"Morirai dal dolore!"
Sfatiamo questo mito. Siamo donne e sopportiamo anche il dolore fisico più grande, altrimenti la popolazione sarebbe dimezzata da un bel pezzo e nessuna di noi avrebbe il coraggio di affrontare gravidanze successive dopo la prima!
Non possiamo negare che il parto sia doloroso ma si tratta di un dolore tollerabile e che, come dicono in tanti, dopo il parto, non si sa come, dimenticheremo.
Se la paura è veramente troppa, valutiamo la possibilità di sottoporci ad anestesia epidurale o partecipiamo a qualche corso di preparazione al parto (yoga, training autogeno, canto carnatico) che ci aiuti nel momento in cui il dolore prenderà il sopravvento.
"Se hai perso il tappo mucoso, sei in travaglio"
Attenzione a questa affermazione, perchè se priva di altri segnali, rischiate di correre in ospedale parecchio tempo prima che si scateni il vero e proprio travaglio, caratterizzato dalle contrazioni regolari che indicano come il collo dell'utero si sta raccorciando e dilatando, per permettere la fuoriscita del bebè durante il parto.
Il tappo mucoso è un materiale gelatinoso spesso striato di sangue che chiude il collo dell'utero e viene espulso quando l'utero inizia a dilatarsi, può verificarsi da poche ore prima dell'inizio del travaglio fino a una settimana.
"Se hai fatto un cesareo, devi fare un altro cesareo!"
Anche questa affermazione rappresenta una leggenda metropolitana. Infatti ogni parto è a se, diverso da tutti gli altri, e non si può sapere se avverrà tramite taglio cesareo come il precedente o per via naturale, a meno che non vi siano fattori che ci costringono ad andare sotto i ferri come ad esempio:
- conformazione del bacino troppo stretta
- placenta previa
- sofferenza fetale
- posizione podalica
- parto gemellare
- infezioni materne o diabete gestazionale
- interventi chirurgici pregressi che hanno lasciato cicatrici importanti sull'utero
- In tutte le altre situazioni, se è passato almeno un lasso di tempo di 24 mesi non ci saranno controindicazioni per provare il parto VBAC.
"Il secondo parto sarà più veloce e meno doloroso!"
Ahimè, qui porto anche la mia esperienza assolutamente a conferma che si tratta di un mito. Partendo dal presupposto che ogni parto è differente dagli altri, sono tanti i fattori che influenzano l'andanmento e la durata del travaglio e del parto.
Se è vero che il corpo dovrebbe sbrigare più velocemente la fase di appianamento e dilatazione, che dopo il primo parto vanno a braccetto, è anche vero che durata e dolore dipendono anche dal bambino: peso, grandezza, posizione, cordone che rende difficoltosa l'uscita.
"Non hai rotto le acque, non sei in travaglio!"
Non tutte le donne perdono le acque come segnale di travaglio. Spesso le membrane vengono scollate in sala parto, favorendo la fuoriscita delle acque e permettendo la nascita, poichè capita che anche a travaglio avviato, con contrazioni regolari e dolorose che preannunciano l'imminente nascita, le membrane siano integre.
Così il ginecologo o l'ostetrica, soprattutto quando il travaglio si sta dilungando troppo e si rischia la sofferenza fetale, decidono di intervenire meccanicamente con una pratica chiamata amnioressi che accellera il travaglio. Diverso è se le membrane si rompono prima del travaglio,poichè in quel caso si dovrà correre comunque in ospedale per evitare infezioni.
"In sala parto ti rasano e ti fanno il clistere"
Questo detto è vero solo in parte, poichè se prima erano procedure di routine ora non si usano più, nel rispetto della futura mamma, a meno che non siano veramente indispensabili.
Di norma si invita la mamma a svuotare spontaneamente l'intestino, mentre la tricotomia viene effettuata solo se si deve praticare l'episiotomia.
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