Il risparmio sarebbe legato alla riduzione dell’incidenza di patologie infantili ed alla riduzione dell’incidenza del tumore al seno nelle madri. Entrambe queste patologie sono infatti state correlate da numerose ricerche mediche alla ridotta pratica di allattamento al seno, che comporta una minore ingestione di latte materno da parte dei neonati ed una minore attivazione fisiologica del tessuto mammario materno. La carenza di latte materno è direttamente correlata all’insorgenza di alcune delle principali patologie della popolazione infantile come le infezioni gastrointestinali e del tratto respiratorio inferiore, le otiti medie infantili e l’enterocolite necrotizzante dei neonati prematuri.
Lo studio è partito da queste considerazioni scientifiche e ne ha tratto le dirette conseguenze economiche. In Inghilterra secondo i dati raccolti nel periodo 2009-2010 il costo per la gestione delle quattro patologie infantili descritte sopra è di 89 milioni di sterline. Il costo sostenuto dal servizio sanitario per la gestione del tumore al seno nelle donne madri invece si aggira intorno ai 960 milioni di sterline. I ricercatori hanno rigorosamente esaminato i dati raccolti per capire quanti di questi soldi potrebbero essere risparmiati prolungando il periodo di allattamento naturale. Spingendo ad esempio le donne che allattano una sola settimana a prolungare il periodo di almeno quattro mesi si potrebbero risparmiare almeno 11 milioni di sterline all’anno grazie alla riduzione diretta dell’incidenza di tre delle patologie infantili elencate sopra.
Raddoppiando il numero di madri che allattano al seno per un periodo compreso tra i 7 ed i 18 mesi si ridurrebbe l’incidenza del tumore al seno e le spese per le cure oncologiche, con un risparmio di 31 milioni di sterline. Oltre all’enorme risparmio economico si deve inoltre tenere conto del significativo miglioramento della salute e della qualità di vita delle persone coinvolte. I ricercatori enfatizzano che per raggiungere questo ammontare di risparmio non ci sarebbe bisogno di convincere un numero maggiore di donne ad allattare al seno. Basterebbe convincere quelle che già lo fanno ad aumentare la durata dell’allattamento. Questo significa supportare attivamente le madri rendendo maggiormente accessibili servizi di alta qualità. In molte delle nazioni più economicamente sviluppate, come l’Inghilterra, la percentuale di allattamento al seno è ancora molto bassa.
Le statistiche rivelano però che l’80% delle donne che smettono di allattare nelle prime settimane dopo il parto avrebbero voluto continuare più a lungo. C’è dunque una forte motivazione economica per investire in servizi e programmi sanitari utili in questo senso. E’ auspicabile che studi di questo tipo spingano in futuro i governi ad una maggiore attenzione al problema Il fatto che la maggior parte dei risparmi sui costi sanitari sono quasi immediati, perché generati dal miglioramento delle condizioni di salute dei bambini nel loro primo anno di vita, garantirebbe un rapidissimo ritorno economico. I dati sono sorprendenti e indicano chiaramente la necessità di maggiori servizi di supporto per l’allattamento naturale.
Fonte Boosting length of breastfeeding could save NHS more than £40 million every year
Lo studio è partito da queste considerazioni scientifiche e ne ha tratto le dirette conseguenze economiche. In Inghilterra secondo i dati raccolti nel periodo 2009-2010 il costo per la gestione delle quattro patologie infantili descritte sopra è di 89 milioni di sterline. Il costo sostenuto dal servizio sanitario per la gestione del tumore al seno nelle donne madri invece si aggira intorno ai 960 milioni di sterline. I ricercatori hanno rigorosamente esaminato i dati raccolti per capire quanti di questi soldi potrebbero essere risparmiati prolungando il periodo di allattamento naturale. Spingendo ad esempio le donne che allattano una sola settimana a prolungare il periodo di almeno quattro mesi si potrebbero risparmiare almeno 11 milioni di sterline all’anno grazie alla riduzione diretta dell’incidenza di tre delle patologie infantili elencate sopra.
Raddoppiando il numero di madri che allattano al seno per un periodo compreso tra i 7 ed i 18 mesi si ridurrebbe l’incidenza del tumore al seno e le spese per le cure oncologiche, con un risparmio di 31 milioni di sterline. Oltre all’enorme risparmio economico si deve inoltre tenere conto del significativo miglioramento della salute e della qualità di vita delle persone coinvolte. I ricercatori enfatizzano che per raggiungere questo ammontare di risparmio non ci sarebbe bisogno di convincere un numero maggiore di donne ad allattare al seno. Basterebbe convincere quelle che già lo fanno ad aumentare la durata dell’allattamento. Questo significa supportare attivamente le madri rendendo maggiormente accessibili servizi di alta qualità. In molte delle nazioni più economicamente sviluppate, come l’Inghilterra, la percentuale di allattamento al seno è ancora molto bassa.
Le statistiche rivelano però che l’80% delle donne che smettono di allattare nelle prime settimane dopo il parto avrebbero voluto continuare più a lungo. C’è dunque una forte motivazione economica per investire in servizi e programmi sanitari utili in questo senso. E’ auspicabile che studi di questo tipo spingano in futuro i governi ad una maggiore attenzione al problema Il fatto che la maggior parte dei risparmi sui costi sanitari sono quasi immediati, perché generati dal miglioramento delle condizioni di salute dei bambini nel loro primo anno di vita, garantirebbe un rapidissimo ritorno economico. I dati sono sorprendenti e indicano chiaramente la necessità di maggiori servizi di supporto per l’allattamento naturale.
Fonte Boosting length of breastfeeding could save NHS more than £40 million every year
Nessun commento:
Posta un commento