venerdì 31 marzo 2017

Allarme infertilita in europa 25 milioni di persone colpite

Картинки по запросу INFERTILITA      Era il 1978 quando per la prima volta il mondo assistiva alla nascita di un cosiddetto bambino provetta. Quel neonato era Louise Brown. La fecondazone assistita aiutò sua madre, la quale non riusciva a concepire naturalmente.
      Adesso a 38 anni Louise ha deciso di venire a Bruxelles per parlare dei problemi dell’infertilità. Secondo un recente rapporto, molte donne in Europa incontrano numerosi ostacoli ad accedere ai servizi di fecondazione assistita.

      “Prima che mia madre fosse incinta di me – ci racconta Louise – si rivolse ai medici a causa della depressione. E il medico le disse che era il fatto di non poter avere figli a causarle la depressione. Quindi è necessario che le persone si rendano conto che per le madri o i padri non si tratta solo di avere un bambino, si tratta di poter creare una famiglia.”
Il rapporto pubblicato da Fertility Europe evidenzia che l’infertilità colpisce 25 milioni di cittadini europei.Tra i 9 paesi presi in considerazione (Repubblica Ceca, Francia, Germania, Italia, Polonia, Romania, Spagna, Svezia e Regno Unito) la Spagna e la Polonia sono quelli con il tasso di fertilità più basso, mentre Francia quello con il più alto. 
      Con questi numeri la popolazione in Europa rimane al di sotto del tasso di stabilizzazione, che è di circa 2 bambini per donna. 
      Su questo rapporto l’eurodeputato rumeno, la liberale Norica Nicolai, ha ospitato lunedì un dibattito al Parlamento europeo.
      “Per risolvere questo problema – spiega – è necessario guardare alla politica interna e alle politiche sulla fertilità che devono essere incluse nella politica interna di tutti gli Stati membri.”
      Per alcune organizzazioni pro-life la possibilità di fecondare un ovulo con uno spermatozoo al di fuori del corpo umano è discutibile. Secondo loro, è necessario concentrarsi sui rimedi che la medicina offre e sulle terapie per contrastare la sterilità piuttosto che procedere attraverso la fecondazione in vitro.
      Louise sostiene che tutte le donne nell’Unione europea dovrebbero poter avere accesso alla fecondazione assistita se non possono concepire naturalmente.
      A questa tecnica lei deve la sua esistenza, lei il primo bambino nato in provetta che adesso ha una famiglia tutta sua.


Fonte http://it.euronews.com/2017/03/28/allarme-infertilita-in-europa-25-milioni-di-persone-colpite

A che punto è la fertilità di una donna? Lo dice la 'riserva ovarica'

     Un anno di rapporti non protetti senza riuscire a rimanere incinta. Per chi ha più di 35 anni potrebbe essere il caso di sottoporsi agli esami che stimano la riserva ovarica. Esami relativamente nuovi e ancora poco diffusi che dicono in pratica quante possibilità e quanto tempo si ha a disposizone per concepire.
     Ecco il punto di vista di Valeria Savasi, responsabile del Centro di riproduzione assistita dell'Ospedale Luigi Sacco di Milano
     Parliamo di infertilità: dopo quanto tempo una coppia che cerca un figlio che non arriva deve iniziare ad affrontare il problema? Dopo un anno di rapporti, in media due volte la settimana, senza risultati è bene che sottoponga la cosa a uno specialista.
     Lei parla di rapporti mirati (ovvero nei cosiddetti giorni fertili)? No, intendo rapporti non protetti, ma quando capita. In questo modo, nel 98% delle coppie in età fertile la donna resta incinta entro l'anno. In caso contrario, c'è qualcosa da approfondire.
     Naturalmente poi tutto è rapportato all'età: se una donna ha 42 anni aspettare un anno non avrebbe alcun senso. Certo è che in linea generale non bisognerebbe aspettare i 40 anni per decidere di avere un figlio. Questa è una patologia dei giorni nostri. Ma va ricordato che la fertilità è mantenuta fino ai 35 anni, poi comincia a decadere, e dai 40-41 si assiste a una sua riduzione drastica.
     Proprio per capire a che punto è la fertilità di una donna, si possono effettuare degli esami che fungono da termometro della cosiddetta riserva ovarica. Se ne sente parlare, ma trattandosi di test ancora relativamente nuovi molte si interrogano su cosa siano, e su cosa ci dicono. In particolare pensiamo all'AMH (ormone antimulleriano) e all'inibina B. Ce ne può parlare?
     Si tratta di esami di secondo livello, ovvero sono successivi a quelli di primo livello, tra cui posso citare i dosaggi ormonali dell'Fsh, Lh e 17 beta estradiolo (esami del sangue), da effettuare tra il terzo e il quinto giorno del ciclo. L'AMH invece, su cui preferisco soffermarmi in quanto dimostratosi un marker più attendibile, può essere effettuato in qualunque giorno del ciclo di una donna. Un suo risultato basso, ci rivela che la riserva ovarica si sta assottigliando. In altre parole, se si cerca un figlio bisogna affrettarsi.
donna-test-di-gravidanza     L'altro esame utile da fare, sempre di secondo livello, e che ha sostituito ultimamente l'inibina B, è la conta dei follicoli antrali. Si tratta di un'ecografia transvaginale, tra la terza e la quinta giornata del ciclo: sotto un certo numero, che va valutato anche in base all'età della donna, ci rivela che la sua riserva ovarica è scarsa. In genere gli esiti di questi due esami vanno incrociati e letti insieme, e generalmente sono concordanti.
     Cosa può fare una donna quando si sente dire che la sua riserva ovarica è ridotta? Niente. Non c'è nulla che si possa fare per “ricaricarla”. Serve a valutare quante chance avrà ancora la donna per concepire, e a stimare più o meno quanto tempo si ha ancora a disposizione.
     Quindi dopo una brutale “sentenza di condanna”, o un “semaforo giallo” che chance restano? Una donna potrebbe ipotizzare di congelare gli ovociti, ma questa è tutta un'altra storia. Oppure potrebbe più semplicemente optare per accelerare i tempi. Bisogna studiare la sua strada, caso per caso. Ma se la riserva ovarica è esaurita, la strada è chiusa.
     Congelare gli ovociti? Ci spieghi meglio Una donna intorno ai 35 anni, single, ma con desiderio di maternità, e con esiti non brillanti potrebbe decidere di congelare i propri ovociti in attesa del momento giusto (sentimentalmente parlando) per utilizzarli.
Fonte http://www.nostrofiglio.it/concepimento/infertilita/a-che-punto-e-la-fertilita-di-una-donna-lo-dice-la-riserva-ovarica

