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Un recente studio, condotto da alcuni ricercatori vietnamiti della Hue e della Thai Nguyen University ed ora pubblicato sulla rivista “ Reproductive Medicine and Biology”, ha cercato di valutare in modo mirato e preciso il rapporto tra la qualità del liquido seminale, indagata attraverso un’analisi di routine dello sperma, e l'integrità dello spermatozoo con un test di frammentazione del suo DNA.
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A questo punto sono stati rivalutati tutti i parametri e le caratteristiche fisico-chimiche del loro liquido seminale confrontando il tutto con l’indice di frammentazione del DNA dei loro spermatozoi (DFI), stimato dalla soglia di dispersione della loro cromatina (SCD); erano considerati nella norma i gameti maschili che avevano un DFI inferiore al 30%, patologico se uguale o superiore a questa percentuale.
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Ancora un DFI patologico era associato ad un consumo non corretto, da parte degli uomini studiati, di fumo di sigaretta e di alcool.
Con questo studio non si è giunti comunque a stabilire in modo definitivo la reale utilità dell’esecuzione di un test di frammentazione del DNA degli spermatozoi in una coppia infertile, ma potrebbe essere un’indicazione diagnostica da proporre nelle dispermie e nelle infertilità di coppia "difficili", cioè sine apparenti cause.
Fonte:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6780033/
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