Dal ginecologo ogni mese e tre ecografie nel corso della gravidanza, magari anche un test genetico o di screening per scoprire se il bambino è sano: quello che nel mondo occidentale sembra essere il minimo sindacale, altrove, nei paesi emergenti, è un obiettivo ancora lontano dall’essere raggiunto. L’Organizzazione Mondiale della Sanità si sta però impegnando in tal senso.
Otto visite e una ecografia Garantire otto visite ed una ecografia ad ogni gestante è l’obiettivo che si pone infatti L’OMS per tutelare la salute di circa 300mila mamme e 5 milioni di bimbi: lo stesso numero di donne e piccoli che, nel 2015, hanno perso la vita a causa della mancanza di cure legate alla mancanza di possibilità nelle zone in cui vivevano. Secondo le vecchie linee guida le visite dovevano essere almeno quattro nei nove mesi ma, evidentemente, questo numero si è rivelato insufficiente, visti i numerosi decessi materni e infantili, la metà dei quali si è verificata nelle ultime settimane di gravidanza, l’altra metà entro il primo mese di vita, per malattie e complicanze legate a disturbi di salute. Sarebbe quindi importante una prima visita a 12 settimane, per spiegare alle donne quali supplementi alimentari assumere – acido folico, ferro, vitamina B12 per esempio – per supplire a eventuali carenze nutrizionali legate a una dieta insufficiente. Altre visite si dovrebbero fissare poi a 20, 26, 30, 34, 36, 38 e 40 settimane di gravidanza. Entro le 24 settimane andrebbe effettuata un’ecografia per individuare eventuali anomalie fetali e, dove possibile, intervenire.
Che cosa succede in occidente L’obiettivo da raggiungere in molti parti del mondo da noi è già routine o per lo meno dovrebbe esserlo, pur con le differenze che ci sono anche tra i vari strati sociali e anche da persona a persona. In Italia, per esempio, solitamente si suggeriscono otto visite ginecologiche, proprio come indicato dall’OMS, anche se la prima si pone attorno alla 10° settimana, per essere sicuri che l’embrione si sia insediato bene. Sono suggerite anche tre ecografie: la prima si effettua assieme alla prima visita, quindi la morfologica della 20-22° settimana circa utile per individuare eventuali anomalie al cuore, al cervello, agli organi che in questa fase sono già abbastanza sviluppati. Infine si esegue l’ultima, attorno alla 32° settimana, per verificare le condizioni del liquido amniotico e la posizione del bambino nell’utero. Può servire un’ultima eventuale ecografia, attorno alla 14-15° settimana, solo se la donna decide di utilizzare un test di screening non invasivo, per scoprire varie malattie. Non dovrebbero servire altre ecografie, anzi gli esperti suggeriscono di non farle perché sostanzialmente inutili, anche se non dannose, perché l’ecografia utilizza gli innocui ultrasuoni.
Le visite e gli esami del sangue
Non occorre chiedere al ginecologo di effettuare ecografie più frequenti, a meno che lo specialista non abbia qualche dubbio o desideri tenere maggiormente sotto controllo la situazione. Un problema, piuttosto, potrebbe esserci nei tempi di attesa, spesso sono di diversi mesi. Per questa ragione si consiglia alle gestanti di non aspettare troppo, ma di fissarle in accordo con il ginecologo curante non appena si scopre di essere in attesa. Così anche se è necessario attendere un paio di mesi o più si può essere certe di farle nei tempi giusti. Durante le visite il ginecologo controlla che tutto stia andando per il meglio, facendo domande alla gestante su eventuali disturbi o sintomi, la pesa, misura la pressione, controlla il seno e ovviamente effettua la visita interna. Ogni mese, poi, si eseguono gli esami del sangue e delle urine per controllare diversi valori, per tenere sotto controllo la glicemia e la presenza di proteine nelle urine stesse. Una buona collaborazione tra la donna e ginecologo di riferimento assicura il normale andamento della gravidanza e protegge il bambino in arrivo.
Non occorre chiedere al ginecologo di effettuare ecografie più frequenti, a meno che lo specialista non abbia qualche dubbio o desideri tenere maggiormente sotto controllo la situazione. Un problema, piuttosto, potrebbe esserci nei tempi di attesa, spesso sono di diversi mesi. Per questa ragione si consiglia alle gestanti di non aspettare troppo, ma di fissarle in accordo con il ginecologo curante non appena si scopre di essere in attesa. Così anche se è necessario attendere un paio di mesi o più si può essere certe di farle nei tempi giusti. Durante le visite il ginecologo controlla che tutto stia andando per il meglio, facendo domande alla gestante su eventuali disturbi o sintomi, la pesa, misura la pressione, controlla il seno e ovviamente effettua la visita interna. Ogni mese, poi, si eseguono gli esami del sangue e delle urine per controllare diversi valori, per tenere sotto controllo la glicemia e la presenza di proteine nelle urine stesse. Una buona collaborazione tra la donna e ginecologo di riferimento assicura il normale andamento della gravidanza e protegge il bambino in arrivo.
Lina Rossi
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