I dati parlano chiaro: nel mondo, i bambini che vengono al mondo in anticipo sono sempre più numerosi. I fattori sono tanti: un po’ l’età della mamma, oggi più avanzata rispetto a una volta e legata a un maggior numero di complicanze come diabete, ipertensione e gestosi che possono indurre un parto pre-termine. Il ricorso alla procreazione assistita, soprattutto nel caso di gravidanze gemellari è uno d ei fattori rischio. Ci sono ovviamente prematuri e prematuri: non sono considerati tali i bambini che nascono solo qualche giorno prima del compimento della 40ma settimana, iniziano a essere considerati immaturi i bambini che vengono al mondo alla 36ma settimana, mentre prima di tale data sono detti prematuri.
Le cure per i bimbi prematuri Anche i gradi di prematurità sono diversi tra di loro: ci sono piccoli, oggi, che nascono a 32 – 30 e addirittura a 28 settimane e nonostante la grave prematurità riescono a vivere. Qualcuno sopravvive anche a 23-25 settimane. Un risultato impensabile fino a pochi decenni fa, grazie all’assistenza medica perinatale che riesce ad affrontare le emergenze sanitarie alle quali questi piccoli sono soggetti già nei primi mesi di vita. I bambini molto prematuri sono costantemente soggetti a infezioni, il loro sistema di difesa dell’organismo non è ancora pronto. Il cuore e il cervello sono delicatissimi, tanto è vero che spesso si verificano arresti cardiaci ed emorragie cerebrali che però riescono ad essere affrontati con successo grazie alle tecniche di chirurgia e rianimazione. I polmoni, soprattutto, sono spesso assolutamente impreparati a sfidare il mondo: per questa ragione il bambino viene sottoposto, in culla termica, all’inalazione di surfattante, una sostanza che li fa maturare prima. È diverso il rapporto anche che si crea tra neonato prematuro e genitori: mentre il piccolo è in culla termica i genitori possono parlargli, accarezzarlo e lo possono tenere a stretto contatto: pelle contro pelle, proprio come i marsupiali, per stimolare lo sviluppo sensoriale attraverso il contatto fisico.
Aumento periodo congedo post-parto Oltre all’assistenza in ospedale, è essenziale permettere ai genitori di poter stare il più possibile vicino al bimbo prematuro, che ha bisogno di una vicinanza maggiore con i genitori rispetto ai bambini nati a termine. L’INPS ha recepito il decreto legislativo del Jobs Act, prolungando il periodo di astensione obbligatoria per le mamme di nati pretermine in caso di parto fortemente prematuro, cioè almeno due mesi prima della data presunta del parto. Ovvero: ai 5 mesi del congedo di maternità si aggiungono i giorni che intercorrono tra la data effettiva del parto e l’inizio dei due mesi ante partum. È un passo avanti, ma per chi si occupa di congedo parentale per genitori di prematuri è necessario andare oltre: aggiungendo al periodo di congedo obbligatorio i giorni di degenza in terapia intensiva in ospedale per tutti i nati pretermine.
Giorgia Andretti
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