L'utero retroflesso, definito anche retroverso o retroversoflesso, non è una malattia, ma una differente posizione dell'utero femminile, che è girato all'indietro piuttosto che essere girato in avanti e quindi altro non è che una diversa conformazione della normale anatomia pelvica femminile. L'utero retroverso può essere girato più verso destra o più verso sinistra: si parla di un disturbo del quale soffre un quarto delle donne.
L'utero retroflesso può essere provocato per cause genetiche: ci sono donne che nascono già con l'utero retroverso, rivolto all'indietro. Anche il parto può provocare la retroflessione dell'utero, dal momento che durante la gravidanza possono perdere la loro tensione: in questi casi, spesso, dopo il parto l'utero ritorna in posizione normale o rimane leggermente in retroversione. Anche le aderenze da cicatrici provocate da endometriosi o da fibromi.
I sintomi dell'utero retroflesso sono dolori mestruali, mal di schiena, feci sottili, stitichezza, soprattutto prima o durante il ciclo, odore disgustoso per il ciclo, difficoltà a rimanere incinta, cisti ovariche, endometriosi, dolore alle ovaie durante l'ovulazione. Per poter curare l'utero retroflesso, si deve innanzitutto individuare la causa che ha provocato la retroflessione, per poterla trattare al meglio. Se non ci sono endometriosi o fibromi, durante l'esame pelvico l'utero può essere riposizionato, anche attraverso alcuni esercizi. Esiste anche un dispositivo che si può applicare temporaneamente o in maniera definitiva per poter lasciare l'utero nella sua naturale posizione: si chiama pessario, però può provocare infezioni e infiammazioni e la donna può provare dolore e fastidio durante i rapporti sessuali.
Esistono, infine, tecniche di chirurgia laparoscopica poco invasive, mentre nei casi gravi, ma solo nei casi gravi, si può intervenire con la rimozione chirurgica dell'utero.
Fonte http://www.bebeblog.it/post/77941/i-sintomi-dellutero-retroflesso-le-cause-e-le-cure
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