mercoledì 31 maggio 2017

Bambini: i nuovi parametri di crescita

      Il grande studio è stato condotto dai ricercatori dell’Università di Oxford su oltre 60 mila donne incinte provenienti da otto diversi paesi (Italia, Kenya, Cina, India, Brasile, Stati Uniti, Oman e Regno Unito) e su 20mila neonati, ed è stato interamente finanziato dalla Bill & Melinda Gates Foundation. Tutte le donne prescelte erano in stato di buona salute e senza malattie croniche o comportamenti che potessero qualificarsi come un rischio per il nascituro.
bambino seduto         I ricercatori hanno monitorato le gravidanze delle donne ogni cinque settimane a partire dalla quattordicesima settimana di gestazione; nel frattempo, gli oltre ventimila bambini che partecipavano al progetto (tutti nati fra la 33° e la 42° settimana di gravidanza) sono stati oggetto delle misurazioni. Una volta ottenuti i nuovi parametri percentili, i ricercatori hanno sostenuto che essi rappresentano un “modello auspicabile” per la crescita di ogni bambino, indipendentemente dal paese di nascita. Le nuove curve di crescita sostituiranno quelle in vigore in ogni paese del mondo (attualmente ve ne erano più di cento diverse); infatti lo studio ha dimostrato che le differenze di etnia o nazionalità non influiscono sulle misure della crescita dei bambini, qualora la madre goda di buona salute e non siano presenti malattie genetiche o ereditarie a carico del feto.
         Il nuovo modello andrà finalmente ad uniformare un fenomeno assai variegato e complesso a livello internazionale, ponendo fine a dubbi e a diverse interpretazioni delle curve proposte dall’OMS. Stimando che oltre 120 milioni di bambini nascono ogni anno nel mondo, proseguono i ricercatori del team di Oxford, finalmente sarà possibile valutare il loro corretto stato di crescita facendo riferimento a parametri obiettivi e certificati, e diagnosticando così in tempo tutte le possibili situazioni di sottopeso o sovrappeso, evitando in questo modo le pesanti ripercussioni che queste condizioni hanno sulla vita e sulla salute dei bambini. I risultati dell’Intergrowth-21st Project, sia quello riguardo allo sviluppo dei feti che quello inerente ai parametri di sviluppo di neonati e bimbi, sono stati pubblicati negli articoli della prestigiosa rivista scientifica “Lancet”. 

    Fonti : The Lancet – International standards for newborn weight, length, and head circumference by gestational age and sex: the Newborn Cross-Sectional Study of the INTERGROWTH-21st Project

Mangiare in travaglio fa bene: i benefici

foto_travaglio_cibo    Un travaglio indotto ha maggiori possibilità di incorrere in un taglio cesareo, dove è necessario che la donna sia digiuna; altre teorie, invece, sostengono che la privazione avvenga per evitare nausea e vomito che potrebbero infastidire la donna e debilitarla. Tuttavia, evitare di mangiare e bere può essere peggio, specie se la mamma ne ha voglia. Il compromesso, sta nel favorire l’alimentazione con cibi leggeri e asciutti; e soprattutto bere poco e spesso sostanze zuccherate (come i succhi di frutta) che danno energia.

Mangiare durante il travaglio fa bene

    Ci sono voluti 40 anni, però, per eliminare questo dannoso retaggio culturale che vede l’esasperazione del rischio di eventi operativi dietro l’angolo; è vero che la probabilità di un cesareo aumenta in particolari circostanze, ma la privazione del cibo deve avere più benefici che rischi.

    Secondo una metanalisi le donne possono mangiare senza rischi; l’autore principale dello studio Vincenzo Berghella, della “Thomas Jefferson University” di Philadelphia, ha però affermato di non sapere ancora in quali quantità sia più sicuro. Il lato rassicurante però, aggiunge il ricercatore, sta nel fatto che oggi l’anestesia generale è meno comune, e il rischio di intubazione e polmonite ab ingestis diminuito. Tuttavia le Linee Guida continuano a sconsigliare di alimentarsi.

Lo studio alimentazione e travaglio

Mangiare durante il travaglio fa bene    I dati raccolti hanno confrontato gli esiti del travaglio di donne a cui era stato permesso solo di ingerire cubetti di ghiaccio o piccole quantità di acqua, insieme a quelli di gestanti che potevano bere e mangiare di più. La metanalisi è molto varia, poiché in uno studio alle donne era concesso di bere sciroppo di mele e datteri; in un altro qualunque cibo e bevande; altri studi ancora avevano permesso di ingerire liquidi con i carboidrati. Gli studi sono in totale 10, con un campione di 3.982 donne in fase di travaglio; nessuna di loro era candidata a parto gemellare o con rischio eccessivamente aumentato di cesareo.

    Le donne più libere di mangiare non presentavano un rischio maggiore di complicanze come vomito e soffocamento durante un’anestesia generale; ma quelle a cui era stato concesso di mangiare e bere di più rispetto ai comuni cubetti di ghiaccio, hanno avuto travagli più brevi in media di 16 minuti.

