domenica 23 febbraio 2020

"L'eterologa è un gesto d'amore che non va nascosto ai propri figli. L'infertilità non è una colpa"

Картинки по запросу ""L'eterologa è un gesto d'amore che non va nascosto ai propri figli. L'infertilità non è una colpa""       “Uno si immagina che avere un figlio sia una cosa del tutto naturale e scontata, invece non sempre lo è. Nel 2014 volevamo un bambino, ma passavano i mesi e il test di gravidanza era sempre negativo. Abbiamo fatto degli accertamenti e la diagnosi è arrivata tanto rapida quanto inaspettata: azoospermia. Zero spermatozoi”: con queste parole Enrico racconta il viaggio che lo ha portato, insieme alla moglie Verena, ad intraprendere la strada dell’eterologa e a diventare padre di due bambini, oggi di uno e tre anni. Per abbattere i tabù legati all’infertilità, i due hanno dato vita al blog “Diario di una vita sincerologa”: “La sincerità ci ha salvati - spiegano ad HuffPost -. Parlare apertamente di infertilità ci ha fatto sentire meno soli. Ecco perché vogliamo dire tutta la verità ai nostri bambini, fin da piccoli. C’è ancora chi nasconde ai propri figli di essere stati concepiti tramite eterologa. Noi vogliamo che i nostri bambini crescano sapendo che un gesto d’amore li ha portati fin qui”.

       Metabolizzare una diagnosi di infertilità non è facile, ma tenersi tutto dentro non è d’aiuto: “All’inizio quando abbiamo avuto la diagnosi lo abbiamo tenuto per noi, lo abbiamo condiviso solo in famiglia - affermano -. Dopo qualche mese lo abbiamo detto anche ai nostri amici: riflettendo, abbiamo capito che non c’era nulla di cui vergognarsi. Non dover mentire a tutti i costi è stato liberatorio, così come non dover indossare una maschera. Abbiamo trovato tanta comprensione e tanto conforto ed è per questo che cerchiamo di non smettere di trattare l’argomento: il nostro obiettivo non è solo quello di sdoganare l’idea di infertilità, ma anche quello di dare supporto a tutte quelle persone - donne, ma anche uomini - che si trovano in queste situazioni”.

       Di supporto, Enrico e Verena, hanno avuto bisogno: “Volevamo un bambino e psicologicamente ci pesava aspettare. Ci pesava l’incertezza, non sapere quali fossero gli step da fare”, racconta lei. Dopo la “botta” iniziale, però, i due hanno scelto di percorrere la strada dell’eterologa, in una clinica privata in Svizzera, con donatore non anonimo: “Per noi è fondamentale che i nostri figli, compiuti 18 anni, possano decidere se risalire o meno alle proprie ‘origini’. Se vorranno, potranno chiedere le generalità del donatore, nome e cognome, data di nascita etc.”.

       Un percorso, quello dell’eterologa, non privo di difficoltà, anche se la prima figlia è arrivata al secondo tentativo. Mantenersi positivi e aperti è stato per loro importantissimo: “Una cosa che abbiamo imparato nel nostro ‘viaggio’ è che non c’è bisogno di vergognarsi perché non sono poche le persone che soffrono di infertilità. Tendiamo a nasconderci da amici e colleghi, invece aprirsi è liberatorio. E ha anche un effetto positivo sugli altri: li invita a farsi avanti con le loro storie, nel caso in cui anch’essi stiano avendo gli stessi problemi. E’ come prendere coscienza e dire: ‘Ah ok, vedo tante famiglie in giro, ma non è detto che tutti siano riusciti ad avere un figlio naturalmente e facilmente’”.

