Oggi sembra chiaramente dimostrato, che nell’incontro sessuale della coppia nasca qualcosa che non è semplicemente oppositivo o sommatorio, ma un flusso bilaterale di comunicazioni che da origine ad una integrazione reciproca continua (Simone de Beauvoir). Amore è, infine, libertà perché solo l’uomo libero può amare veramente e comprendere il profondo mistero, direi la pazzia, della grande sfida della vita; l’uomo non libero può essere un buon uomo, un galantuomo, un buon lavoratore o professionista ma resterà sempre un filisteo, mai un buon amante.
Quando guardiamo la nostra donna pensiamo che essa è solo la donatrice della vita attraverso la sua meravigliosa, ambigua e conturbante Vagina?
Pensiamo che in questo vuoto (vagina in ebraico significa anche vuoto) ci immergiamo soltanto per ricercare il nostro piacere e quello della nostra donna e che questo piacere, questo immergersi consentirà alla nostra donna solo l’accogliere i nostri spermatozoi o piuttosto tutto il nostro amore?
In alternativa, che cosa realizziamo?
Semplicemente l’introduzione di un pene in una vagina e da barbari, quali spesso siamo, distruggiamo l’estrema bellezza del vero piacere sessuale e dello stesso miracolo che è la capacità di riprodurre una nuova vita che poi è la nostra stessa vita, la sopravvivenza del genere umano.
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