Fattori protettivi
Alcuni studi sembrano dimostrare che alcuni fattori possono ridurre il rischio di sviluppare la malattia, tra cui:
Gravidanza,
Prima mestruazione in tarda adolescenza,
Attività fisica regolare,
Scarse quantità di grasso corporeo.
Fattori di rischio
I fattori di rischio sembrano essere oltre la giovane età, la predisposizione genetica e quindi la familiarità con la malattia, l’abbassamento delle difese immunitarie e secondo dati recenti, anche l’inquinamento e una determinata alimentazione.
Età; la malattia colpisce prevalentemente donne in età fertile: si localizza in zona pelvica nelle donne di 25-30 anni, mentre le forme extrapelviche si manifestano in donne di 35-40 anni.
Familiarità; il rischio aumenta di sei/sette volte se madre o sorella hanno l’endometriosi.
Menarca precoce (mestruazioni iniziate prima degli 11 anni).
Cicli mestruali ravvicinati (meno di 25 giorni).
Mestruazioni abbondanti e prolungate (oltre 7 giorni).
Nessuna gravidanza
Esposizioni ambientali (agenti chimici quali la diossina sono stati collegati allo sviluppo di endometriosi).
La malattia è causata da alcune cellule della mucosa uterina che si impiantano in regioni diverse dalla parete interna dell’utero (endometrio): quindi parete esterna dell’utero, ovaie, tube, peritoneo, vagina, intestino, vescica e più raramente in altri organi come polmoni e cute. Quando si localizza nel contesto della parete miometriale dell’utero, si parla di adenomiosi.
La conseguenza è che, ad ogni ciclo mestruale, questi impianti endometriosici, non potendo venir fuori cosi come avviene per la classica mestruazione, si sfaldano, determinando infiammazione, cicatrizzazione o fibrosi, e quindi, a seconda di dove sono localizzati, la formazione di aderenze, cisti, noduli, ecc. Ciò provoca, pertanto, ciclo dopo ciclo un continuo ingrossamento degli impianti ed un contemporaneo aumento dei sintomi.
Alcuni studi sembrano dimostrare che alcuni fattori possono ridurre il rischio di sviluppare la malattia, tra cui:
Gravidanza,
Prima mestruazione in tarda adolescenza,
Attività fisica regolare,
Scarse quantità di grasso corporeo.
Fattori di rischio
I fattori di rischio sembrano essere oltre la giovane età, la predisposizione genetica e quindi la familiarità con la malattia, l’abbassamento delle difese immunitarie e secondo dati recenti, anche l’inquinamento e una determinata alimentazione.
Età; la malattia colpisce prevalentemente donne in età fertile: si localizza in zona pelvica nelle donne di 25-30 anni, mentre le forme extrapelviche si manifestano in donne di 35-40 anni.
Familiarità; il rischio aumenta di sei/sette volte se madre o sorella hanno l’endometriosi.
Menarca precoce (mestruazioni iniziate prima degli 11 anni).
Cicli mestruali ravvicinati (meno di 25 giorni).
Mestruazioni abbondanti e prolungate (oltre 7 giorni).
Nessuna gravidanza
Esposizioni ambientali (agenti chimici quali la diossina sono stati collegati allo sviluppo di endometriosi).
La malattia è causata da alcune cellule della mucosa uterina che si impiantano in regioni diverse dalla parete interna dell’utero (endometrio): quindi parete esterna dell’utero, ovaie, tube, peritoneo, vagina, intestino, vescica e più raramente in altri organi come polmoni e cute. Quando si localizza nel contesto della parete miometriale dell’utero, si parla di adenomiosi.
La conseguenza è che, ad ogni ciclo mestruale, questi impianti endometriosici, non potendo venir fuori cosi come avviene per la classica mestruazione, si sfaldano, determinando infiammazione, cicatrizzazione o fibrosi, e quindi, a seconda di dove sono localizzati, la formazione di aderenze, cisti, noduli, ecc. Ciò provoca, pertanto, ciclo dopo ciclo un continuo ingrossamento degli impianti ed un contemporaneo aumento dei sintomi.
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