Oldham General Hospital, nei pressi di Manchester, 25 luglio 1978. Alle 23:47, fuso orario di Greenwich, nasce una bambina. Si chiama Louise Joy Brown, pesa 2 chili e 600 grammi ed è la prima persona al mondo a essere stata concepita in vitro. Artefici della rivoluzionaria tecnica sperimentale sono il chirurgo Patrick Steptoe, il biologo Robert Joffrey Edwards e l’infermiera Jean Purdy.
Le innovazioni, si sa, non nascono mai dal nulla. Se nel 1978 la fecondazione umana in vitro è divenuta realtà, lo si deve anche al lavoro compiuto vent’anni prima da una giovane e all’epoca sconosciuta biologa britannica. Il suo nome era Anne McLaren.
Nel 1958, quando lavorava all’University College di Londra, McLaren riuscì per la prima volta a rimuovere embrioni di topo dall’utero materno, tenerli in coltura per ventiquattro ore e poi impiantarli nell’utero di un altro topo; nacquero topolini sani e il successo dell’esperimento aprì la strada allo sviluppo di tecniche simili per gli esseri umani.
I primi anni
Anne Laura Dorinthea McLaren nasce a Londra nel 1927. Il padre, Henry McLaren, secondo barone di Aberconway, è un importante industriale e politico liberale, a favore della parità di genere e promotore del suffragio femminile. All’età di nove anni, Anne appare nel film di fantascienza La vita futura, tratto dal romanzo di Herbert George Wells The Shape of Things to Come. È la sua prima e ultima esperienza da attrice. Allo scoppio della seconda guerra mondiale la famiglia si trasferisce a Bodnant, nel Galles del Nord. Terminati gli studi superiori, la giovane Anne McLaren pensa di studiare letteratura inglese a Oxford, ma trova i test d’ingresso troppo difficili; decide quindi di iscriversi alla facoltà di zoologia, sua seconda passione. Vince una borsa di studio per accedere al Lady Margaret Hall, college per sole donne di Oxford. Qui ha la possibilità di studiare sotto la guida del genetista Edmund B. Ford, che fa nascere in lei la passione per la genetica e l’evoluzione.
Dopo la laurea conduce ricerche sul moscerino della frutta (Drosophila melanogaster) nel laboratorio del grande biologo John B.S. Haldane presso l’University College di Londra. Successivamente ottiene un finanziamento da parte del Medical Research Council ed è la prima donna a vincere la borsa di studio “Christopher Welch”, destinata a giovani ricercatori nel campo della zoologia, della botanica e della fisiologia animale. Ha così la possibilità di proseguire i suoi studi a Oxford, dove nel 1952 consegue il dottorato in biologia dello sviluppo. Lo stesso anno sposa il collega Donald Michie, con cui si trasferisce a Londra. Destinato a diventare uno dei massimi esperti mondiali di intelligenza artificiale, all’epoca Michie si occupa di genetica dei mammiferi. Il matrimonio dura sette anni, durante i quali – oltre ad avere tre figli – i due lavorano insieme, prima all’University College e poi al Royal Veterinary College.
Le ricerche sugli embrioni
Nell’ambito di uno studio sui fattori che contribuiscono al corretto sviluppo degli ovuli fecondati, dalla genetica all’influenza dell’utero materno, Anne McLaren si concentra sulla messa a punto di tecniche per il trasferimento e l’impianto di embrioni. Nel 1958, lavorando con John D. Biggers all’University College di Londra, riesce a far nascere con successo di topi i cui embrioni erano stati coltivati in vitro per ventiquattro ore e poi impiantanti nell’utero di una madre surrogata. Si tratta di un enorme passo in avanti nella comprensione dei meccanismi riproduttivi dei mammiferi. L’articolo in cui viene raccontato l’esperimento, Successful development and birth of mice cultivated in vitro as early embryos, pubblicato su Nature lo stesso anno, è considerato uno dei documenti più significativi nella storia della biologia riproduttiva e della medicina.
La carriera
Dopo il divorzio, nel 1959, Anne McLaren si trasferisce all’Institute of Animal Genetics di Edimburgo, dove resta per i successivi 15 anni. Qui porta avanti le sue ricerche sulla fertilità, le tecniche di trasferimento degli embrioni e le chimere, animali costituiti da cellule provenienti da due o più ovuli.
Terminata l’esperienza presso Institute of Animal Genetics, nel 1974 McLaren torna a Londra come direttrice della Mammalian Development Unit del Medical Research Council, dove conduce ricerche sullo sviluppo e la differenziazione delle cellule germinali nei mammiferi, collaborando con biologi e genetisti di fama mondiale. Si occupa di ibridazione del DNA con Peter Walker, di immunocontraccezione con Alan Beatty e di chimere con Hans Grüneberg.
