L’aborto può essere classificato a seconda dei fattori che lo hanno causato in:
- Aborto spontaneo se avviene per cause naturali
- Aborto provocato (interruzione volontaria della gravidanza, compresi sia i casi tutelati dalla legge che l’aborto clandestino)
Un’altra classificazione viene fatta in base alle modalità:
- Aborto completo, quando viene espulso completamente il feto;
- Aborto incompleto, se parte di esso viene trattenuto nella cavità uterina;
- Aborto interno o ritenuto, il feto muore senza che vi sia espulsione di materiale.
A seconda dell’età gestazionale in cui si manifesta si parla di:
- Aborto embrionale, (entro le prime 7 settimane)
- Aborto fetale, dall’ottava settimana
- Aborto tardivo, dopo le 21 settimane di gestazione.
Si stima che circa il 15% delle gravidanze clinicamente riconosciute evolve spontaneamente in senso abortivo; la maggioranza degli aborti spontanei avviene entro la 12° settimana e le cause possono derivare da alterazioni fetali o materne.
Anche le cause di natura esterna sono da annoverare tra quelle in grado di causare danni al feto; si tratta di cause legate allo stile di vita, all’abuso di farmaci e di sostanze stupefacenti, allo stress materno, al fumo e alle carenze alimentari.
Le età estreme (15-40 anni) comportano un rischio maggiore di aborto.
Dinanzi a sospette perdite di sangue è indispensabile che la gestante si rivolga al proprio medico o ricorra ad una struttura di pronto soccorso per sottoporsi ad ecografia e a visita ginecologica.
A seconda dell’evoluzione del quadro clinico, nella eventualità si riscontri la minaccia di aborto, il riposo, l’astinenza dall’attività sessuale e l’eventuale ricovero, sono le misure a disposizione dei clinici.
Fonte : http://www.mammole.it/minaccia-aborto/#sthash.8Bjj4wyu.dpuf
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