       Verena ed Enrico dicono di non aver mai dovuto sopportare - fortunatamente - frasi inopportune come “ma voi quando lo fate un figlio?”: decine di coppie che vivono con il sogno di avere un bambino devono, invece, far fronte ogni giorno a scomode intrusioni nella propria intimità da parte di estranei. “Piuttosto quello che è stato difficile sopportare - spiega Enrico - è stato vedere tante famiglie in vacanza d’estate, nel posto turistico in cui viviamo. Uno si immagina che avere un figlio sia una cosa del tutto naturale e scontata. Non nascondo che provavamo un po’ di invidia”. I due, però, sono riusciti a superare i momenti difficili rimanendo uniti e facendosi forza a vicenda: “Mi sentivo in colpa quando mia moglie doveva sottoporsi alle terapie, d’altronde ero io il ‘problema’ per cui la nostra famiglia non poteva avere figli. Avrebbe potuto lasciarmi e trovare un’alternativa, invece non è andata così. Ci siamo sempre compresi e spronati ad andare avanti”. “Quando si ha un bambino bisogna volerlo in due - aggiunge - Allo stesso modo una coppia alle prese con un problema di infertilità deve decidere di comune accordo di sottoporsi alle cure per avere un figlio. Non può mai essere uno dei due che trascina l’altro, ma qualsiasi scelta deve essere presa insieme, altrimenti, a lungo andare, l’equilibrio rischia di rompersi”.

       Bisogna rimanere uniti anche per far fronte alle spese: ”‘Quanto costa avere un figlio con l’eterologa?’, è una delle domande che ci pongono più frequentemente - spiega Verena -. Non ce la sentiamo di dire una cifra precisa perché il costo varia in base a una moltitudine di fattori, ma possiamo dire che di certo abbiamo fatto moltissimi sacrifici. Servono soldi per le medicine, per spostarsi. Noi poi abbiamo scelto di rivolgerci ad un centro privato per accorciare i tempi, altrimenti nel pubblico avremmo dovuto metterci in coda nella lista d’attesa. Calcolando i tempi, avremmo dovuto attendere più di un anno prima di partire”.

Картинки по запросу ""L'eterologa è un gesto d'amore che non va nascosto ai propri figli. L'infertilità non è una colpa""       Turni extra di lavoro, viaggi in treno fino a Lugano, trattamenti e cure hanno portato i due, alla fine, a realizzare il sogno di avere tra le braccia i bimbi. Un giorno racconteranno anche a loro di questa avventura, senza tacere nulla: “Tanti hanno ancora paura del giudizio dei figli e per questo non dicono loro la verità, ovvero che uno o entrambi i genitori non hanno lo stesso dna - spiega Enrico -. Il bambino non vede somiglianze, percepisce qualcosa, ma non riceve alcuna spiegazione da mamma e papà perché la coppia ha deciso di rendere l’argomento tabù. Noi invece crediamo che la sincerità sul percorso che si è intrapreso, anche con i più piccoli, vada sempre perseguita. E’ impensabile che un ragazzo possa scoprire da solo che la mamma e il papà non sono geneticamente tali, senza che nessuno gli abbia detto nulla”. Enrico ricorda di essere cresciuto senza un padre e di averlo conosciuto solo all’età di vent’anni, dopo averlo espressamente richiesto: “Il fatto di non avere ricordi, di non avere foto di lui mi ha porto parecchi dubbi nel corso del mio sviluppo, come se la mia identità non fosse completamente formata. Vogliamo evitare che i nostri figli si sentano così ed ecco perché abbiamo scelto un donatore non anonimo: un giorno saranno i nostri ragazzi a decidere cosa fare, se conoscerlo o meno”.

       Ma come spiegare ai propri figli la scelta dell’eterologa? I due non hanno dubbi: “Parlandone, fin da subito - spiega Verena -. I nostri già sanno che sono stati per tanto tempo nel nostro cuore e che li abbiamo attesi molto. Abbiamo comprato loro un libro che racconta la storia di bambini nati da donatore. Secondo noi, pur piccolissimi, assimilano e comprendono che anche quella può essere normalità. E che il nostro non è stato nient’altro che un gesto d’amore”.


Fonte https://www.huffingtonpost.it/entry/leterologa-e-un-gesto-damore-che-non-va-nascosto-ai-propri-figli-linfertilita-non-e-una-colpa_it_5e304582c5b6ce51a4ebf1c1

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