Già da quando è in pancia, l’alimentazione del bambino è un tema importante. Dal primo vagito in poi, la domanda per molte neomamme comincia a farsi martellante: mio figlio, mangerà nel modo giusto? Proviamo a fare chiarezza e a rispondere ad alcuni quesiti, in particolare sui diversi tipi di latte, con l’aiuto dell’esperto, la Dottoressa Alessandra Macari, pediatra nell’unità dell’Ospedale S.Andrea di Roma diretta dalla professoressa Maria Pia Villa.
Prima tappa: il colostro
È il primo tipo di latte prodotto dalla donna che entro pochi giorni dal parto lascerà il posto al latte maturo. Contribuisce alla salute del neonato in un modo che nessun latte artificiale potrà mai imitare. “La sua produzione – spiega la pediatra - nei primi giorni di vita del bambino è stata valutata in dosi minime, intorno ai 7ml a pasto. Contiene Ig A, cioè anticorpi di protezione per il neonato, milioni di cellule e sostanze ad azione immunitaria, tra cui la lattoferrina. Possiede azione lassativa e facilita l’emissione del meconio. Favorisce la colonizzazione intestinale dei germi non pericolosi tra cui il bifidobacterio, che occupando per primi l’intestino, impediscono l’aggressione di batteri patogeni. È ricco di sostanze (taurina, Zinco ecc.) che esercitano un’azione di prevenzione verso le allergie”.
I vantaggi del latte materno
Vale la pena ricordare i benefici di questo straordinario alimento. “Lo si può definire – ricorda la pediatra Alessandra Macari - un potente agente immunitario, formato da una ricca gamma di elementi, ciascuno dei quali con un suo ruolo nella protezione del lattante dalle infezioni”. L’elenco dei componenti è molto lungo. Per cominciare, nel latte materno è contenuta la lipasi che predigerisce i lipidi (grassi) e li rende più facilmente utilizzabili dal piccolo. “Contiene acidi grassi poliinsaturi a lunga catena – continua la dottoressa -, Omega 3 e Omega 6, che sono essenziali e quindi non sintetizzati dal bambino. La biodisponibilità del ferro contenuto è molto elevata (50%) e tutte le vitamine sono contenute in quantità sufficienti. Favorisce lo sviluppo di una flora batterica intestinale, tipica del bambino allattato al seno, capace di contrastare lo sviluppo di germi patogeni”.
Per quanto tempo allattare? “Una neomamma può tranquillamente allattare fino all'anno di vita del bambino. L'allattamento materno esclusivo se non ci sono condizioni che lo proibiscano, è l'alimentazione migliore per il neonato. Fino ai 6 mesi il latte materno esclusivo assicura un giusto apporto di nutrienti”.
Latte a seconda dell’orario
La composizione del latte materno cambia in relazione all’ora del giorno, alla lunghezza di una poppata, ai bisogni del bambino e alle malattie con cui la madre ha avuto contatto. I lipidi (grassi) rappresentano la frazione del latte più variabile oltre a essere la principale risorsa energetica per il bambino. La loro concentrazione è bassa all’inizio della poppata e aumenta nel secondo latte (da 3,5 g/dl a 4,5 g/dl). La qualità dei lipidi del latte può variare a seconda della dieta della mamma, soprattutto la componente di acidi grassi insaturi. “Un bambino cui è permesso di poppare quando vuole non ha bisogno di aggiunte d’acqua perfino in climi caldi e secchi. Il latte materno non sovraccarica i reni del bambino e in tal modo egli non trattiene i liquidi inutili”. Aggiunge Macari.
Le alternative al latte
E per quelle neomamme che sfortunatamente non producono latte? Oggi i rimedi all’ipogalattia materna, vale a dire la scarsità di latte, o fattori sia materni sia neonatali che impediscono un allattamento al seno esclusivo sono vari. In questi casi è possibile combinare il materno con il latte adattato o di formula prescritto dal pediatra. Le principali formule di tipo1 sono equivalenti tra loro. Occorre ricordare che è bene far passare almeno tre ore tra una poppata e l'altra quando il latte è artificiale.
Latte vaccino
Attenzione a non commettere facili errori, come dare da bere il latte di mucca. “Il latte vaccino dato precocemente – spiega la dottoressa Macari – risulta sbilanciato dal punto di vista nutrizionale, troppo ricco di proteine che possono contribuire allo sviluppo di sovrappeso e obesità e povero in ferro e vitamina D. . È invece un'utile complemento ad una dieta varia ed equilibrata dopo l'anno di vita – continua -. Dal sesto mese in poi sarà necessario integrare il latte materno con altri alimenti (periodo di svezzamento) lo stesso dicasi per i bambini allattati con latte di formula”.
Latte di crescita
Per quanto riguarda il latte di crescita può essere appropriato nella fascia di età da 1 a 3 anni ma non è stato dimostrato che il loro uso apporti un beneficio per la salute rispetto al latte vaccino intero fresco. In particolare, nell’ottobre scorso, l’Efsa (l’autorità europea per la sicurezza alimentare) ha espresso un parere negativo sul latte di crescita dichiarando che non apporterebbe nessun nutrimento in più rispetto alla normale dieta di un bambino da 1 a 3 anni.