Il feto si muove tanto nella pancia: che bambino sarà dopo il parto

     Durante la gravidanza, l’attività del feto non è direttamente correlata solo all’indole del bambino.
     Inoltre, il carattere del piccolo dopo la nascita, sarà molto condizionato anche dal rapporto con i genitori e dall’ambiente esterno.
     L’eredità genetica è solo una delle diverse componenti della personalità di ognuno.

I movimenti fetali possono darci delle indicazioni riguardo il carattere del bambino?

     Ogni bambino nasce con delle proprie specificità. Tuttavia i movimenti fetali non sono la diretta espressione del suo carattere. Questi sono anche una reazione agli ormoni e allo stile di vita della madre.
     I piccoli che nel pancione sono piuttosto irrequieti, hanno probabilmente un temperamento forte, che magari manterranno. Ma potrebbe capitare anche che, lo stesso feto turbolento, diventi invece un neonato tranquillo e disciplinato nei ritmi di veglia e nanna.
     L’attività del feto è fortemente condizionata dagli “ormoni dello stress“, cioè adrenalina, cortisolo e acth.
     Le oscillazioni della concentrazione di questi ormoni sono correlate ai ritmi sonno-veglia della mamma. Tuttavia i loro livelli possono essere condizionati anche dalle esperienze emotive della gestante. L’adrenalina, ad esempio, aumenta in situazioni stressanti dal punto di vista fisico o intellettuale.
foto_piedino sul pancione     Quando i livelli di adrenalina, cortisolo e acth sono elevati il feto tende a muoversi meno. Mentre, quando la produzione è ridotta, come nelle ore serali, i movimenti fetali sono più frequenti. Molti studi sostengono, inoltre, la sensibilità del feto agli influssi esterni. Abbiamo parlato diverse volte di come la musica, ad esempio, possa avere un’influenza positiva. La musica infatti incide sia sull’attività del bambino che sul suo sviluppo.
     Oltre agli ormoni, e alle sollecitazioni esterne, anche l’alimentazione materna, inoltre, può incidere sull’attività del feto. In particolare gli aumenti della glicemia, dopo un pasto a base di carboidrati e zuccheri semplici, possono indurre movimenti fetali.
     Quindi se il bambino si muove tanto nella pancia, non dobbiamo pensare che avremo necessariamente un bambino molto vivace, ma sicuramente in salute!
Fonte http://www.passionemamma.it/2017/03/il-bambino-si-muove-tanto-nella-pancia-che-bambino-sara-dopo-il-parto/

RISERVA OVARICA, COME DETERMINARE IL POTENZIALE RIPRODUTTIVO DI UNA DONNA

      “Conoscere bene il proprio corpo e reagire prontamente ai segnali è importante; una donna che desidera diventare mamma dopo circa un anno di tentativi infruttuosi, specialmente se ha un’età superiore ai 30, dovrebbe considerare la possibilità di rivolgersi ad uno specialista. In caso di difficoltà nel concepimento è sicuramente indicato sottoporsi quanto prima ad indagini più approfondite, per entrambi i futuri genitori” spiega il Dott. Andrea Borini, responsabile medico-scientifico di 9.baby, il network specializzato in medicina della riproduzione.
Картинки по запросу riserva ovarica      “In alcune particolari situazioni la riserva ovarica, ovvero il patrimonio follicolare e ovocitario presente in un determinato momento della vita di una donna, potrebbe essere notevolmente ridotta anche in donne più giovani e ci sono alcuni campanelli d’allarme da non sottovalutare, ad esempio familiarità di menopausa precoce. Indagini ecografiche e di laboratorio permettono oggi di ottenere informazioni sul probabile stato di fertilità e sulla previsione di risposta ai trattamenti”.
      Diversi esami possono tracciare un primo quadro e offrire una ‘fotografia’ dello stato della riserva ovarica di una donna: tramite un semplice esame del sangue dosando l’FSH, ormone follicolo stimolante, e l’ormone antimulleriano, AMH, o con semplici esami di diagnostica per immagini, un esame ecografico della conta dei follicoli antrali e del calcolo del volume ovarico.
Fonte http://www.gravidanzaonline.it/infertilita/riserva-ovarica-come-determinare-il-potenziale-riproduttivo-di-una-donna.htm?

