La condizione di antibiotico resistenza si verifica quando un germe patogeno muta la sua risposta ad un principio attivo ed il farmaco diventa quindi inefficace per la cura di quella infezione. Il rapporto evidenzia la diffusione del fenomeno di antibiotico resistenza in molte specie di batteri, ma focalizza la sua attenzione su sette di questi, responsabili di patologie comuni e potenzialmente gravi.
Si parla di setticemia, diarrea, polmonite, infezioni urinarie e gonorrea. In particolare la resistenza ai carbapenemi di Klebsiella pneumoniae è fortemente aumentata. Questo batterio in tutto il mondo è il maggior responsabile delle infezioni ospedaliere, neonatali e nelle unità di terapia intensiva. Anche la resistenza ai fluorchinoloni in caso di infezioni urinarie da Escherichia coli supera ormai il cinquanta per cento dei casi seguiti.
L’inefficacia delle cefalosporine di terza generazione nel trattamento della gonorrea è confermata in Austria, Australia, Canada, Francia, Giappone, Norvegia, Slovenia, Sud Africa, Svezia e Regno Unito. Questa malattia colpisce più di un milione di persone nel mondo ogni giorno. Il Dr Keiji Fukuda dell’OMS auspica interventi urgenti al fine di evitare una futura era “post antibiotica”, nella quale infezioni comuni e ferite non gravi torneranno a causare la morte. La resistenza agli antibiotici aumenta la durata della malattia ed incrementa il rischio di morte (ad esempio le persone affette da Staphylococcus aureus meticillino resistente, hanno una probabilità di morte del 64% più alta rispetto agli infetti da batteri non resistenti).
L’antibiotico resistenza aumenta anche i costi della sanità, causando terapie più complesse e ricoveri ospedalieri prolungati. L’OMS indica alcune soluzioni al problema. Il primo mezzo per combattere questa allarmante situazione è quella di un accurato monitoraggio soprattutto perché non tutte le nazioni dispongono di un efficace sistema di controllo e segnalazione. Altro passo importante è quello della prevenzione delle infezioni tramite una maggiore attenzione all’igiene, all’accesso ad acqua potabile, alle cure mediche appropriate e programmi di vaccinazione efficaci, così da ridurre la necessità di ricorrere al farmaco antibiotico. L’OMS auspica anche l’avvento di nuovi mezzi diagnostici e terapeutici, in grado di aggirare il problema della resistenza.
Suggerisce inoltre di seguire semplici regole di comportamento: usare antibiotici solo quando prescritti da medici, per il periodo indicato e nel modo corretto.
Fonti - Antimicrobial resistance: global report on surveillance 2014 - WHO’s first global report on antibiotic resistance reveals serious, worldwide threat to public health
Si parla di setticemia, diarrea, polmonite, infezioni urinarie e gonorrea. In particolare la resistenza ai carbapenemi di Klebsiella pneumoniae è fortemente aumentata. Questo batterio in tutto il mondo è il maggior responsabile delle infezioni ospedaliere, neonatali e nelle unità di terapia intensiva. Anche la resistenza ai fluorchinoloni in caso di infezioni urinarie da Escherichia coli supera ormai il cinquanta per cento dei casi seguiti.
L’inefficacia delle cefalosporine di terza generazione nel trattamento della gonorrea è confermata in Austria, Australia, Canada, Francia, Giappone, Norvegia, Slovenia, Sud Africa, Svezia e Regno Unito. Questa malattia colpisce più di un milione di persone nel mondo ogni giorno. Il Dr Keiji Fukuda dell’OMS auspica interventi urgenti al fine di evitare una futura era “post antibiotica”, nella quale infezioni comuni e ferite non gravi torneranno a causare la morte. La resistenza agli antibiotici aumenta la durata della malattia ed incrementa il rischio di morte (ad esempio le persone affette da Staphylococcus aureus meticillino resistente, hanno una probabilità di morte del 64% più alta rispetto agli infetti da batteri non resistenti).
L’antibiotico resistenza aumenta anche i costi della sanità, causando terapie più complesse e ricoveri ospedalieri prolungati. L’OMS indica alcune soluzioni al problema. Il primo mezzo per combattere questa allarmante situazione è quella di un accurato monitoraggio soprattutto perché non tutte le nazioni dispongono di un efficace sistema di controllo e segnalazione. Altro passo importante è quello della prevenzione delle infezioni tramite una maggiore attenzione all’igiene, all’accesso ad acqua potabile, alle cure mediche appropriate e programmi di vaccinazione efficaci, così da ridurre la necessità di ricorrere al farmaco antibiotico. L’OMS auspica anche l’avvento di nuovi mezzi diagnostici e terapeutici, in grado di aggirare il problema della resistenza.
Suggerisce inoltre di seguire semplici regole di comportamento: usare antibiotici solo quando prescritti da medici, per il periodo indicato e nel modo corretto.
Fonti - Antimicrobial resistance: global report on surveillance 2014 - WHO’s first global report on antibiotic resistance reveals serious, worldwide threat to public health
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