     “Se siamo ben idratati e abbiamo un giusto apporto di carboidrati nel corpo, i muscoli lavorano meglio”, ha continuato Berghella. Infatti, l’utero è un organo essenzialmente muscolare e quindi per potersi contrarre e rilassare ha bisogno di sostentamento; questi risultati si associano a uno studio precedente, dove le donne che avevano bevuto più di altre partorivano più rapidamente del gruppo di controllo.

Fonte http://www.passionemamma.it/2017/05/mangiare-in-travaglio-benefici/

Il temperamento dei bambini!

allo specchio      Prima di tutto quindi, dobbiamo identificare quale temperamento predomina nei nostri figli. Un collerico potrebbe avere occhi brillanti, passo deciso e bassa statura. E’ energico, gagliardo e volitivo. Un bimbo collerico ha quindi bisogno di essere certo di potersi fidare di voi, se si dice una cosa, bisognerà metterla in atto! Per aiutare il suo temperamento, il collerico ha bisogno di ardue prove da superare, anche se poi la fatica non sarà sempre portatrice di successo, in quanto il collerico deve imparare anche che a volte è il destino a decidere.
        Un sanguigno si infiamma per interessi che subito sfumano e vanno in niente perché manca di costanza. Fisicamente è riconoscibile dall’alta statura, da occhi chiari e dal passo leggero e saltellante. Se un bambino sanguigno si blocca ad un solo interesse, è bene che i genitori puntino proprio su quella passione per insegnargli altro. Non dovranno cercare di distogliere la sua attenzione da quell’unico piacere duraturo. Dovranno quindi inventarsi un modo per coinvolgere il bambino e il suo passatempo preferito, creando varianti utili per appassionarlo anche ad altro. Se invece il bambino sanguigno avrà interesse per un’unica persona, i genitori dovranno sfruttare questa passione in modo da far conoscere al figlio altre cose, ad esempio invogliandolo a provare tutto ciò di cui si interessa la persona a cui si ispira.
Картинки по запросу temperamento bambini        Un flemmatico può avere poca volontà ed adagiarsi, adeguandosi senza combattere. Sarebbe sbagliato però, cercare di scuoterlo per farlo reagire! Al contrario, si sentirà a suo agio in situazioni in cui è bene avere flemma. Quindi creargli un ambiente in cui la pace è buona compagna, lo renderà più stabile. Fisicamente può essere portato ad ingrassare.
         Un malinconico, infine, sarà un bambino con poca padronanza del proprio corpo e questo lo farà sentire a disagio in molte situazioni, incupendosi. Spesso si blocca di fronte agli ostacoli ma offrendogli situazioni gioiose… si chiuderà ancora di più a riccio! Si sentirà più forte, invece, confrontandosi con persone che hanno dovuto lottare per raggiungere i loro obiettivi. Questo lo conforterà, rendendolo più coraggioso. Può appassionarsi a fiabe il cui protagonista vive una vita difficile ma raggiunge comunque il “lieto fine”.

 Fonte: http://www.mammole.it/temperamento-bambini/#sthash.EMj9RtFN.dpuf

L’allattamento aumenta l’intelligenza

       I bambini esaminati hanno infatti dimostrato di possedere un quoziente intellettivo in grado di superare da 3 a 5 punti quello dei loro coetanei allattati con latte artificiale. Sia nel campo della matematica sia per quanto riguarda le capacità di scrittura e di lettura, gli oltre 10.000 bambini esaminati durante lo studio hanno dimostrato qualità superiori rispetto a quelle dei bambini della medesima età allattati artificialmente. Le due ricercatrici hanno precisato che i risultati diffusi hanno tenuto in considerazione diversi fattori importanti come le condizioni sociali ed economiche delle famiglie dei bambini, il quoziente intellettivo materno e lo stato di salute dei piccoli.
         Tutti i bambini presi in esame, dunque, avevano le medesime caratteristiche ad eccezione del tipo di allattamento avuto nella primissima infanzia. Inoltre, sempre stando a quanto emerso dallo studio, gli effetti positivi del latte materno sull’intelligenza dei bambini rimangono visibili fino ai 14 anni di età. Sulle cause che producono questi vantaggi gli scienziati hanno pareri diversi, c’è infatti chi sostiene che l’effetto sia dovuto alla più forte relazione che si instaura tra madre e figlio allattato, e chi lo attribuisce alle qualità nutrizionali del latte materno.
allattamento seno         Altre ricerche che si sono dedicate a questo tipo di indagine sono arrivate tutte alla conclusione che l’allattamento al seno promuove l’intelligenza. A questo proposito, alcuni ricercatori della Brown University hanno pubblicato sulla rivista scientifica Neurolmage i risultati di uno studio condotto su 133 bambini in età compresa fra i 10 mesi e i 14 anni, divisi tra quelli allattati al seno e quelli che avevano ricevuto un allattamento misto. Ebbene, i risultati dimostrano un aumento della sostanza bianca cerebrale e migliori capacità cognitive nel gruppo allattato esclusivamente al seno. Questo risultato, tuttavia, stando a un altro studio della University of Western Australia Telethon Institute for Child Health Research, sembra essere più accentuato nei maschi ed avrebbe anche il pregio di ridurre gli stati ansiosi e depressivi in età adulta. Questi dati potrebbero convincere molte neomamme ad optare per l’allattamento al seno e la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda questo tipo di alimentazione.
         Ma ad avvantaggiarsi dell’allattamento al seno non sono esclusivamente i bambini, le loro madri infatti, secondo un’altra ricerca scientifica, vedrebbero calare sensibilmente il rischio di incorrere nell’osteoporosi e in tumori ovarici o mammari.