Maternità surrogata in Ucraina, assolta coppia di Bologna

Maternità surrogata in Ucraina, assolta coppia di Bologna      Assoluzione perché il fatto non costituisce reato. Si è concluso così in tribunale a Bologna un processo su un caso di maternità surrogata in Ucraina da parte di una coppia italiana, residente in un paese della provincia del capoluogo emiliano. Sul banco degli imputati marito, 57 anni, e moglie, 44, dal 2012 genitori di un bambino nato a Kiev, dove la pratica è consentita. La madre naturale è una donna ucraina con cui a febbraio 2010 sottoscrissero un contratto per poter impiantare nel suo utero, dietro pagamento di un corrispettivo, un ovocita fecondato con il seme dell'italiano.

     L'inchiesta era partita per una segnalazione dell'ambasciata italiana a Kiev al Comune dove il bambino è registrato, che ha avvisato la Procura. Alla coppia, difesa dall'avvocato Giorgio Muccio, era contestata la violazione dell'articolo della 'legge 40' che sanziona chi organizza o pubblicizza la surrogazione di maternità. Il Pm in udienza davanti al giudice Sandro Pecorella, aveva chiesto il minimo della pena.

     Il difensore ha sottolineato nella sua arringa la mancanza di chiarezza della norma penale di riferimento e ha rilevato, tra l'altro, che recentemente sono stati depositati vari disegni di legge per modificare la norma e rendere perseguibili gli italiani che fanno ricorso alla maternità surrogata all'estero. Pratica che dunque, evidentemente, non sarebbe considerata illecita con le attuali normative.

     L'uomo per l'accusa sarebbe stato il concorrente materiale, la moglie la concorrente morale del reato. Del procedimento erano stati avvisati gli uffici giudiziari minorili, che non avevano preso provvedimenti. Inizialmente  nell'inchiesta del Pm Marco Forte era indagato anche un ginecologo italiano, per cui era stata chiesta l'archiviazione perché non sono emerse prove che abbia preso parte alla realizzazione della 'surrogazionè. Tutti e tre, il medico e i coniugi, erano inoltre accusati del reato di alterazione di stato civile, ipotesi poi caduta perché essendo nato in Ucraina, l'atto di nascita del bambino é stato redatto secondo le norme vigenti nello Stato ucraino.


Fonte http://bologna.repubblica.it/cronaca/2017/03/28/news/maternita_surrogata-161654672/

giovedì 30 marzo 2017

Bonus Nido 2017: 1.000€ per Famiglie con Bimbi tra 0 e 3Anni

COME SI OTTENGONO MATERIALMENTE I 1.000€ DEL BONUS NIDO 2017?

Il buono viene erogato e corrisposto dall’INPS. Il decreto attuativo conterrà i dettagli relativi alla richiesta di corresponsione del beneficio.

Non è prevista una soluzione unica di pagamento bensì una dilazione mensile: il bonus nido 2017 sarà corrisposto alle famiglie in 11 mensilità, ciascuna di esse sarà pari a circa 90,9 euro al mese. E da un punto di vista fiscale, questa somma di danaro non risulterà cumulabile con la detrazione fiscale per le spese documentate di iscrizione ad asili nido.

bonus nido 2017LA RICHIESTA DEI 1.000€ DEL BONUS NIDO 2017 POTRÀ ESSERE AVANZATA DA TUTTE LE FAMIGLIE CON BIMBI TRA 0 E 3 ANNI ISCRITTI AL NIDO, SENZA LIMITAZIONI REDDITUALI E TETTO ISEE.

La legge di stabilità non ha ancorato il beneficio a nessun vincolo reddituale, non è previsto, infatti, un tetto ISEE per ottenere il contributo. Inoltre, il bonus nido 2017 rappresenta una misura ulteriore rispetto  ai voucher per asilo o babysitter destinati alle mamme che rinunciano al congedo parentale.

Fonte http://www.vitadamamma.com/158523/bonus-nido-2017-1000-euro.html

Donne in gravidanza, non rinunciate al pesce!

       La gravidanza è, nella stragrande maggioranza dei casi, fautrice di scelte salutistiche in ambito alimentare, generalmente incoraggiate dai curanti  e fortemente orientate verso ciò che non possa nuocere in qualche modo al bambino che si aspetta. Ci si fa quindi consigliare dal proprio medico su cosa sia opportuno mangiare, ci si informa in internet, si leggono libri sull’argomento per essere il più preparate possibile. Carni e salumi crudi sono spesso banditi per non incorrere nel rischio toxoplasmosi. Le uova sì ma a a patto che siano ben cotte o comunque provenienti da allevamenti sicuri, altrimenti potrebbe accadere di contrarre la salmonella. Meglio rinunciare alle bevande alcoliche e ridurre il consumo di caffè. Sui social network in particolare si leggono queste ed altre affermazioni.
          Rispetto agli alimenti consigliati e sconsigliati in gravidanza le opinioni soventemente divergono e sorgono scuole di pensiero con visioni antitetiche fra loro. Una cosa è certa, a meno che non vi siano motivazioni particolari anche legate a scelte personali,  future mamme non rinunciate al pesce! 
         Ma perché fa bene mangiare pesce in gravidanza? I motivi sono molteplici: durante l’attesa il consumo di prodotti ittici fa bene sia alla mamma che al bimbo, perché i nutrienti di questi alimenti possono apportare dei benefici alla salute del feto, in particolare allo sviluppo di un organo complesso e delicato come il cervello. La spiegazione, su Stem Cells, arriva direttamente da un gruppo di avanguardisti ricercatori giapponesi, che grazie a degli studi approfonditi sull’argomento sono riusciti a comprendere la correlazione tra il consumo del pesce da parte della mamma e lo sviluppo di un organo importante come il cervello nel piccolo. 
         Mediante alcuni esperimenti su modello murino si è scoperto non solo che una dieta varia ed equilibrata, ricca di acidi grassi, fa bene al futuro nascituro, ma anche che un’alimentazione povera di omega-3  danneggia la neurogenesi corticale dei piccoli. Questa scoperta non va certo presa alla leggera. Alcuni studi precedenti erano già riusciti a dimostrare che un’introduzione da parte della mamma di omega-3 ed omega-6 durante la gravidanza favorisce lo sviluppo del cervello del bambino, ma adesso questo legame è stato reso ancora più palese.
gravida cucina          Ma quali sono gli effetti di questi particolari lipidi alimentari sulla formazione di quest’organo? I ricercatori si sono accorti che quando alle cavie  di sesso femminile è stato dato del cibo povero dei famosi omega, la loro cucciolata aveva poi un cervello di dimensioni ridotte e una volta che i piccoli erano cresciuti si dimostravano emotivamente più instabili rispetto a topi che invece avevano potuto beneficiare degli acidi grassi durante il periodo di gestazione. Le ricerche hanno sottolineato come tale anomalia del cervello è in buona parte causata dallo squilibrio degli acidi grassi, che provoca un invecchiamento prematuro delle cellule staminali neurali fetali, da cui poi nasceranno le vere e proprie cellule cerebrali.
               Quindi è importante che ogni donna in gravidanza si nutra in modo vario e bilanciato, senza rinunciare al pesce, ma anzi, cerchi di assumere la giusta quantità di omega-3 e omega-6, mediante i vari alimenti che li contengono. 

