, da questo punto di vista, possa essere correlato a circa il 13% dei casi di infertilità femminile.
I rischi del fumo sulla fertilità maschile
La prassi di non fumare prima della gravidanza non dovrebbe coinvolgere soltanto le donne, ma anche gli uomini. Svariati studi, infatti, hanno comprovato come le sigarette abbiano un effetto negativo anche sulla fertilità maschile. La funzionalità dell’apparato riproduttivo maschile, infatti, può subire importanti alterazioni in seguito all’esposizione alle sostanze chimiche contenute nelle sigarette, che sono in grado di superare la barriera emato-testicolare. In particolare, è stato evidenziato come il fumo possa determinare delle alterazioni del volume dell’eiaculato, della concentrazione, della motilità e della morfologia nemaspermica. La combustione del tabacco, infatti, genera composti chimici in grado di danneggiare il DNA spermatico. Il rapporto fra sigarette fumate e produzione di spermatozoi è inversamente proporzionale: maggiore è il numero delle “bionde”, minore sarà il numero di spermatozoi prodotti. Secondo recenti stime nei fumatori accaniti il calo degli spermatozoi è pari al 22%. La decisione di non fumare prima della gravidanza, da questo punto di vista, può comportare un miglioramento sia dell’integrità seminale, sia contrastare un’altra problematica come la disfunzione erettile direttamente collegata con il tabagismo.
I benefici per il feto da uno stop alle sigarette della futura mamma
La decisione di smettere di fumare prima della gravidanza comporta benefici positivi non soltanto per la fertilità femminile e maschile, ma anche per il futuro bambino. Molti studi concordano sul fatto che il fumo durante la gravidanza possa aumentare il rischio di parto prematuro e di gravidanza extrauterina. Inoltre, la nicotina e le altre sostanze chimiche contenute nelle sigarette dai polmoni materni raggiungono il flusso sanguigno della mamma e da qui possono arrivare al feto attraverso la placenta e il cordone ombelicale. Questo determina una riduzione dell’apporto di ossigeno al bambino, che può avere un effetto di rallentamento della crescita. Una ricerca della Southampton University ha evidenziato come la decisione di smettere di fumare prima della gravidanza possa comportare un abbattimento di questi rischi, soprattutto quello di parto prematuro. Questi rischi riguardano anche il fumo passivo: una ricerca ha dimostrato come una non fumatrice esposta al fumo passivo ha un rischio più alto del 61% di andare incontro ad una gravidanza ectopica rispetto a donne che non sono esposte neanche in maniera indiretta al fumo.
I vantaggi sul feto di uno stop al fumo del futuro papà
Anche la decisione di non fumare prima della gravidanza da parte dell’uomo può avere effetti benefici sul feto. Un recentissimo studio condotto dall’Univesità di Bratford ha evidenziato come esista una correlazione fra i danni del DNA nello sperma dei fumatori e i danni al DNA dei loro figli. La ricerca ha evidenziato come i padri che nel periodo del concepimento non avevano abbandonato le sigarette avevano maggiori possibilità di trasmettere ai futuri figli determinate patologie. Secondo i ricercatori, infatti, le sostanze contenute nella nicotina hanno un effetto mutageno sulle cellule germinali umane, che può essere trasmesso al feto attraverso il genoma spematozoico. Altri studi hanno messo in evidenza la correlazione fra vizio del fumo paterno e rischio di difetto cardiaco congenito nel nascituro.
L’incidenza negativa del fumo sui trattamenti di fecondazione assistita
Il fumo può comportare anche un impatto negativo su un trattamento di fecondazione assistita. Il tabagismo, infatti, può determinare una scarsa risposta alla stimolazione ormonale. Il rischio conseguente, quindi, è quello di recuperare una quantità di ovociti minori rispetto a quelli che vengono recuperati in una donna che non ha mai fumato o ha deciso di smettere in precedenza.
Oltre ai problemi per il feto, il fumo comporta una riduzione della fertilità della coppia e può comportare un ritardo nella gravidanza di oltre un anno. Questo fattore, inoltre, ha un effetto negativo anche sul successo di eventuali trattamenti di fecondazione assistita.