     Fonte Bibliografica The Effect of Breastfeeding on Children’s Cognitive Developement 

Fecondazione: il 25% delle coppie infertili salta il controllo dall’andrologo

         Maschio ‘grande assente’ quando la coppia cerca un bimbo che non arriva. Lo segnalano gli esperti della Società italiana di andrologia (Sia) nel corso del loro Congresso nazionale a Milano Marittima, nella sessione dedicata alla fertilità. “L’infertilità maschile ha subito negli ultimi anni una forte impennata e il fattore maschile è esattamente sovrapponibile a quello femminile. Ciò nonostante, mentre si moltiplicano i programmi di prevenzione per la donna, spesso si tralascia o si trascura del tutto l’altra metà della coppia“, commenta Alessandro Palmieri, presidente Sia e professore dell’Università Federico II di Napoli. “Dal confronto a livello nazionale delle nostre esperienze – riferisce – emerge che il 25% delle coppie infertili ‘salta’ diagnosi e cure dell’infertilità maschile, che consentirebbero di evitare almeno 8 mila Pma l’anno“. Con un risparmio “di oltre 150 milioni di euro“. “Inoltre – continua Palmieri – nei casi in cui la procedura resti indispensabile, si potrebbe migliorare fino al 50% la probabilità di successo, visto che una su due è tuttora destinata a fallire“. Senza contare che “le procedure sono spesso ‘pesanti’, dato che l’80% delle coppie viene sottoposto a terapie di secondo e terzo livello, come ad esempio la Fivet. Il nostro obiettivo deve essere innanzitutto una ‘procreazione naturalmente assistita’, con un percorso che non inizi ‘dal fondo’ con la Pma, ma veda ginecologo e andrologo collaborare in tandem, partendo dalla diagnosi delle problematiche che impediscono la gravidanza, e cercando in prima battuta di risolvere queste per arrivare a un concepimento naturale. La Pma deve rappresentare l’ultima spiaggia di approdo e non essere vissuta come una scorciatoia“.
         Peraltro, esiste anche una normativa per cui si potrebbe accedere alla Pma solo con la certificazione che il maschio non può essere curato: nella realtà invece, affermano gli esperti, accade esattamente il contrario e si arriva a valutare il maschio dopo e non prima il ricorso alla Pma. Anche i nuovi Livelli essenziali di assistenza danno ampio spazio alla Salute riproduttiva tanto dell’uomo che della donna, evidenziando l’importanza della consulenza preconcezionale in entrambi i partner e della prevenzione attraverso corretti stili di vita che preservino la fertilità. Una novità purtroppo giustificata dai numeri: negli ultimi 30 anni l’infertilità maschile è raddoppiata, e oggi si stimano 2 milioni di italiani ipo-fertili e oltre 250 mila coppie ritenute infertili. Alcol, fumo, obesità, sedentarietà, alimentazione scorretta, abitudini sbagliate come lìutilizzo di indumenti intimi stretti, infezioni trascurate, ma anche la diagnosi tardiva di patologie come il varicocele, sono tutti fattori che stanno compromettendo la fertilità maschile. Inoltre occorre ricordare che anche l’uomo ha il suo orologio biologico, e la sua capacità riproduttiva dopo i 40 anni diminuisce con il passare del tempo, dicono gli esperti.
       “Mettere in campo le corrette pratiche di prevenzione, diagnosi e terapia significherebbe intercettare i problemi di queste coppie almeno 10 anni prima – afferma Bruno Giammusso, presidente Commissione scientifica Sia – L’esame seminale per esempio è uno dei primi passi da compiere, in sinergia col ginecologo che conduca analoghi test diagnostici nella partner: l’analisi degli spermatozoi è infatti in grado di dirimere da subito il 50% delle cause di infertilità di coppia e indirizzare quindi i futuri approfondimenti diagnostici o terapeutici per aumentare la percentuale di gravidanze spontanee e ridurre il ricorso a tecniche di Pma complesse, determinando una cospicua riduzione dei costi assistenziali. Inoltre, bonificare il quadro seminale tenendo conto non solo del numero, della motilità e della concentrazione degli spermatozoi, ma anche di parametri funzionali non convenzionali come la frammentazione del Dna, significa migliorare la capacità dello spermatozoo di fertilizzare l’ovocita e la qualità dell’embrione che nasce, e in ultima analisi incrementare le probabilità di successo della Pma“.

Fonte  http://www.meteoweb.eu/2017/05/fecondazione-il-25-delle-coppie-infertili-salta-il-controllo-dallandrologo/908303/#O6kRrOT2qoFFDZPg.99

Tra Novara e gli Usa scoperta l’arma per fermare la fibrosi cistica

         La fibrosi cistica, è una malattia genetica cronica che colpisce in particolare i polmoni e il sistema digestivo, interessa circa 80 mila persone al mondo: all’origine ci sono mutazioni nel gene che codifica la cystic fibrosis transmembrane conductance regulator (Cftr). Il nuovo studio ha dimostrato che la timosina può ridurre l’infiammazione e correggere il difetto della proteina.