    Fonte  Maternal dietary imbalance between omega-6 and omega-3 polyunsaturated fatty acids impairs neocortical development via epoxy metabolites

S.O.S Candida e Cistite

cistite       La candida è naturalmente presente all’interno dell’intestino sia maschile che femminile e diventa un problema quando prevale la flora batterica patogena, costringendo così la candida in eccesso a migrare dalle pareti intestinali all’apparato urogenitale. La causa di candida e cistite è la medesima, anche se il trattamento è sensibilmente diverso, ma in ogni caso è doveroso lavorare sui batteri intestinali patogeni apportando gli antagonisti cosiddetti “buoni” che terranno a bada sia la crescita delle famiglie dannose (ad es. Escherichia Coli) oppure dei miceti tipo Candida Albicans. Senza dimenticare il PH dell’ambiente sia intestinale che genitale, fattore molto importante per la prolificazione in particolare della candida. La candida può crescere e invadere anche altri comparti del nostro organismo risalendo il tratto intestinale fino alla bocca diventando causa silente di alcuni tipi di reflusso gastroesofageo. Nel bambino si manifesta attraverso irritazioni da pannolino oppure mughetto.
          L’origine della disbiosi può essere: alimentare, conseguente ad una cura antibiotica, stress, ma comunque le basi iniziali per l’equilibrio della nostra flora batterica arrivano direttamente dal momento del parto quando siamo nati, perché fino a quel momento il nostro tratto gastro intestinale è sostanzialmente sterile. Passando dal canale vaginale veniamo colonizzati dai batteri della mamma che possono essere in una condizione di equilibrio (eubiosi) oppure in disequilibrio (disbiosi). Purtroppo in un parto cesareo, si raccolgono esclusivamente i batteri dall’ambiente inadatti a svolgere le funzioni fondamentali di difesa immunitaria. Non dobbiamo solo debellare candida e cistite! Perché, così facendo, elimiamo anche i batteri amici. Occorre controbilanciare le famiglie microbiche, per creare un terreno inadatto alla prolificazione di queste fastidiose problematiche.    

Fonte  www.naturopatacuneo.com

Esposizione ancestrale allo stress in gravidanza

            Infatti, una volta incinta, potrebbe affrontare una gravidanza complicata da eventi per i quali pare non essere predisposta, derivanti quasi certamente dallo stress. Questa condizione, secondo questa ricerca, originerebbe appunto da quello stato di malessere vissuto precedentemente da una bisnonna, o da un’altra parente di generazioni fa. Lo stress in gravidanza supererebbe così le barriere del tempo, tramandandosi attraverso le generazioni ed imprimendosi nell’albero genealogico. Tra le conseguenze di questo stato vi potrebbero essere complicanze di diverso tipo per le quali la scienza non ha ancora individuato una risposta univoca e, tra esse, anche il parto pretermine: uno degli obiettivi della ricerca è stato infatti proprio cercare di spiegare le ragioni per le quali questo fenomeno avvenga in donne sane e senza fattori di rischio specifici.
   Lo studio, finora sviluppato su modello murino, ha mostrato che gli effetti epigenetici derivanti dallo stress ereditato dagli avi possono influenzare le gravidanze anche dopo diverse generazioni. Una prima generazione di ratti è stata sottoposta a un forte stress nella fase terminale della gravidanza, mentre le generazioni successive sono state divise in due gruppi: uno sottoposto a stress, l’altro no. Si è scoperto così che – indipendentemente dallo stress sperimentato personalmente – le discendenti dei topi sottoposti a stress tendevano ad avere gravidanze più brevi rispetto alle altre, ovvero quelle la cui generazione precedente aveva invece vissuto la gravidanza in tranquillità. Inoltre, il dato che più ha sorpreso i ricercatori è stato che le nipoti dei topi stressati avevano avuto gravidanze più brevi, nonostante le loro stesse madri avessero vissuto una gravidanza serena. 
stress  “Abbiamo dimostrato che lo stress attraverso le generazioni diventa abbastanza potente da accorciare la lunghezza della gravidanza nei ratti e indurre un caratteristico parallelo parto pretermine” ha spiegato la Dottoressa Gerlinde Metz, una delle ricercatrici senior che hanno condotto lo studio. Sempre secondo Metz e collaboratori, tali cambiamenti sono da attribuire all’epigenetica, ovvero a fenomeni ereditari che influenzano l’espressione genetica: una sorta di “impronta” che influenza il comportamento funzionale del nostro patrimonio genetico.
   A loro volta, i ricercatori ritengono che i cambiamenti epigenetici siano dovuti alla presenza di “microRNA” (molecole non codificanti di RNA), che ricoprirebbe un ruolo determinante nella regolazione dell’espressione genica. La Metz ha fatto notare che, rispetto agli studi epigenetici precedenti, “quello che non sapevamo era se i microRNA, che sono importanti biomarcatori della malattia umana, possono essere generati da esperienze ed ereditati attraverso le generazioni. Ora, abbiamo mostrato che lo stress materno può generare modifiche nel microRNA, con effetti nelle diverse generazioni”. 
  Ovviamente, resta ancora molto da approfondire rispetto a questi mutamenti, ma le indagini continueranno lungo questa via; infatti, con la conoscenza di questi meccanismi, è possibile prevedere e quindi anche prevenire non soltanto eventi quali i parto pretermine ma anche altri disturbi e patologie.     Fonte Scientifica Primaria: Ancestral exposure to stress epigenetically programs preterm birth risk and adverse maternal and newborn outcomes

