lunedì 6 febbraio 2017

La sindrome feto-alcolica

Pregnant woman with glass of wine in hand        L’assunzione di sostanze alcoliche durante la gravidanza può provocare la FAS Sindrome feto-alcolica (Fetal Alcohol Syndrome), con conseguenze gravi per il nascituro. L’alcool etilico ingerito dalla madre, attraversa la placenta in concentrazione elevata (di poco inferiore rispetto a quella assimilato dalla madre) ma il feto, non disponendo degli enzimi necessari per metabolizzare la sostanza nociva, raggiunge il sistema nervoso danneggiandolo, in molti casi anche gravemente.
           Per questo motivo le donne in gravidanza dovrebbero evitare in assoluto di assumere alcool, nonostante l’atteggiamento permissivo e censurabile di alcuni medici che ne permettono un consumo moderato. La FAS può esplicitarsi in numerosi modi, tra cui alterazione dei tessuti in formazione e conseguenti disformismi facciali (agli occhi, al naso, alle orecchie e alle mandibole), ritardi nella crescita (altezza, peso, circonferenza cranica), problemi cardiaci, deficit cognitivi, alterazioni nel comportamento.
           Oltre alla FAS, il consumo di alcool durante la gravidanza può provocare altri disturbi nel nascituro, che spesso si esplicitano a distanza di anni e vengono indicati dalla comunità scientifica con il termine di FASD (Fetal Alcohol Spectrum Disorder). Tra queste si segnalano possibili problemi mentali, difficoltà con la scuola e il lavoro, e in alcuni casi, persino problemi con la legge. In attesa di uno studio esaustivo per valutare l’incidenza della FAS in Italia, l’Istituto Superiore di Sanità ha diffuso i dati relativi al consumo di alcolici di donne in gravidanza in alcune realtà territoriali, con un’incidenza che varia dallo 0% di Verona, fino ai dati (allarmanti) di Roma, dove la percentuale sfiora il 30%.
           Una ricerca condotta negli Stati Uniti ha stimato l’incidenza delle patologie da FAS e FASD, pari all’1% circa dei neonati.

     Approfondimenti sito del Ministero Salute - La sindrome feto-alcolica

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