Nei nove mesi aumenta il rischio di ictus cerebrale. Sembrerebbe, infatti, che i cambiamenti in atto possano rendere la donna più predisposta al’ ictus in gravidanza, che nel caso specifico si manifesta in forme piuttosto severe.
Raro, ma grave
In base ai dati dell’American Heart Association, l’incidenza dell’ictus ischemico e quello emorragico è di “solo” 26 casi su 100.000, ma ciò che preoccupa gli esperti è il rilevante aumento di ictus in gravidanza che si è registrato negli ultimi 10 anni, con un incremento di ben il 54%. Un gruppo di ricercatori dell’Azienda Ospedaliera di Perugia/Università di Perugia ha studiato la letteratura e concluso che il rischio assoluto di emorragia intracranica associato alla gravidanza è stimato in 12.2 su 100.000, ma collegato ad alto rischio di morte o invalidità permanente sia per la madre sia per il feto.
Il terzo mese è il più a rischio
Il 90% delle emorragie cerebrali occorrono nel periodo gestazionale, con più del 50% nel terzo trimestre, mentre l’8% avvengono durante il puerperio e il 2% durante il travaglio: ciò perché durante la gravidanza la gittata cardiaca, cioè il volume di sangue espulso dal cuore durante un minuto, può aumentare anche del 60% dall’inizio del terzo trimestre fino al parto.
Attenzione a pressione alta e gestosi
La maggior parte degli ictus gravidanza è associato a ipertensione, gestosi o eclampsia: con queste ultime due sindromi il rischio aumenta del 24,7% e persiste per i 12 mesi successivi al parto. Donne fumatrici e di età materna avanzata (sopra i 35 anni), se portatrici di ulteriori fattori di rischio quali ipertensione, malattia vascolare e coagulopatie, sono più a rischio. Questi episodi si verificano generalmente nelle donne che presentano specifici fattori di rischio che possono essere accentuati dalla gravidanza, ma è anche vero che esistono problemi specifici legati alla gestazione che possono aumentare il rischio come la preeclampsia, spesso asintomatica, che si verifica nel 2-8% delle gravidanze, e l’eclampsia.
Fondamentale la prevenzione
La gestione dell ‘ictus in gravidanza è difficile, perché se da un lato è fondamentale l’intervento farmacologico, dall’altro bisogna tenere presente l’eventuale tossicità dei farmaci sul feto. È importante che ciascuna donna futura mamma conosca i fattori di rischio. È necessario tenere sotto controllo il peso, smettere di fumare, svolgere attività fisica e seguire una sana alimentazione. Per i problemi collegati a fattori non modificabili (come l’età, la storia familiare, la presenza di patologie note), è bene rivolgersi allo specialista.
Fonte https://www.bimbisaniebelli.it/gravidanza/ictus-in-gravidanza-raro-ma-i-casi-sono-in-aumento-45184
Raro, ma grave
In base ai dati dell’American Heart Association, l’incidenza dell’ictus ischemico e quello emorragico è di “solo” 26 casi su 100.000, ma ciò che preoccupa gli esperti è il rilevante aumento di ictus in gravidanza che si è registrato negli ultimi 10 anni, con un incremento di ben il 54%. Un gruppo di ricercatori dell’Azienda Ospedaliera di Perugia/Università di Perugia ha studiato la letteratura e concluso che il rischio assoluto di emorragia intracranica associato alla gravidanza è stimato in 12.2 su 100.000, ma collegato ad alto rischio di morte o invalidità permanente sia per la madre sia per il feto.
Il terzo mese è il più a rischio
Il 90% delle emorragie cerebrali occorrono nel periodo gestazionale, con più del 50% nel terzo trimestre, mentre l’8% avvengono durante il puerperio e il 2% durante il travaglio: ciò perché durante la gravidanza la gittata cardiaca, cioè il volume di sangue espulso dal cuore durante un minuto, può aumentare anche del 60% dall’inizio del terzo trimestre fino al parto.
Attenzione a pressione alta e gestosi
La maggior parte degli ictus gravidanza è associato a ipertensione, gestosi o eclampsia: con queste ultime due sindromi il rischio aumenta del 24,7% e persiste per i 12 mesi successivi al parto. Donne fumatrici e di età materna avanzata (sopra i 35 anni), se portatrici di ulteriori fattori di rischio quali ipertensione, malattia vascolare e coagulopatie, sono più a rischio. Questi episodi si verificano generalmente nelle donne che presentano specifici fattori di rischio che possono essere accentuati dalla gravidanza, ma è anche vero che esistono problemi specifici legati alla gestazione che possono aumentare il rischio come la preeclampsia, spesso asintomatica, che si verifica nel 2-8% delle gravidanze, e l’eclampsia.
Fondamentale la prevenzione
La gestione dell ‘ictus in gravidanza è difficile, perché se da un lato è fondamentale l’intervento farmacologico, dall’altro bisogna tenere presente l’eventuale tossicità dei farmaci sul feto. È importante che ciascuna donna futura mamma conosca i fattori di rischio. È necessario tenere sotto controllo il peso, smettere di fumare, svolgere attività fisica e seguire una sana alimentazione. Per i problemi collegati a fattori non modificabili (come l’età, la storia familiare, la presenza di patologie note), è bene rivolgersi allo specialista.
Fonte https://www.bimbisaniebelli.it/gravidanza/ictus-in-gravidanza-raro-ma-i-casi-sono-in-aumento-45184
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