Latte materno: importante fonte di cellule staminali

      Per raggiungere lo scopo, i ricercatori hanno manipolato geneticamente i topi da laboratorio, introducendo un gene denominato Td-Tomato, in grado di colorare di rosso le cellule staminali se sottoposte a fluorescenza. Le femmine di topo con il gene modificato hanno cominciato ad allattare i piccoli, permettendo al gruppo di ricerca di seguire il percorso delle cellule staminali nel loro organismo. Dalle analisi è emerso che le cavie diventate adulte mostravano ancora tracce delle cellule staminali contenute nel latte materno. Le cellule sono state ritrovate sia nel cervello, dove svolgono la funzione di formazione dei neuroni, sia nel fegato per la produzione di epatociti. 
       Il latte materno è facilmente reperibile e gli esperti hanno trovato cellule staminali in grande quantità. Il latte materno  vanta una composizione talmente difficile da replicare, da rendere tutti i suoi sostituti in polvere alla stregua di surrogati, anche a fronte di immense risorse messe in campo dall’industria di riferimento che continua a creare prodotti in grado di avvicinarsi alla formula originale senza mai raggiungerla.
        Lo scambio di cellule che avviene durante l’allattamento costituisce la causa primaria che rende il latte materno un alimento non replicabile sul piano industriale e una delle ragioni in grado di validare la credenza, spesso adombrata di componenti di tipo metafisico o psicologico, in base alla quale l’allattamento cementerebbe negli anni il legame tra madre e figlio. Inoltre questa fonte di staminali permetterebbe di risolvere i problemi etici legati all’utilizzo di cellule staminali embrionali.
allattamento bimbo        La Dr.ssa Foteini Hassiotou ha dichiarato: “Abbiamo effettuato ulteriori passi avanti nel campo della ricerca, dimostrando ancora una volta come il latte materno non sia solo un semplice nutrimento per il bambino. Queste staminali possono diventare cellule di tessuto osseo, cartilagineo, adipose, pancreatiche, epatiche, neuroni. È proprio questo il loro valore: stimolandole opportunamente provetta è possibile ‘trasformarle’ in cellule specializzate di diversa e svariata natura. D’altra parte ancora molte domande rimangono insolute, in particolare stiamo ancora studiando il ruolo di tali cellule nei bambini allattati al seno”. Infatti per ora gli studi si sono limitati alle sperimentazioni su modello murino, anche se non c’è motivo di credere che nell’uomo i risultati siano differenti.
       Quindi un motivo in più per suggerire alle donne di allattare i loro neonati e supportarle in questa scelta! 

    Fonte Bibliografica Hassiotou F., Hartmann P.E. (2014). At the dawn of a new discovery: The potential of breastmilk stem cells. Advances in Nutrition

mercoledì 29 marzo 2017

Fumo in gravidanza, segni nel sangue del bimbo per anni

      La nicotina e le altre sostanze contenute nelle sigarette producono delle modificazioni molecolari che sono desumibili dall’analisi del sangue del bambino per moltissimo tempo subito dopo il parto. Come ha sostenuto la leader della ricerca made in Usa, Margaret Daniele Fallin, con un po’ di sangue la ricerca può darsi delle risposte che fino a qualche anno fa sembravano impossibili. È già noto che il nostro corpo assorbe spesso determinate sostanze e le ritiene, per esempio, all’interno delle ossa (si pensi al piombo) ma i ricercatori sono rimasti molto stupiti di come addirittura il corpo di un feto possa assorbire e mantenere in circolo nel proprio corpo per anni queste sostanze.
         Per giungere a questi risultati, il Dottor Fallin ed i suoi colleghi hanno studiato delle particolari molecole corporee, completando così uno studio di due anni prima nel quale dei ricercatori avevano scoperto la correlazione fra la quantità di un determinato marchio epigenetico nel corpo del bambino e la probabilità che la madre avesse fumato durante la gravidanza. I ricercatori statunitensi hanno utilizzato, per svolgere lo studio, i campioni di sangue di 531 bambini in età prescolare provenienti da diversi paesi degli Stati Uniti d’America, e tutti accomunati dal fatto di avere madri che avevano fumato durante la gravidanza.
fumo gravida         A distanza di cinque anni, il sangue dei bambini conteneva ancora la memoria del fatto che la madre avesse fumato, la cosiddetta Metilazione, ovvero un fattore epigenetico consistente nell’aggiunta di un gruppo metile ad un gene. Lo studio in questione potrebbe avere una portata immensa per determinare tutte quelle cause di condizioni patologiche che il nostro corpo “memorizza” per anni. I ricercatori statunitensi mirano soprattutto a scoprire, andando avanti nella ricerca, se questa firma molecolare sia in qualche modo correlabile con altre condizioni patologiche sviluppate in età adulta.
       FonteSmoking during pregnancy leaves a genetic mark imprinted in your baby’s blood ‘that’s still detectable 5 years later – and could be linked to autism 

Bambini: è giusto addormentarli in braccio?