         «Con Romani abbiamo condotto una serie di indagini pre-cliniche tra cui - dice Maiuti -. A Novara sono stati svolti esperimenti su animali transgenici, altri si sono tenuti al San Raffaele». Poi gli accertamenti hanno riguardato cellule prelevate a pazienti identificando così il meccanismo di azione della timosina.

         «La sorpresa è stata che il farmaco, completamente sicuro e atossico e già utilizzato contro epatite e hiv, è in grado anche di ridurre l’infiammazione della fibrosi cistica - continua Maiuri -. Questo, concretamente, significa che i pazienti possono ridurre la grande quantità di farmaci che sono costretti ad assumere sostituendoli con la timosina. Vent’anni fa la fibrosi cistica era una malattia solo dei bambini, oggi le persone sopravvivono fino ai 40 anni grazie alle nuove terapie». A questo punto i ricercatori stanno mettendo a punto uno studio clinico per testare la molecola.

Fonte www.lastampa.it

martedì 30 maggio 2017

Che stile di vita devo condurre?

Картинки по запросу stile di vita sano donna     Spesso non consideriamo che ci sono numerosi fattori che incidono sulle nostre possibilità di concepimento.In questo senso è molto importante cambiare determinate abitudini, al fine di creare le migliori condizioni per il momento del concepimento e il successivo periodo di gestazione.
Tabacco
     Nelle donne, il consumo di tabacco rende più difficile il concepimento e può anticipare l’età di inizio della menopausa.Nel caso degli uomini, il consumo di tabacco genera processi ossidativi che deteriorano la qualità del seme.
Alcol
     Durante la gravidanza il consumo di alcol deve essere ridotto,poiché può portare a parti prematuri, più probabilità di aborto e basso peso del neonato.Nel caso degli uomini, l’alcol riduce la qualità del seme, poiché inibisce la produzione di testosterone.
Droghe e farmaci
     Il consumo di droghe e farmaci altera la fertilità sia dell’uomo sia della donna.È risaputo che la marijuana, per esempio, altera i segnali neuroendocrini che intervengono nel processo di riproduzione e predispone all’insorgenza di anomalie neurocomportamentali tra i figli.
     Per quanto concerne gli ansiolitici, le donne devono evitarne completamente l’assunzione durante i primi tre mesi della gravidanza. D’altro canto, gli uomini che ricorrono agli anabolizzanti devono sapere che, oltre a causare disfunzioni erettili, il consumo di queste sostanze riduce la produzione di spermatozoi, potendo causare persino la azoospermia (assenza di spermatozoi nel liquido seminale).
Caffeina
     Il caffè è una bevanda talmente comune nella nostra quotidianità che, a volte, sembriamo dimenticarne le proprietà stimolanti.Tuttavia, dobbiamo tenere presente che questa bevanda agisce come una droga psicoattiva e un consumo eccessivo può arrivare ad aumentare la propensione all’infertilità e gli aborti.Per evitare questi rischi, raccomandiamo di non assumerne più di due tazze al giorno.
Obesità o magrezza estrema
     Le donne considerate obese – con indice di massa corporea uguale o superiore a 30 – hanno più difficoltà di concepimento.In questo caso possono verificarsi alterazioni endocrine e metaboliche che si ripercuotono sulla fertilità, portando ad aborti e altre complicanze ostetriche.Nel caso degli uomini, è dimostrato che esiste una relazione tra obesità e cattiva qualità del seme.
     Anche nei casi di magrezza estrema, le possibilità di concepire si riducono. Le donne con un indice di massa corporea inferiore a 18,5 sono più propense a soffrire di una disfunzione ovarica che causa variazioni nelle mestruazioni per carenza dei nutrienti necessari.
Stress
     Uno dei mali del nostro secolo è lo stress e colpisce anche la nostra capacità di riproduzione, riducendo il desiderio sessuale e, di conseguenza, la frequenza dei rapporti sessuali.Inoltre, lo stress può anche ridurre la frequenza delle mestruazioni e arrivare persino a interrompere l’ovulazione.
Ambiente
     Sia l’ambiente in cui viviamo abitualmente, sia quello in cui lavoriamo, influiscono sulla nostra qualità di vita.Per questo motivo, è assai raccomandabile evitare il contatto con sostanze tossiche chimiche o fisiche, quali l’esposizione a rischi sul lavoro che possono avere effetti negativi sulla nostra salute in generale e su quella riproduttiva in particolare.
     Se abbiamo una di queste abitudini, è assai consigliabile iniziare a cambiarle.In questo senso, dobbiamo approfittare della motivazione dei mesi precedenti alla gravidanza per dare una svolta positiva e migliorare il nostro stile di vita.

