La maternità surrogata nel 2017 non è una novità, ma la Corte d’Appello di Trento ammette l’utero in affitto per una coppia di gemelli con due padri e questo crea un precedente rivoluzionario per le Unioni Civili.
La maternità surrogata prevede che una donna porti avanti una gravidanza per conto di altre persone, brutalmente chiamato utero in affitto a causa dell’ovulo non suo, ma della futura madre o di una donatrice.
La novità è che la Corte d’Appello di Trento ha implicitamente ammesso non soltanto la possibilità di ricorrere all’utero in affitto in linea di massima, ma soprattutto che una coppia in Unione Civile possa accudire dei bambini. Vediamo quali saranno le conseguenze.
Maternità surrogata 2017: la Corte ammette l’utero in affitto
La maternità surrogata nel 2017 non è una novità, ma l’ammissione della Corte sull’utero in affitto lo è eccome: grazie alla decisione della Corte d’Appello di Trento, infatti, implicitamente è stata data la possibilità alle coppie omosessuali unite con il rito delle Unioni Civili di poter avere figli.
La maternità surrogata, quindi quella pratica per cui brutalmente si definisce l’utero in affitto di una donna, sarà tacitamente accettata. La genitorialialità non è solo biologica, idea su cui le coppie in Unione Civile si battono, ma finora lo Stato non è stato della stessa opinione.
Il ricorso all’utero in affitto non è concesso in Italia, lo prevede la Legge 40 sulla procreazione assistita; all’estero, invece, la pratica è già in uso. Molte coppie etero e gay hanno scelto di espatriare per avere dei bambini, tuttavia, niente garantiva la possibilità di essere davvero genitori nel nostro Paese: la trascrizione dell’atto di nascita lo impediva.
Maternità surrogata 2017: la Corte si occupa di certificati
La maternità surrogata, secondo la Corte di Trento, non può interferire con la trascrizione dell’atto di nascita dei bambini: malgrado l’utero in affitto sia attualmente illegale, le conseguenze non possono ricadere su chi è già nato.
La Corte d’Appello di Trento, infatti, dando la possibilità di trascrivere l’atto di nascita canadese dei due gemelli (figli di una coppia di papà italiani), ha imposto che la genitorialità venga mantenuta anche se non biologica, creando un precedente rivoluzionario.
La maternità surrogata legittima o meno, tuttavia, non è realmente parte della pronuncia della Corte, che nella pratica si preoccupa solo di validare un certificato attestato dalle autorità canadesi; eppure le conseguenze sono prevedibili: l’utero in affitto potrà configurarsi come la via per diventare genitori.
Maternità surrogata 2017: la Corte ammette l’utero in affitto
La maternità surrogata è una conseguenza che la Corte affronta secondariamente: confermando che chi è nato, anche da utero in affitto - quindi pratica illegale, ha comunque diritto allo status di filiazione acquisito all’estero, implicitamente ne suggerisce la validità.
La Corte d’Appello di Trento, infatti, indica che il mancato allineamento e incompatibilità delle norme italiane con quelle straniere non è contrario all’ordine pubblico per un semplice atto di nascita; un modo apprezzabile per cavarsi d’impaccio, a nostro avviso.
La Corte ammette che il legislatore ordinario possa essere temporaneamente in ritardo, ma prevale l’interesse del minore: l’utero in affitto sembra essere solamente un punto di equilibrio raggiunto dalle norme, per tutelare gli interessi delle coppie gay (o etero) che desiderano diventare genitori. Per questo non occorre demonizzare, quanto integrare una norma che tacitamente ha già fatto il suo ingresso nella nostra consuetudine.
Fonte https://www.forexinfo.it/maternita-surrogata-sentenza-corte-utero-in-affitto-unioni-civili
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