Scopriamo in pratica che il piccolo preferisce di gran lunga stare in braccio, soprattutto di sera, specialmente quando piange, in ogni caso quando ha bisogno di dormire. Perché questo avviene? Bisogna assecondare questo bisogno o contrastarlo? Ecco le esperienze delle Mamme
pink_maternity   Kangaroo La mia topina di 5 mesi è sempre stata un angioletto: da quando ha 2 mesi dorme tutta la notte, non piange(va) quasi mai, se non per fame o sonno, ed è tutta un sorriso. Ultimamente, però (diciamo da un paio di settimane), quando arriva sera, cioè all’ora della nanna, inizia a piangere disperata. Se la prendiamo in braccio e le cantiamo la ninna nanna si dimena sputando il ciuccio. se la mettiamo nel lettino peggio che mai: urla come un’aquila! Se invece le facciamo capire che non si va a nanna e la teniamo in braccio, in posizione “eretta”, allora si tranquillizza e ci guarda sorridente, per poi ricominciare appena riproviamo a farla dormire. Dopo un’oretta di queste scene si addormenta, spesso grazie alla tetta, che uso come rimedio estremo, visto che preferirei non farla dormire a pancia piena. Leggo ovunque che non bisogna far addormentare i bambini in braccio, che dovrebbero addormentarsi nel loro lettino, ma come si fa? Lei si è sempre addormentata in braccio a noi, anche di giorno, abbiamo sbagliato? Cosa ne dite? 
  Pizzicotta Ma non si addormenta dopo la poppata notturna? Mah, magari semplicemente non ha sonno subito… Alice non si addormenta mica subito dopo aver mangiato… durante le poppate giornaliere si addormenta dopo circa un’oretta per mezz’ora di pisolino… la notte di solito dopo bagnetto e poppata si addormenta, ma può capitare che non lo faccia e allora la tengo sveglia, le faccio ascoltare un po’ di musica rilassante oppure le parlo ( niente comunque di troppo stimolante) e quando ha sonno lo fa capire… solo allora la metto a nanna! Magari la tua nelle ultime settimane ha dormito un po’ di più nel pomeriggio? Può capitare che allora non abbia subito sonno!
   Amelie Poulain Chi è che dice che i bimbi non si devono addormentare in braccio? La mamma sei tu e se per te e tua figlia va bene così, continua così! E’ evidente che non le piace stare sola nel lettino nel momento dell’addormentamento ed è altrettanto evidente che le piace poppare e allora lasciaglielo fare non è una male metterla a letto con lo stomaco pieno, se è una sua richiesta e non è un male tenerla in braccio per addormentarla, anzi ci sono svariati medici che sostengono il contrario, è meglio un bimbo sereno ed appagato che uno rassegnato.
   Marika1982 Giada si addormenta solo in braccio… Che male c’è? Quando sarà più grande che potrò parlarci la metterò nel lettino e magari le racconto una favola.. ma ora ha solo 7 mesi!!!! Anche io dormivo in braccio e adesso riesco a dormire da sola!  Sarebbe più bello per tutti mettere il bimbo a letto e poter dire “ciao fai la nanna!” Ma non è per tutti cosi. Giada si comporta come la tua piccola se cerco di farla dormire prima che abbia sonno. Così passiamo circa 40 minuti (tra le 20/21) sul lettone, lei si rotola come un salamino… giochiamo e quando si gratta l’occhio capisco che vuole andare a nanna. A quel punto canzoncina e pacchette sul sedere per circa 10 minuti. Magari semplicemente non ha voglia di andare a nanna… o magari è molto stanca e quella sensazione la disturba! Secondo me devi trovare il modo per farla stare tranquilla prima di addormentarsi… un gioco, una filastrocca.. qualunque cosa che la svaghi e la tranquillizzi! Sono piccolini ancora… Se ci paragoniamo a loro… quando non ci va di fare una cosa noi ci arrabbiamo e loro poveretti piangono! Cosa devono fare!!
   Queste le esperienze raccontate dalle Mamme sul Forum di Mammole 

Se il piccolo odia il passeggino

Ha la sua posizione preferita: si accoccola contro il mio seno, pancia contro pancia, tutto rannicchiato e con un’espressione di beata soddisfazione sul viso.