Fecondazione, una coppia su 4 salta il controllo della fertilità maschile

Fecondazione: una coppia su 4 salta il controllo maschile © ANSA        Il maschio è il 'grande assente' quando la coppia cerca un bimbo che non arriva. Lo segnalano gli esperti della Società Italiana di Andrologia (SIA) nel corso del loro Congresso Nazionale, nell'ambito della sessione dedicata alla fertilità. "L'infertilità maschile ha subito negli ultimi anni una forte impennata e il fattore maschile è esattamente sovrapponibile a quello femminile. Ciò nonostante, mentre si moltiplicano i programmi di prevenzione per la donna e, a volte, ci si accanisce nell'individuazione e trattamento delle cause femminili, spesso si tralascia o si trascura del tutto l'altra metà della coppia, commenta Alessandro Palmieri, presidente SIA e professore dell'Università Federico II di Napoli, "Dal confronto a livello nazionale delle nostre esperienze emerge che il 25% delle coppie infertili "salta" diagnosi e cure dell'infertilità maschile, che consentirebbero di evitare almeno 8mila PMA l'anno con un risparmio di oltre 150 milioni di euro e, nei casi in cui la procedura resti indispensabile, migliorarne fino al 50% la probabilità di successo, visto che una su due è tuttora destinata a fallire. Inoltre le procedure sono spesso 'pesanti', dato che l'80% delle coppie viene sottoposto a terapie di secondo e terzo livello, come ad esempio la FIVET " continua Palmieri. 

        Palmieri spiega che la PMA deve rappresentare "l'ultima spiaggia" di approdo e non essere vissuta come una "scorciatoia". Peraltro, esiste anche una normativa, del tutto disattesa, per cui si potrebbe accedere alla PMA solo con la certificazione che il maschio non può essere curato: nella realtà invece accade esattamente il contrario e si arriva a valutare il maschio prima e non dopo il ricorso alla PMA. Anche i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza, varati a gennaio scorso, per la prima volta danno ampio spazio alla salute riproduttiva tanto dell'uomo che della donna, sottolineando l'importanza della consulenza preconcezionale in entrambi i partner e della prevenzione attraverso corretti stili di vita che preservino la fertilità. È la prima volta che la salute sessuale maschile occupa un ruolo di tale rilevanza nei LEA, anche se per ora si tratta solo di linee programmatiche. 

Fonte http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/medicina/2017/05/26/fecondazione-una-coppia-su-4-salta-il-controllo-maschile_a03e3c10-cde2-4fc2-b5af-7ffbd15add0f.html

Fumo in gravidanza aumenta rischi di sindrome di Tourette

      Ora, secondo uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Icahn School of Medicine at Mount Sinai Hospital di New York e della Aarhus University (Danimarca), le donne che fumano durante la gravidanza potrebbero causare un aumento di rischio per il nascituro di sviluppare la sindrome di Tourette o altre forme di disturbo tra cui i tic. Il team ha esaminato i dati da 73.073 gravidanze. Questo risultato è stato più evidente nel caso la mamma fumasse più di dieci sigarette al giorno durante la gravidanza: i ricercatori hanno osservato un aumento del rischio del 66% per i disordini tic cronici nel bambino. “Identificare le cause ambientali per i tic cronici e le condizioni psichiatriche correlate è importante perché se conosciamo i fattori di rischio specifici siamo in grado di sviluppare strategie più efficaci per la prevenzione. Il passo successivo sarà quello di capire come questi fattori ambientali esercitano i loro effetti sul rischio, in modo da aprire una finestra sui meccanismi biologici che sono alla base di queste condizioni”, ha affermato Dorothy Grice, professoressa presso la Icahn School of Medicine e autrice dello studio. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Journal of American Academy of Child and Adolescent Psychiatry (JAACAP).

Aumenta il consumo dell’alcol in gravidanza

      Le donne in gravidanza dovrebbero astenersi dal bere alcolici, non soltanto super alcolici ma anche a vino, birra o drink leggeri. È ormai infatti dimostrato che il feto riceve l’alcol nella stessa misura della madre e non esiste una dose che possa essere ritenuta sicura e dunque raccomandabile. Inoltre non si sa quanto alcol ci voglia per arrecare danni all’embrione o al feto. Quindi per prudenza è meglio rinunciare del tutto e l’assunzione di alcolici in gravidanza rimane un NO assoluto. Ma questi consigli, purtroppo, nella realtà vengono ascoltati e così apprendiamo che in Europa una donna incinta su 4 beve, mentre a livello mondiale beve una su 10. Insomma le donne europee alzano di più il gomito con gravi rischi per il feto: come viene testimoniato nella ricerca di alcuni studiosi del Centro per la Salute Mentale e le Dipendenze di Toronto (Canada), alla nascita, una donna su 67 partorirà un bimbo o una bimba con la sindrome alcolica fetale (di cui scriveremo ampiamente nei prossimi giorni). I cinque Paesi dove il fenomeno è più accentuato al mondo si trovano proprio in Europa: Russia, Gran Bretagna, Danimarca, Bielorussia e Irlanda. La ricerca è stata pubblicata su The Lancet Global Health.
      All’inizio della gravidanza, l’alcol assunto dalla madre potrà interferire con la moltiplicazione cellulare attiva dell’embrione e poiché è in questa fase che si formano gli organi, un eccesso di alcol potrebbe provocare malformazioni. Ma gli effetti nocivi si protraggono anche negli ultimi mesi che coincidono con la massima crescita del feto: in questa fase il volume del cervello aumenta notevolmente e si creano i legami tra le diverse cellule; un processo delicato che potrebbe essere alterato dall’assunzione di alcol.
Fonte http://www.clicmedicina.it/aumenta-consumo-dellalcol-gravidanza/

