Lo studio sulla fecondazione assistita di Unimore
I risultati della ricerca sono molto importanti ed esaustivi: pubblicati sulla rivista scientifica Human Reproduction, gli esiti della ricerca fecondazione assistita dimostrano la possibile presenza di una correlazione tra le stimolazioni ovariche della gestante e le caratteristiche del neonato.
Secondo i dati della ricerca fecondazione assistita, il 9% delle gravidanze ha termine prima della 37° settimana e solo l’1.6% termina prima della 32 ° settimana: i dati studiati su un campione di 65.000 neonati, hanno inoltre dimostrato che il 9% dei neonati alla nascita aveva un peso minore di 2.500 gr e l’1.7% meno di 1.500 gr. Per condurre l’interessante studio sulla fecondazione assistita, i ricercatori hanno sfruttato il registro inglese sulla procreazione assistita (il cosiddetto Human Fertilisation and Embryology Authority). Grazie alle informazioni contenute nel database, è stato possibile determinare la correlazione tra le stimolazioni ovariche delle gestanti e il rischio di nascita pretermine e/o basso peso neonatale.
Le complicanze e le caratteristiche del neonato sono quindi correlate ad un insieme di fattori, tra cui ovviamente l’età della madre, la causa dell’infertilità e la gravidanza multipla.
I risultati della ricerca hanno anche dimostrato che una risposta ovarica eccessiva può condurre alle caratteristiche sopracitate, ovvero rischio di nascita pretermine e basso peso alla nascita. Pertanto, secondo quanto è stato sottolineato dagli autori dello studio, una risposta eccessiva alla stimolazione ovarica può essere causa di risultati negativi, principalmente per quel che riguarda le donne con ovaie ricche di follicoli ovarici, in cui si verifica un aumento di dimensioni degli stessi e quindi il recupero di molti ovociti.
Fonte http://www.fecondazioneeterologaitalia.it/ricerca-fecondazione-assistita-attenzione-agli-ormoni/
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