È una delle tante facce della fecondazione assistita e non sono rari i “viaggi della speranza” di donne in cerca di un figlio verso Paesi dove la donazione degli ovociti è legale. Ma perché alcune si sottopongono a pesanti stimolazioni ormonali per regalare i propri ovuli a un'estranea? La domanda non è superflua, visto che in molte nazioni chi sceglie di farlo viene pagata con “tariffe” che variano dai 500 ai 1000 euro, arrivando fino ai 2000 euro del Belgio (in Francia, invece, l'ovodonazione è gratuita). Il timore di molti è che dietro alla donazione degli ovociti vi siano interessi economici non sempre limpidi, così l'European Society of Human Reproduction and Embriology (ESHRE) ha condotto un'indagine su oltre 1400 donatrici in 60 cliniche di 11 Paesi europei (Italia esclusa, perché da noi la donazione di ovuli non è consentita), chiedendo loro i motivi che le hanno spinte a farlo. I risultati, presentati pochi giorni fa al congresso annuale ESHRE a Londra, sembrano tranquillizzanti: leggendo le risposte ai questionari inviati alle donne si scopre infatti che per il 46% l'altruismo è l'unico “movente”, per il 32% contano sia la voglia di essere utile a un'altra donna sia il contributo economico che ne deriva, mentre solo il 10 % delle donne sceglie di farlo esclusivamente pensando ai soldi. Detto ciò, tuttavia, quasi tutte le partecipanti al sondaggio hanno ammesso di aver ricevuto un compenso.
«Non metto in discussione l'indagine e la buona fede di chi l'ha condotta, ma lavoro da trent'anni nel campo della fecondazione assistita, sono donna e madre e mi riesce davvero difficile credere che l'altruismo possa essere l'unica molla per queste donne – commenta Eleonora Porcu, responsabile del Centro di Infertilità e Procreazione Medicalmente Assistita dell'università di Bologna – Il procedimento per ottenere gli ovuli è complicato: si devono prendere tanti ormoni, fare ecografie, sottoporsi a un'anestesia e, per raccoglierli, serve un vero e proprio intervento chirurgico che non è esente da rischi. In un mondo dove l'amore per il prossimo non si manifesta molto spesso, in alcuna forma, pare difficile che sia unicamente la generosità a muovere le donatrici. La donazione di ovuli è un commercio: in alcune nazioni di più, in altre meno, ma è rischioso credere che si tratti di sola filantropia». A conferma dei timori della ginecologa i dati mostrano che in Paesi svantaggiati come Grecia, Russia e Ucraina la motivazione economica prevale; inoltre, le giovanissime percorrono questa strada più spesso delle più “anziane”, proprio per mettere da parte un po' di denaro per il futuro.
«Non dimentichiamo che negli Stati Uniti alcune ragazze si pagano così il college – osserva Porcu –. È doveroso sottolineare che in alcuni Paesi la vendita di ovuli o l'affitto dell'utero sono, di fatto, una nuova forma di schiavitù femminile, imposta per giunta da altre donne che non riescono a diventare madri: spesso le “donatrici” sono in condizioni di indigenza, in India, per esempio, non sono rari i casi di donne che partoriscono figli a ripetizione per ricchi stranieri, che in cambio consentono loro di avere un tetto. La vituperata Legge 40, che in Italia vieta la possibilità di pagare per la donazione di ovuli, in questo caso difende le donne dallo sfruttamento del loro corpo. La buona notizia è che oggi il ricorso agli ovuli di un'estranea dovrebbe essere sempre più raro: è infatti possibile congelare i propri ovociti se ci si rende conto che si sta andando verso una menopausa precoce, così da poter posticipare una gravidanza senza dover poi ricorrere all'ovodonazione eterologa».
Fonte http://www.iodonna.it/attualita/primo-piano/2013/fecondazione-assistita-ovuli-vendita-donazione-401548878955.shtml?refresh_ce-cp
«Non metto in discussione l'indagine e la buona fede di chi l'ha condotta, ma lavoro da trent'anni nel campo della fecondazione assistita, sono donna e madre e mi riesce davvero difficile credere che l'altruismo possa essere l'unica molla per queste donne – commenta Eleonora Porcu, responsabile del Centro di Infertilità e Procreazione Medicalmente Assistita dell'università di Bologna – Il procedimento per ottenere gli ovuli è complicato: si devono prendere tanti ormoni, fare ecografie, sottoporsi a un'anestesia e, per raccoglierli, serve un vero e proprio intervento chirurgico che non è esente da rischi. In un mondo dove l'amore per il prossimo non si manifesta molto spesso, in alcuna forma, pare difficile che sia unicamente la generosità a muovere le donatrici. La donazione di ovuli è un commercio: in alcune nazioni di più, in altre meno, ma è rischioso credere che si tratti di sola filantropia». A conferma dei timori della ginecologa i dati mostrano che in Paesi svantaggiati come Grecia, Russia e Ucraina la motivazione economica prevale; inoltre, le giovanissime percorrono questa strada più spesso delle più “anziane”, proprio per mettere da parte un po' di denaro per il futuro.
«Non dimentichiamo che negli Stati Uniti alcune ragazze si pagano così il college – osserva Porcu –. È doveroso sottolineare che in alcuni Paesi la vendita di ovuli o l'affitto dell'utero sono, di fatto, una nuova forma di schiavitù femminile, imposta per giunta da altre donne che non riescono a diventare madri: spesso le “donatrici” sono in condizioni di indigenza, in India, per esempio, non sono rari i casi di donne che partoriscono figli a ripetizione per ricchi stranieri, che in cambio consentono loro di avere un tetto. La vituperata Legge 40, che in Italia vieta la possibilità di pagare per la donazione di ovuli, in questo caso difende le donne dallo sfruttamento del loro corpo. La buona notizia è che oggi il ricorso agli ovuli di un'estranea dovrebbe essere sempre più raro: è infatti possibile congelare i propri ovociti se ci si rende conto che si sta andando verso una menopausa precoce, così da poter posticipare una gravidanza senza dover poi ricorrere all'ovodonazione eterologa».
Fonte http://www.iodonna.it/attualita/primo-piano/2013/fecondazione-assistita-ovuli-vendita-donazione-401548878955.shtml?refresh_ce-cp
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