Il Regno Unito sta sviluppando una tecnica di fecondazione senza ovulo
Alcuni scienziati dell’università britannica di Bath hanno fatto nascere dei topi da embrioni che si sono formati in assenza di una cellula uovo. Questo avveniristico esperimento, che è stato messo a punto dall’equipe dell’embriologo molecolare Tony Perry, consentirà in futuro agli uomini di concepire un figlio anche senza una donna? Una coppia di omosessuali, ad esempio, potrà procreare anche senza ricorrere alla pratica dell’utero in affitto? La partenogenesi sarà la nuova frontiera dell’evoluzione? Dove andrà a finire la famiglia tradizionale? I risvolti etici di questa scoperta sono assai numerosi e produrranno, inevitabilmente, numerose polemiche. Si è già dichiarato “contro” questa nuova potenziale opportunità offerta dalla scienza, Mario Adinolfi, leader del Popolo della Famiglia. Ha infatti dichiarato: “Da tempo si sogna di costruire l’orizzonte della cosiddetta partenogenesi attraverso meccanismi tecnologicamente avanzati, ma non se ne capisce l’utilità. La ragione di simili ricerche qual è?”
Un buon lavoro per contrastare l’infertilità?
Carlo Alberto Redi, direttore del Laboratorio di Biologia dello sviluppo dell’Università di Pavia, in merito a questa scoperta parla di un “buon lavoro”, ma che, tuttavia, non può essere definito rivoluzionario. Secondo l’esperto, infatti, gli scienziati britannici “Giocano un po’ con le parole ma in realtà, come loro stessi dichiarano, hanno usato ovociti per produrre dei partenoti, ossia cellule uovo indotte a svilupparsi come se fossero state fecondate”.
Una cosa è certa: questa incredibile sperimentazione potrebbe aprire nuove strade per la cura della infertilità e per salvare numerose specie animali in via di estinzione.
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