Sebbene l’infertilità maschile diventi oggetto di attenzione da parte degli uomini solo nel momento in cui cercano un figlio, i problemi che potranno portare ad alterazioni riproduttive possono sorgere fin da bambini. Si stima infatti che il 50% dei giovanissimi soffra di affezioni genitali. Durante la visita di leva, si scopriva che il 10-20% dei ragazzi soffre di varicocele. Intorno ai 18 anni, 1 ragazzo su 2 è a rischio infertilità. Ma quali sono i fattori di rischio? Oltre traumi testicolari, farmaci, trattamenti chirurgici, infezioni urinarie, malattie sessuali, varicocele, insufficienza ormonale, ci sono anche lo stress, i fattori ambientali (inquinamento) e uno stile di vita non adeguato (eccesso di alcool, di fumo, droghe, doping). Anche nelle abitudini più comuni possono nascondersi dei rischi: l’uso del telefono cellulare nella tasca dei pantaloni, infatti, può ridurre la motilità degli spermatozoi del 20%. Una problematica, quella dell’infertilità per la quale si profilano nuove opportunità diagnostiche e terapeutiche. Questo il tema su cui si è discusso il 29 maggio alla Consensus Conference di Sorrento in occasione del Congresso Nazionale SIE (Società Italiana di Endocrinologia).
L’infertilità maschile riconosce diverse cause, insorte in età pediatrica o durante lo sviluppo embrionario. La diagnosi quasi sempre coincide con la necessità di concepire un bambino. Individuare le cause risulta, quindi, difficile e l’unico elemento diagnostico facilmente riconoscibile rimane l’alterazione del liquido seminale. Secondo gli studiosi per un primo inquadramento dell’infertilità maschile è quindi obbligatorio effettuare almeno due valutazioni del liquido seminale: la valutazione delle caratteristiche degli spermatozoi e del plasma seminale.
Ad oggi, il principale strumento diagnostico è rappresentato dall’interpretazione dei parametri che emergono con l’esame del liquido seminale; il solo dosaggio degli ormoni coinvolti nella spermatogenesi (ormoni ipofisari e gonadici) però non è sufficiente per poter individuare la terapia più adeguata. Per una diagnosi completa è, infatti, opportuno un approfondimento con analisi più specifiche che chiariscano l’efficienza biologica degli ormoni circolanti e l’eventuale presenza di polimorfismi che riducono il potere biologico dell’ormone e del suo recettore L’obiettivo del trattamento ormonale dell’infertilità maschile è quello di migliorare la qualità del seme del paziente e/o di fare il miglior uso possibile dei suoi spermatozoi nelle tecniche di procreazione assistita. Il trattamento può determinare un aumento di probabilità di concepimento naturale. Può inoltre migliorare la probabilità di successo delle tecniche di fecondazione assistita o consentire di utilizzare tecniche meno aggressive, come l’inseminazione artificiale intrauterina.
Si stima che un terzo degli uomini infertili, una volta sottoposto alle adeguate cure, riesce ad avere una paternità naturale. Per gli altri, aumentano le possibilità di successo della fecondazione assistita.
Fonte http://www.agoranews.it/infertilita-maschilenovita-diagnostiche-e-terapeutiche.html
L’infertilità maschile riconosce diverse cause, insorte in età pediatrica o durante lo sviluppo embrionario. La diagnosi quasi sempre coincide con la necessità di concepire un bambino. Individuare le cause risulta, quindi, difficile e l’unico elemento diagnostico facilmente riconoscibile rimane l’alterazione del liquido seminale. Secondo gli studiosi per un primo inquadramento dell’infertilità maschile è quindi obbligatorio effettuare almeno due valutazioni del liquido seminale: la valutazione delle caratteristiche degli spermatozoi e del plasma seminale.
Ad oggi, il principale strumento diagnostico è rappresentato dall’interpretazione dei parametri che emergono con l’esame del liquido seminale; il solo dosaggio degli ormoni coinvolti nella spermatogenesi (ormoni ipofisari e gonadici) però non è sufficiente per poter individuare la terapia più adeguata. Per una diagnosi completa è, infatti, opportuno un approfondimento con analisi più specifiche che chiariscano l’efficienza biologica degli ormoni circolanti e l’eventuale presenza di polimorfismi che riducono il potere biologico dell’ormone e del suo recettore L’obiettivo del trattamento ormonale dell’infertilità maschile è quello di migliorare la qualità del seme del paziente e/o di fare il miglior uso possibile dei suoi spermatozoi nelle tecniche di procreazione assistita. Il trattamento può determinare un aumento di probabilità di concepimento naturale. Può inoltre migliorare la probabilità di successo delle tecniche di fecondazione assistita o consentire di utilizzare tecniche meno aggressive, come l’inseminazione artificiale intrauterina.
Si stima che un terzo degli uomini infertili, una volta sottoposto alle adeguate cure, riesce ad avere una paternità naturale. Per gli altri, aumentano le possibilità di successo della fecondazione assistita.
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