 Quando è in fase attiva, saluta con la manina tutto quello che incontra (cani, macchine, alberi), altrimenti si appisola e dormicchia per tutto il tragitto. Le prime volte potrebbe sembrare faticoso… ma con il tempo ho maturato una certa resistenza alla fatica  per cui camminiamo per ore, lui sempre accoccolato sulla mia pancia, come quando era un cucciolo minuscolo Sabato pomeriggio siamo usciti a spasso. Era freddo, e le strade erano affollate.   Dodo si è accoccolato contro di me, nella fascia, il cappello da gnometto che gli copriva il viso lasciando fuori solo gli occhi e il nasino. Quando uscivamo con il marsupio e Dodo era un cucciolotto, era tutto un fiorire di commenti. “Che cucciolo!” “Che meraviglia” “Piccolino!” Adesso tutti i passanti ci guardano con aria incuriosita.

passeggino   Dodo forma un megabozzolo contro la mia pancia. Le vecchiette commentano con “almeno sta caldo”. Altre dicono “Così non si staccherà mai”. Gli unici sguardi comprensivi (ed un po’ invidiosi) sono quelli di mamme e papà che trasportano bimbi urlanti in braccio. Dodo osserva tutto con attenzione, un’espressione di delicata soddisfazione.

   Entriamo in un negozio per bambini. Cerchiamo pigiami di pile per combattere il freddo invernale. Il negozio è pieno, Dodo fa ciao con la mano a tutti i bimbi che vede. Arriva la commessa, mi guarda con perplessità (la stessa perplessità quando qualche mese fa le avevo chiesto se vendevano fasce portabebè). Nell’assortimento colorato, mancano le taglie papabili. 
“Che taglia cercava, signora?” 
“Non so… 12 mesi, 18… insomma, per un bimbo di 80 cm.”
 “Sarebbe questo il bimbo?” – occhiata perplessa al megabozzolo.

 Dodo sorride e fa ciao con la manina. “Sì”. 
“Beh, ma è grande… mi sa che ci vuole una 24 mesi”. Mi porta il pigiama. Valuto la dimensione ad occhio. 
“Mi sembra ancora molto grande…” 

  E qui il commento artico “Signora, è lei che lo tratta come se fosse ancora un bambino piccolo, non vede quanto è grosso?” Rimango un attimo in silenzio. Lei ne approfitta per continuare. “I bambini vanno lasciati crescere”. Dodo si sporge lievemente all’indietro, irritato dal fatto che nessuno ha risposto al suo ciao. “Buuu” dice. 

    Lavale

“Mamma, che latte!”: la Campagna per l’allattamento materno

      L’azione di incoraggiamento e promozione dell’allattamento al seno, è supportata da una Campagna di comunicazione dallo slogan “Mamma, che latte!” Nasce per diffondere il messaggio nel modo più efficace possibile, la manifestazione è stata ideata in maniera itinerante, realizzata in sinergia con le strutture sanitarie locali e le associazioni di settore in modo da raggiungere e coinvolgere la popolazione sul territorio. La Campagna è rivolta alle future mamme, alle neomamme, ma anche a ostetriche e medici perché si adoperino nell’azione di sensibilizzazione ed informazione delle famiglie rispetto ai benefici dell’allattamento materno, una pratica naturale e di primaria importanza per la salute del bambino.
allatta4        Il Ministero della Salute, in conformità con le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), raccomanda quale misura di promozione della salute pubblica e di prevenzione che i bambini siano allattati esclusivamente al seno fino a sei mesi e si è quindi schierato a favore della riscoperta del valore di un gesto così intimo, naturale e salutare. Il latte materno è il miglior alimento per il neonato, perché “fatto su misura” per le sue esigenze. Contiene nutrienti essenziali facilmente digeribili e anticorpi ed inoltre è il primo mattone che permette di indirizzare i piccoli, fin da neonati, verso l’importanza di un’alimentazione equilibrata. Un passo verso la consapevolezza del valore di uno stile di vita che segue i dettami della salute.
        La Campagna si è svolta istituendo nelle città dei “villaggi della salute”, punti di incontro e di informazione per le mamme che hanno potuto ricevere consigli e supporto rispetto al tema dell’allattamento al seno. Non è mancato anche l’“angolo dell’esperto”, con la presenza (gratuita) di personale qualificato pronto ad offrire consulenza a coloro che ne avessero bisogno. E’ stato inoltre distribuito nelle piazze materiale informativo (opuscoli, brochure, ecc), contenente informazioni sull’allattamento e sul rapporto mamma bambino, nonché altri spunti di riflessione sul tema.  
      Durante gli eventi non sono mancati momenti di intrattenimento e gioco dedicati soprattutto ai più piccoli, grazie alla presenza di personale trucca-bimbi e alla distribuzione di piccoli gadget come palloncini, bavaglie e borse personalizzate, per rendere queste giornate di sensibilizzazione un’occasione di incontro, condivisione e perché no, anche divertimento.

       Fonte Consigli alle mamme sull’allattamento al seno – Ministero della Salute – PDF 

Smalto in gravidanza

smaltodonna      Gravidanza o non gravidanza, è meglio non abusare dello smalto perché è piuttosto aggressivo per la lamina ungueale e per la matrice dell’unghia. Durante i nove mesi invece è meglio evitare la ricostruzione delle unghie.

      Lo smalto “non è pericoloso per il feto perché non viene assorbito a livello circolatorio, tuttavia rappresenta pur sempre una micro-sofferenza per la lamina ungueale, per questo non bisognerebbe farne un uso continuativo, né in gravidanza né fuori gravidanza” dice Angelo Marzano, Dirigente medico presso la Clinica dermatologica dell’Università di Milano.
      Via libera dunque allo smalto quando vuoi sentirti più glamour. Ma segui alcune accortezze:
- compra solo prodotti di qualità e di marche note;
- accertati che l’unghia sia sana e non vi siano patologie come micosi;
- evita di ‘spennellare’ anche la pelle;
- e soprattutto fai aerare la stanza mentre applichi sia lo smalto che i solventi per eliminarlo.
      Alcuni giorni prima del parto ricordati di toglierlo, perché in caso di cesareo il medico ha bisogno di controllare il colore delle unghie!