Durante la sua carriera da ricercatrice, pubblica più di 300 articoli scientifici e un paio di libri destinati ad avere un profondo impatto sulla comunità scientifica: nel 1976 esce Mammalian Chimaeras, considerato ancora oggi uno dei più autorevoli testi sull’argomento, seguito quattro anni dopo da Germ Cells and Soma: A New Look at an Old Problem, un altro classico dell’embriologia. Nel 1992, dopo essersi ritirata dal Medical Research Council ed essere andata ufficialmente in pensione, ottiene un importante incarico presso il Wellcome Trust / Cancer Research UK Gurdon Institute di Cambridge e viene nominata ricercatrice del King’s College di Cambridge.
Gli ultimi anni
Membro della Royal Society dal 1975, nel 1991 diventa la prima donna in 331 anni di storia dell’istituzione a ricoprire un incarico ufficiale, mentre nel 1993 è la terza donna a servire come presidente della British Association for the Advancement of Science.
Interessata alle implicazioni etiche della ricerca biologica sulla fecondazione artificiale, svolge un ruolo di primo piano nella creazione dell’Human Fertilisation and Embryology Authority del Regno Unito, in cui presta servizio per dieci anni; è inoltre membro del comitato Warnock, i cui lavori portano alla stesura, nel 1990, dell’Human Fertilization and Embryology Act, la prima legge britannica a regolamentare la conservazione e il trattamento degli embrioni e la fecondazione in vitro.
Nel 2001 ottiene il premio UNESCO per le donne nella scienza e l’anno successivo riceve, con l’embriologo Andrzej Tarkowski, il prestigioso Japan Prize. Consapevole della disparità di genere presente nel mondo accademico, nel corso della sua carriera – anche in qualità di presidente dell’Association of Women in Science and Engineering (AWiSE) – promuove iniziative per facilitare l’ingresso e agevolare la carriera delle donne nelle facoltà scientifiche.
Anne McLaren e l’ex marito Donald Michie, amico e compagno di numerose battaglie politiche – entrambi erano iscritti al partito comunista inglese sin dagli anni Cinquanta – muoiono insieme in un incidente d’auto nei pressi di Londra, il 7 luglio 2007.
Fonte https://oggiscienza.it/2019/10/17/anne-mclaren-fecondazione-vitro/
Le innovazioni, si sa, non nascono mai dal nulla. Se nel 1978 la fecondazione umana in vitro è divenuta realtà, lo si deve anche al lavoro compiuto vent’anni prima da una giovane e all’epoca sconosciuta biologa britannica. Il suo nome era Anne McLaren.
Nel 1958, quando lavorava all’University College di Londra, McLaren riuscì per la prima volta a rimuovere embrioni di topo dall’utero materno, tenerli in coltura per ventiquattro ore e poi impiantarli nell’utero di un altro topo; nacquero topolini sani e il successo dell’esperimento aprì la strada allo sviluppo di tecniche simili per gli esseri umani.
I primi anni
Anne Laura Dorinthea McLaren nasce a Londra nel 1927. Il padre, Henry McLaren, secondo barone di Aberconway, è un importante industriale e politico liberale, a favore della parità di genere e promotore del suffragio femminile. All’età di nove anni, Anne appare nel film di fantascienza La vita futura, tratto dal romanzo di Herbert George Wells The Shape of Things to Come. È la sua prima e ultima esperienza da attrice. Allo scoppio della seconda guerra mondiale la famiglia si trasferisce a Bodnant, nel Galles del Nord. Terminati gli studi superiori, la giovane Anne McLaren pensa di studiare letteratura inglese a Oxford, ma trova i test d’ingresso troppo difficili; decide quindi di iscriversi alla facoltà di zoologia, sua seconda passione. Vince una borsa di studio per accedere al Lady Margaret Hall, college per sole donne di Oxford. Qui ha la possibilità di studiare sotto la guida del genetista Edmund B. Ford, che fa nascere in lei la passione per la genetica e l’evoluzione.