Fonte http://www.piusanipiubelli.it/mamme-bambini/alimentazione/latte-della-mamma.htm
Prima tappa: il colostro
È il primo tipo di latte prodotto dalla donna che entro pochi giorni dal parto lascerà il posto al latte maturo. Contribuisce alla salute del neonato in un modo che nessun latte artificiale potrà mai imitare. “La sua produzione – spiega la pediatra - nei primi giorni di vita del bambino è stata valutata in dosi minime, intorno ai 7ml a pasto. Contiene Ig A, cioè anticorpi di protezione per il neonato, milioni di cellule e sostanze ad azione immunitaria, tra cui la lattoferrina. Possiede azione lassativa e facilita l’emissione del meconio. Favorisce la colonizzazione intestinale dei germi non pericolosi tra cui il bifidobacterio, che occupando per primi l’intestino, impediscono l’aggressione di batteri patogeni. È ricco di sostanze (taurina, Zinco ecc.) che esercitano un’azione di prevenzione verso le allergie”.
I vantaggi del latte materno
Vale la pena ricordare i benefici di questo straordinario alimento. “Lo si può definire – ricorda la pediatra Alessandra Macari - un potente agente immunitario, formato da una ricca gamma di elementi, ciascuno dei quali con un suo ruolo nella protezione del lattante dalle infezioni”. L’elenco dei componenti è molto lungo. Per cominciare, nel latte materno è contenuta la lipasi che predigerisce i lipidi (grassi) e li rende più facilmente utilizzabili dal piccolo. “Contiene acidi grassi poliinsaturi a lunga catena – continua la dottoressa -, Omega 3 e Omega 6, che sono essenziali e quindi non sintetizzati dal bambino. La biodisponibilità del ferro contenuto è molto elevata (50%) e tutte le vitamine sono contenute in quantità sufficienti. Favorisce lo sviluppo di una flora batterica intestinale, tipica del bambino allattato al seno, capace di contrastare lo sviluppo di germi patogeni”.
Per quanto tempo allattare? “Una neomamma può tranquillamente allattare fino all'anno di vita del bambino. L'allattamento materno esclusivo se non ci sono condizioni che lo proibiscano, è l'alimentazione migliore per il neonato. Fino ai 6 mesi il latte materno esclusivo assicura un giusto apporto di nutrienti”.
Latte a seconda dell’orario
La composizione del latte materno cambia in relazione all’ora del giorno, alla lunghezza di una poppata, ai bisogni del bambino e alle malattie con cui la madre ha avuto contatto. I lipidi (grassi) rappresentano la frazione del latte più variabile oltre a essere la principale risorsa energetica per il bambino. La loro concentrazione è bassa all’inizio della poppata e aumenta nel secondo latte (da 3,5 g/dl a 4,5 g/dl). La qualità dei lipidi del latte può variare a seconda della dieta della mamma, soprattutto la componente di acidi grassi insaturi. “Un bambino cui è permesso di poppare quando vuole non ha bisogno di aggiunte d’acqua perfino in climi caldi e secchi. Il latte materno non sovraccarica i reni del bambino e in tal modo egli non trattiene i liquidi inutili”. Aggiunge Macari.
Le alternative al latte
E per quelle neomamme che sfortunatamente non producono latte? Oggi i rimedi all’ipogalattia materna, vale a dire la scarsità di latte, o fattori sia materni sia neonatali che impediscono un allattamento al seno esclusivo sono vari. In questi casi è possibile combinare il materno con il latte adattato o di formula prescritto dal pediatra. Le principali formule di tipo1 sono equivalenti tra loro. Occorre ricordare che è bene far passare almeno tre ore tra una poppata e l'altra quando il latte è artificiale.
Latte vaccino
Attenzione a non commettere facili errori, come dare da bere il latte di mucca. “Il latte vaccino dato precocemente – spiega la dottoressa Macari – risulta sbilanciato dal punto di vista nutrizionale, troppo ricco di proteine che possono contribuire allo sviluppo di sovrappeso e obesità e povero in ferro e vitamina D. . È invece un'utile complemento ad una dieta varia ed equilibrata dopo l'anno di vita – continua -. Dal sesto mese in poi sarà necessario integrare il latte materno con altri alimenti (periodo di svezzamento) lo stesso dicasi per i bambini allattati con latte di formula”.
Latte di crescita
Per quanto riguarda il latte di crescita può essere appropriato nella fascia di età da 1 a 3 anni ma non è stato dimostrato che il loro uso apporti un beneficio per la salute rispetto al latte vaccino intero fresco. In particolare, nell’ottobre scorso, l’Efsa (l’autorità europea per la sicurezza alimentare) ha espresso un parere negativo sul latte di crescita dichiarando che non apporterebbe nessun nutrimento in più rispetto alla normale dieta di un bambino da 1 a 3 anni.
Fonte http://www.piusanipiubelli.it/mamme-bambini/alimentazione/latte-della-mamma.htm
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