La ricostruzione delle unghie

      “Per quanto riguarda la ricostruzione delle unghie, in gravidanza è meglio lasciar perdere, e non perché faccia male al feto, ma perché le sostanze utilizzate danneggiano l’unghia in un periodo in cui potrebbe essere già più fragile” consiglia il dermatologo.

      “Senza considerare che bisognerebbe essere assolutamente sicure del rispetto delle norme igieniche da parte del centro estetico, per evitare di correre inutili rischi di infezioni”.

Fonte http://www.nostrofiglio.it/gravidanza/bellezza-in-gravidanza/smalto-in-gravidanza

martedì 28 marzo 2017

Fumo in gravidanza: ecco quanto fa male al feto

        Donne in gravidanza, occhio alle cattive abitudini. Il fumo, in particolare, che può nuocere davvero tanto alla salute del nascituro. Come racconta ilTelegraph, infatti, gli scienziati del James Cook University Hospital di Middlesbrough, coordinati da Nadja Reissland, hanno monitorato tramite scansione a ultrasuoni i feti portati in grembo da 20 puerpere, quattro delle quali fumavano una media di 14 sigarette al giorno. L’analisi delle immagini, scattate a 24, 28, 36 e 36 settimane di gravidanza, ha mostrato che i feti delle fumatrici tendevano a muovere la bocca e toccarsi il viso più frequentemente degli altri. Un indicatore importante, dal momento che i feti, normalmente, si toccano la bocca sempre meno con l’avvicinarsi del momento del parto. Secondo i ricercatori, il fenomeno indica che i feti nel grembo delle fumatrici potrebbero subire ritardi nello sviluppo del sistema nervoso centrale. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Acta Paediatrica.


Smoke        Naturalmente, si tratta di uno studio pilota, condotto su un campione molto piccolo, ma Reissland ha intenzione di estendere il lavoro a più puerpere: “Abbiamo bisogno di uno studio su un campione più grande”, spiega, “per confermare i nostri risultati e analizzare effetti più specifici, tra cui l’impatto di stress materno e fumo sullo sviluppo del feto”. Secondo Reissland, comunque, già guardare i video delle scansioni potrebbe essere un deterrente che induce le gestanti a smettere o almeno ridurre il fumo. Tutti i bambini delle donne seguite nello studio, fortunatamente, sono nati in perfetta salute e con peso e dimensioni normali.


Fonte https://www.wired.it/scienza/medicina/2015/03/25/fumo-gravidanza-male-feto/

Antinfiammatorio nuova terapia contro l'infertilità maschile

       La ricerca - spiegano gli autori - ha permesso di concludere che il trattamento per un mese con prednisone, un cortisonico utilizzato in clinica per le sue proprietà anti-infiammatorie, è in grado di "migliorare significativamente" la fertilità in pazienti affetti da "severa riduzione" della produzione di spermatozoi da cause ostruttive post-infiammatorie.

Antinfiammatorio nuova terapia contro l'infertilità maschile © Ansa       Il coordinatore dello studio, il prof. Andrea Garolla, ha spiegato che questo "condotto in collaborazione con il gruppo del professor Alfredo Pontecorvi e Riccardo Marana (con i dottori Domenico Milardi e Giuseppe Grande) dell'Istituto scientifico internazionale presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e con quello del prof. Riccardo Calafiore e Giovanni Luca dell'Università di Perugia, coadiuvati dal dottor Gian Francesco Brusco del Servizio di diagnosi e cura della riproduzione umana dell'Ospedale di Perugia, ha consentito di dimostrare, in 90 soggetti infertili, che una piccola dose giornaliera di prednisone somministrata per circa un mese è in grado di migliorare significativamente sia il numero che la motilità degli spermatozoi". "Dopo terapia - ha aggiunto -, molti di questi pazienti sono riusciti a procreare. Questo eccezionale risultato apre nuove possibilità di cura farmacologica razionale in una ampia popolazione di pazienti infertili per i quali in precedenza non esistevano valide opzioni terapeutiche". 

Fonte ANSA

NUMERI E CAUSE D'INFERTILITA


Infertilità Femminile Meccanica 35%
Infertilità Femminile Ormonale 15%
Infertilità Maschile 35%
nfertilità di Coppia 5%
Infertilità Idiopatica(senza causa apparente) 10%

       Studi recenti suggeriscono che l’infertilità sia in significativo aumento, probabilmente a causa di diversi fattori genetici o acquisiti. Certi elementi quali inquinamento, alimentazione, erronee abitudini di vita possono essere in parte responsabili della aumentata incidenza dell’infertilità maschile e femminile. Inoltre per ragioni sociali e professionali, molte donne decidono di concepire ad una età in cui la loro fertilità è sensibilmente ridotta. Infatti l’età media di coppie che si rivolgono a centri per la cura dell’infertilità è generalmente avanzata.
Картинки по запросу infertilita       La procreazione medicalmente assistita è una disciplina ancora giovane. Louise Brown, il primo essere umano concepito con l’aiuto della procreazione assistita, è venuta alla luce soltanto nel 1978.
       Per tecniche di riproduzione assistita si intende qualunque metodica che preveda una “manipolazione” o meglio un intervento sui gameti (ovulo e spermatozoo) al fine di indurre una gravidanza. Esse si dividono in tecniche di I, II e III livello
       La Riproduzione Assistita è la disciplina che ha lo scopo di porre rimedio a particolari casi di Infertilità. In molti di questi casi è possibile intervenire con successo, ma è fondamentale una diagnosi tempestiva ed una terapia adeguata in centri altamente specializzati.