Gravidanza: come difendersi dal diabete

      Gli studi dimostrano infatti che trattare e controllare il diabete gestazionale, anche tramite uno screening precoce (Diabetes Care online) o criteri diagnostici più ampi (Obstet Gynaecol online), può migliorare gli esiti sia della mamma che del feto. I medici quindi dovrebbero sensibilizzare di più le pazienti riguardo l’importanza di scelte alimentari sane e consigliare più movimento durante la gravidanza per migliorare l’ambiente in cui il bambino si sviluppa. Impiegare valori soglia più bassi come quelli proposti nei criteri Carpenter-Coustan o soglie temporali più precoci, come quelle proposte nei criteri degli International Association of Diabetes and Pregnancy Study Groups, identificherebbe un maggior numero di donne con glicemia elevata in cui è possibile modificare gli esiti della gravidanza.
      I dati attualmente disponibili indicano che un qualunque intervento atto a ridurre il rischio di neonati più nutriti per l’età gestazionale nelle donne obese dovrebbe essere implementato prima delle 20 settimane di gestazione. L’ADA raccomanda già lo screening precoce del diabete gestazionale quando si inizia l’assistenza prenatale nelle popolazioni a rischio, come le donne obese, con anamnesi di diabete gestazionale precedente, sindrome metabolica, prediabete, sindrome dell’ovaio policistico o altre disfunzioni metaboliche.
      Lo screening è raccomandato anche nelle donne che hanno dato alla luce bambini molto nutriti, in quelle con parenti di primo grado diabetici o in quelle ipertese o con anomalie del profilo del colesterolo. Le donne con forme lievi di diabete gestazionale, identificate tramite criteri meno stringenti, potrebbero trarre beneficio da consulenze nutrizionali, dietoterapia e insulina se indicata. I rischi per il neonato, al di là della natimortalità, consistono nella terapia intensiva neonatale per ipoglicemia o ittero, nonché nel rischio programmato di obesità in età infantile e diabete e cardiopatie nelle fasi successive.
Fonte http://www.clicmedicina.it/gravidanza-difendersi-dal-diabete/

Procedure di preparazione dello sperma nella IUI

     La IUI può essere eseguita nel corso di un ciclo ovulatorio spontaneo o in seguito a induzione dell’ovulazione, qualora non avvenisse spontaneamente, o a induzione della crescita follicolare multipla (ICFM).
Картинки по запросу preparazione sperma IUI     Le principali indicazioni dell’inseminazione intrauterina sono rappresentate da: infertilità maschile come disturbi dell’eiaculazione o alterazioni dei parametri del liquido seminale di grado lieve-moderato, endometriosi minima o moderata, infertilità idiopatica, precedente fallimento di ICFM associata a rapporti sessuali mirati.
     La preparazione del liquido seminale consiste nel selezionare gli spermatozoi mobili con normale morfologia, eliminando batteri e spermatozoi non vitali. Il metodo di preparazione dello sperma è il passo cruciale dell’inseminazione intrauterina e si basa sull’analisi del campione, raccolto mediante masturbazione il giorno dell’inseminazione. Le procedure utilizzate per la preparazione dello sperma sono principalmente due: il metodo swim-up e il metodo su gradienti di densità.
     Lo swim-up è una metodica di preparazione che viene utilizzata in caso di buoni livelli di concentrazione e mobilità degli spermatozoi. Si basa sulla migrazione degli spermatozoi dal plasma seminale al terreno di coltura. Lo swim-up può essere effettuato da strato o da pellet. Nel caso dello swim-up da strato il terreno di coltura viene stratificato sopra il liquido seminale e riposto all’interno di una stufa a una temperatura di 37 °C per 45 minuti circa, successivamente si recupera il terreno di coltura sovrastante in cui sono migrati gli spermatozoi mobili. Nello swim-up da pellet il campione di sperma viene centrifugato insieme al terreno di coltura. Dopo la centrifugazione si elimina lo strato sovrastante liquido e si stratifica, sopra il pellet (parte solida contente gli spermatozoi), il terreno di coltura. Successivamente il campione viene riposto in stufa a 37 °C per circa 45 minuti e si recupera il terreno sovrastante dove sono migrati gli spermatozoi mobili.
Картинки по запросу preparazione sperma IUI     La metodica sui gradienti di densità è una procedura che seleziona gli spermatozoi mobili in base alla loro densità. Gli spermatozoi mobili hanno una maggiore densità rispetto agli spermatozoi non mobili e non vitali, pertanto possono essere selezionati spermatozoi con elevata motilità e morfologia ottimale. Vengono utilizzati tre gradienti: 90%, 70% e 50%. Il liquido seminale viene centrifugato con terreno di coltura. Successivamente il pellet viene stratificato sopra i gradienti e centrifugato. Si formano così tre strati e solo nell’ultimo strato sono presenti gli spermatozoi con migliore motilità e morfologia. Si effettuano altri due lavaggi con terreno di coltura e si lascia sul fondo della provetta il pellet al quale si aggiunge 0,5 ml di terreno di coltura; si valuta quindi la concentrazione e la mobilità degli spermatozoi da inserire in cavità intrauterina.
     La deposizione degli spermatozoi adeguatamente preparati in cavità uterina deve essere eseguita in condizioni di sterilità per ridurre al minimo il rischio di infezione. La paziente viene sistemata in posizione ginecologica. Il liquido seminale adeguatamente preparato viene aspirato in una siringa da insulina collegata a un apposito catetere monouso di plastica, il quale viene inserito nella cavità uterina attraverso il canale cervicale e gli spermatozoi vengono depositati spingendo lentamente in avanti lo stantuffo della siringa.
     Trascorsi 14 giorni dall’inseminazione sarà eseguito il dosaggio plasmatico dell’ormone beta-hCG per verificare se si è instaurata una gravidanza.
     La percentuale di successo dell’inseminazione intrauterina dipende da diversi fattori e consente di ottenere una gravidanza nel 10-20% dei casi.
Fonte Marianna Serrenti – Biologa presso il Servizio di Ostetricia e Ginecologia, Diagnosi Prenatale e Preimpianto, Terapia Fetale, Ospedale Regionale per le Microcitemie, Cagliari