Dopo la laurea conduce ricerche sul moscerino della frutta (Drosophila melanogaster) nel laboratorio del grande biologo John B.S. Haldane presso l’University College di Londra. Successivamente ottiene un finanziamento da parte del Medical Research Council ed è la prima donna a vincere la borsa di studio “Christopher Welch”, destinata a giovani ricercatori nel campo della zoologia, della botanica e della fisiologia animale. Ha così la possibilità di proseguire i suoi studi a Oxford, dove nel 1952 consegue il dottorato in biologia dello sviluppo. Lo stesso anno sposa il collega Donald Michie, con cui si trasferisce a Londra. Destinato a diventare uno dei massimi esperti mondiali di intelligenza artificiale, all’epoca Michie si occupa di genetica dei mammiferi. Il matrimonio dura sette anni, durante i quali – oltre ad avere tre figli – i due lavorano insieme, prima all’University College e poi al Royal Veterinary College.
Le ricerche sugli embrioni
Nell’ambito di uno studio sui fattori che contribuiscono al corretto sviluppo degli ovuli fecondati, dalla genetica all’influenza dell’utero materno, Anne McLaren si concentra sulla messa a punto di tecniche per il trasferimento e l’impianto di embrioni. Nel 1958, lavorando con John D. Biggers all’University College di Londra, riesce a far nascere con successo di topi i cui embrioni erano stati coltivati in vitro per ventiquattro ore e poi impiantanti nell’utero di una madre surrogata. Si tratta di un enorme passo in avanti nella comprensione dei meccanismi riproduttivi dei mammiferi. L’articolo in cui viene raccontato l’esperimento, Successful development and birth of mice cultivated in vitro as early embryos, pubblicato su Nature lo stesso anno, è considerato uno dei documenti più significativi nella storia della biologia riproduttiva e della medicina.
La carriera
Dopo il divorzio, nel 1959, Anne McLaren si trasferisce all’Institute of Animal Genetics di Edimburgo, dove resta per i successivi 15 anni. Qui porta avanti le sue ricerche sulla fertilità, le tecniche di trasferimento degli embrioni e le chimere, animali costituiti da cellule provenienti da due o più ovuli.
Terminata l’esperienza presso Institute of Animal Genetics, nel 1974 McLaren torna a Londra come direttrice della Mammalian Development Unit del Medical Research Council, dove conduce ricerche sullo sviluppo e la differenziazione delle cellule germinali nei mammiferi, collaborando con biologi e genetisti di fama mondiale. Si occupa di ibridazione del DNA con Peter Walker, di immunocontraccezione con Alan Beatty e di chimere con Hans Grüneberg.
Durante la sua carriera da ricercatrice, pubblica più di 300 articoli scientifici e un paio di libri destinati ad avere un profondo impatto sulla comunità scientifica: nel 1976 esce Mammalian Chimaeras, considerato ancora oggi uno dei più autorevoli testi sull’argomento, seguito quattro anni dopo da Germ Cells and Soma: A New Look at an Old Problem, un altro classico dell’embriologia. Nel 1992, dopo essersi ritirata dal Medical Research Council ed essere andata ufficialmente in pensione, ottiene un importante incarico presso il Wellcome Trust / Cancer Research UK Gurdon Institute di Cambridge e viene nominata ricercatrice del King’s College di Cambridge.
Gli ultimi anni
Membro della Royal Society dal 1975, nel 1991 diventa la prima donna in 331 anni di storia dell’istituzione a ricoprire un incarico ufficiale, mentre nel 1993 è la terza donna a servire come presidente della British Association for the Advancement of Science.
Interessata alle implicazioni etiche della ricerca biologica sulla fecondazione artificiale, svolge un ruolo di primo piano nella creazione dell’Human Fertilisation and Embryology Authority del Regno Unito, in cui presta servizio per dieci anni; è inoltre membro del comitato Warnock, i cui lavori portano alla stesura, nel 1990, dell’Human Fertilization and Embryology Act, la prima legge britannica a regolamentare la conservazione e il trattamento degli embrioni e la fecondazione in vitro.
Nel 2001 ottiene il premio UNESCO per le donne nella scienza e l’anno successivo riceve, con l’embriologo Andrzej Tarkowski, il prestigioso Japan Prize. Consapevole della disparità di genere presente nel mondo accademico, nel corso della sua carriera – anche in qualità di presidente dell’Association of Women in Science and Engineering (AWiSE) – promuove iniziative per facilitare l’ingresso e agevolare la carriera delle donne nelle facoltà scientifiche.
Anne McLaren e l’ex marito Donald Michie, amico e compagno di numerose battaglie politiche – entrambi erano iscritti al partito comunista inglese sin dagli anni Cinquanta – muoiono insieme in un incidente d’auto nei pressi di Londra, il 7 luglio 2007.
Fonte https://oggiscienza.it/2019/10/17/anne-mclaren-fecondazione-vitro/
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