I rischi del fumo sulla fertilità femminile
Secondo il Registro Nazionale della Procreazione Medicalmente assistita le fumatrici sono in generale meno fertili, hanno una minore possibilità di concepire per ciclo rispetto a chi non fuma e impiegano in media un anno in più a restare incinte. I componenti tossici del fumo si accumulano nei tessuti dell’apparato riproduttivo ed in particolare la nicotina ed il benzopirene (noto cancerogeno assorbito attraverso le sigarette) si depositano nel liquido follicolare e nelle cellule dell’ovaio causando uno stress ossidativo che è un danno al DNA delle cellule coinvolte. La conseguenza diretta consiste in una riduzione della qualità dei follicoli ovarici e in un maggiore rischio di riduzione avanzata della riserva ovarica. Un recente studio del Ministero della Salute ha evidenziato come il fumo, da questo punto di vista, possa essere correlato a circa il 13% dei casi di infertilità femminile.
I rischi del fumo sulla fertilità maschile
La prassi di non fumare prima della gravidanza non dovrebbe coinvolgere soltanto le donne, ma anche gli uomini. Svariati studi, infatti, hanno comprovato come le sigarette abbiano un effetto negativo anche sulla fertilità maschile. La funzionalità dell’apparato riproduttivo maschile, infatti, può subire importanti alterazioni in seguito all’esposizione alle sostanze chimiche contenute nelle sigarette, che sono in grado di superare la barriera emato-testicolare. In particolare, è stato evidenziato come il fumo possa determinare delle alterazioni del volume dell’eiaculato, della concentrazione, della motilità e della morfologia nemaspermica. La combustione del tabacco, infatti, genera composti chimici in grado di danneggiare il DNA spermatico. Il rapporto fra sigarette fumate e produzione di spermatozoi è inversamente proporzionale: maggiore è il numero delle “bionde”, minore sarà il numero di spermatozoi prodotti. Secondo recenti stime nei fumatori accaniti il calo degli spermatozoi è pari al 22%. La decisione di non fumare prima della gravidanza, da questo punto di vista, può comportare un miglioramento sia dell’integrità seminale, sia contrastare un’altra problematica come la disfunzione erettile direttamente collegata con il tabagismo.
I benefici per il feto da uno stop alle sigarette della futura mamma
La decisione di smettere di fumare prima della gravidanza comporta benefici positivi non soltanto per la fertilità femminile e maschile, ma anche per il futuro bambino. Molti studi concordano sul fatto che il fumo durante la gravidanza possa aumentare il rischio di parto prematuro e di gravidanza extrauterina. Inoltre, la nicotina e le altre sostanze chimiche contenute nelle sigarette dai polmoni materni raggiungono il flusso sanguigno della mamma e da qui possono arrivare al feto attraverso la placenta e il cordone ombelicale. Questo determina una riduzione dell’apporto di ossigeno al bambino, che può avere un effetto di rallentamento della crescita. Una ricerca della Southampton University ha evidenziato come la decisione di smettere di fumare prima della gravidanza possa comportare un abbattimento di questi rischi, soprattutto quello di parto prematuro. Questi rischi riguardano anche il fumo passivo: una ricerca ha dimostrato come una non fumatrice esposta al fumo passivo ha un rischio più alto del 61% di andare incontro ad una gravidanza ectopica rispetto a donne che non sono esposte neanche in maniera indiretta al fumo.
I vantaggi sul feto di uno stop al fumo del futuro papà
Anche la decisione di non fumare prima della gravidanza da parte dell’uomo può avere effetti benefici sul feto. Un recentissimo studio condotto dall’Univesità di Bratford ha evidenziato come esista una correlazione fra i danni del DNA nello sperma dei fumatori e i danni al DNA dei loro figli. La ricerca ha evidenziato come i padri che nel periodo del concepimento non avevano abbandonato le sigarette avevano maggiori possibilità di trasmettere ai futuri figli determinate patologie. Secondo i ricercatori, infatti, le sostanze contenute nella nicotina hanno un effetto mutageno sulle cellule germinali umane, che può essere trasmesso al feto attraverso il genoma spematozoico. Altri studi hanno messo in evidenza la correlazione fra vizio del fumo paterno e rischio di difetto cardiaco congenito nel nascituro.
L’incidenza negativa del fumo sui trattamenti di fecondazione assistita
Il fumo può comportare anche un impatto negativo su un trattamento di fecondazione assistita. Il tabagismo, infatti, può determinare una scarsa risposta alla stimolazione ormonale. Il rischio conseguente, quindi, è quello di recuperare una quantità di ovociti minori rispetto a quelli che vengono recuperati in una donna che non ha mai fumato o ha deciso di smettere in precedenza.
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