lunedì 29 maggio 2017

Infertilità e cancro del seno: c’è una relazione?

Картинки по запросу infertilita e cancro al seno      Gabriele e colleghi hanno eseguito una revisione della letteratura cercando articoli sul più grande archivio disponibile di pubblicazioni scientifiche. Come intervallo di tempo sono stati considerati gli anni fra il gennaio 2000 e il maggio 2015 e, fra i termini utilizzati per cercare gli articoli c’erano infertilità, endometriosi, Sindrome dell’ovaio policistico, cancro del seno e rischio di cancro. Dopo aver escluso le pubblicazioni non adatte, è stata eseguita una metanalisi su dieci articoli, usando un metodo di valore universalmente riconosciuto. I risultati hanno indicato che, dagli studi epidemiologici, emerge complessivamente che l’infertilità non è un fattore di rischio di cancro del seno.
      È vero che valutando singolarmente gli studi in tre di essi un maggiore rischio emergeva, ma negli altri 7 no e gli autori hanno giustificato queste contraddizioni con differenze, fra le ricerche, relativamente a popolazioni analizzate, durata dell’osservazione e fattori confondenti. La metanalisi ha dimostrato quindi che non c’è aumento di rischio dovuto all’infertilità né considerando tutte le possibili cause di quest’ultima (1.05; 95% CI [0.96-1.16]) né facendo riferimento a cause specifiche di infertilità come endometriosi (1.02; 95% CI [0.87-1.19]) o Sindrome dell’ovaio policistico (1.19; 95% CI [0.93-1.51]).
      Gabriele e colleghi, nelle conclusioni, raccomandano di rassicurare le donne che si rivolgono ai Centri specializzati per la cura dell’infertilità riguardo al fatto che questa condizione non comporta un aumento del rischio di sviluppo di cancro del seno.

Fonte: Infertility and breast cancer: Is there a link? Updated review of the literature and meta-analysis; Gynécologie Obstétrique & Fertilité, 2016

E se parlassimo di fertilità nelle scuole?

      Pensa che avrebbe influito su di Lei se in giovane età, a scuola, Le avessero parlato della Sua fertilità? Le sembrerebbe utile che si includesse educazione sulla fertilità nel programma di qualche materia? Quali sono i pro e i contro di insegnare ai bambini la loro fertilità?

Che cosa sa la gente giovane?

      La prima domanda da rispondere è se attualmente la gente giovane conosce a sufficienza la sua futura fertilità. Con il gran numero di storie che vengono fuori nei mezzi di comunicazione collegate ai rischi di “lasciarlo per troppo tardi”, dovremmo aspettarci che i più giovani fossero informati sul loro orologio biologico.

      Tuttavia, un recente sondaggio realizzato a più di mille persone nel Regno Unito, ha messo in evidenza come la maggior parte non fosse consapevole di quando la sua fertilità avrebbe iniziato a scendere, e questo non è il primo studio che giunge a questa conclusione. La gente giovane tende anche a sopravvalutare le opportunità di ottenere la sua gravidanza ogni mese e a sottovalutare il rischio di aborto. Non sempre sono consapevoli del modo in cui lo stile di vita -l’alimentazione, il peso, il consumo di alcool o droghe- possa danneggiare la loro fertilità, e molti ignorano inoltre i rischi per la fertilità derivati dalle malattie a trasmissione sessuale.

I contrari

      Perché non insegnare ai più giovani di più sulla loro fertilità a scuola per assicurarsi che siano correttamente informati? Quelli contrari a farlo temono che parlare agli studenti su infertilità comporti un aumento delle gravidanze indesiderate e le malattie a trasmissione sessuale in adolescenti. Si dà per scontato che la gente giovane rischierebbe di più se sapesse che rimanere incinta non è sempre così facile come sembra.

      Altri suggeriscono che menzionare l’infertilità a scuola aggiungerebbe pressione a quelle che già hanno i giovani. Credono che parlare di questo tema significherebbe lanciare preoccupazioni adulte a allievi che sono in un’età nella quale dovrebbero godersi la vita invece di focalizzarsi su preoccupazioni di possibili problemi nel futuro.

      Attualmente, la maggior parte delle donne non sono pronte ad avere figli all’età in cui il loro orologio sì lo è. Con sempre più donne che arrivano all’educazione superiore, semplicemente non è realista aspettarsi che tutte abbiano figli a vent’anni. Sicurezza economica, trovare un partner e una casa può darsi che siano gli ostacoli alla maternità, e sapere che l’orologio biologico continua a andare avanti non lo rende facile.

I favorevoli

Картинки по запросу a scuola      La maggior parte di quelli che sono a favore di introdurre l’educazione su fertilità frequentano sul lavoro gente che sta avendo problemi di fertilità, e vedono di prima mano il modo in cui la disinformazione può interessare le decisioni che ognuno prende. Sebbene gli adulti siano consapevoli degli effetti dell’età sulla loro fertilità, molti sono troppo ottimisti su quello che un trattamento di fertilità può ottenere. Molte volte si sorprendono al sapere che le probabilità di successo di un trattamento di fecondazione in vitro diminuiscono anche a maggiore età, e che il trattamento con ovuli di donatrice può essere la migliore opzione per la maggior parte delle donne di una certa età.

      Le proposte collegate all’educazione sulla fertilità non si centrano sull’educare i bambini sull’infertilità, ma sul renderli consapevoli di quello che è la fertilità in modo che conoscano meglio come funziona il loro corpo. L’intenzione è aiutare la gente giovane a avere una buona conoscenza di fertilità e salute riproduttiva, in modo che sia in possesso delle informazioni adatte per poter prendere decisioni con informazioni sul proprio futuro.

Kate Brian

Nuove scoperte sulla SIDS

sids     Si ipotizza che le potenziali cause scatenanti la SIDS siano numerose, ma tuttora la scienza non dispone di elementi sufficienti per comprenderne i fattori eziologici e tentare di prevenirla efficacemente. Generalmente, i bambini muoiono di SIDS durante le ore di sonno e non mostrano alcun segno di sofferenza; la diagnosi definitiva della patologia viene posta solo quando, in seguito all’esame autoptico post-mortem, non è presente alcuna spiegazione chiara circa la sua possibile causa.
        Recente è l’articolo pubblicato dal ricercatore italiano G. Andrisani sulla nota rivista Medical Hypoteses nel quale viene avanzata un’ipotesi in merito alla causa scatenante questo evento, da imputare ad un’insufficienza di glutammato. Tale idea ha spalancato le porte ad una nuova interpretazione del problema, suggerendo anche una spiegazione logica alla mancanza carenza di reperti neuropatologici post-mortem dei bambini. La teoria di Andrisani va a completare numerose teorie elaborate in precedenza e trova il suo fondamento scientifico nel fatto che la deficienza del neurotrasmettitore glutammato comporterebbe un’alterazione deleteria nella formazione reticolare (RF), un’area del tronco encefalico costituita da un aggregato diffuso di neuroni e fibre nervose.

     Il glutammato è un aminoacido che nel sistema nervoso funge da neurotrasmettitore eccitatorio per eccellenza, stimolando la RF mediante l’attività periferica del midollo spinale e del sistema nervoso centrale. A sua volta, la RF assume un ruolo fondamentale nella modulazione di funzioni vitali di estrema importanza quali l’equilibrio del pH ematico, la regolazione della temperatura corporea e della funzione cardio-respiratoria.
Картинки по запросу SIDS   Durante le ore del sonno si verifica una riduzione della quantità di glutammato rilasciato con conseguente diminuita stimolazione del tronco cerebrale nel neonato, soprattutto in concomitanza di condizioni sfavorevoli che riducono l’apporto di ossigeno al cervello (quali la posizione prona, il fumo o il caldo eccessivo): si determina così un’alterazione del controllo delle funzioni vitali che può indurre all’arresto cardiaco e alla morte improvvisa. I risultati dell’indagine quindi sostengono fortemente l’idea che la SIDS si verifica a seguito di una segnalazione aberrante da parte del glutammato a livello della RF del tronco cerebrale; dimostrare che questa sia l’effettiva causa dell’evento aiuterebbe non solo a ridurre l’incidenza delle morti in culla, ma anche a prevenire il problema. Infatti, è bene considerare che l’area del tronco cerebrale può essere stimolata anche indipendentemente dalla quantità di glutammato, mediante l’attivazione dei meccanocettori della cavità orale ricorrendo all’allattamento nel corso della notte che sovente rappresenta la modalità spontanea del neonato allattato al seno.
        L’ipotesi “glutammato” ha una grande valenza, soprattutto per i bambini particolarmente a rischio perché affetti da patologie cardiache o da difficoltà respiratorie.
      Fonte  The mesencephalic nucleus of the trigeminal nerve and the SIDS