mercoledì 21 agosto 2019

Il lungo viaggio di una donna verso la maternità grazie all’ovodonazione

Картинки по запросу Il lungo viaggio di una donna verso la maternità grazie all’ovodonazione         Rimango incinta ma la gravidanza non prosegue. Ho una rara malattia genetica che rende i miei embrioni strutturalmente instabili. È più probabile che vada incontro ad un aborto spontaneo ma, se dovessi riuscire a portare a termine la gravidanza e a partorire, il bambino non vivrebbe oltre i sei anni. Mi sono sentita andare a pezzi quando ho ricevuto la diagnosi. L’unica cosa da fare era rimuovere il mio DNA dall’equazione gravidanza.

         Ho sempre pensato di adottare. Ma non appena abbiamo iniziato a studiare le opzioni a noi disponibili, ci siamo resi conto che era più semplice essere attivi e scegliere noi una donatrice di ovuli piuttosto che essere passivi e aspettare di essere scelti da una madre biologica. Inoltre sono molto testarda e volevo finire ciò che avevo iniziato (la gravidanza).

         Tutti i miei embrioni erano stati creati nello stesso momento, durante lo stesso ciclo ovarico nel 2014 utilizzando gli spermatozoi di mio marito. Quando è stato il momento di scegliere la donatrice di ovuli, volevo qualcuno che potesse passare per un membro della mia famiglia. Il che significa qualcuno alto, visto che io sono alta 1.85 m, con lineamenti angolari e capelli mossi. Volevo anche qualcuno con cui sentivo una sorta di connessione, qualcuno con cui mi sarei sentita a mio agio ad uscire e passare del tempo assieme. Ho sempre detto a mia figlia come è nata e lo dirò ai gemelli quando saranno più grandi. Io e la donatrice non siamo rimaste in contatto ma se le mie figlie o il figlio desiderassero conoscerla, lo faremo.

         La gravidanza non mi è sembrata essere diversa con gli ovuli di una donatrice ma questa volta mi sentivo maggiormente attaccata al risultato. Se hai un aborto spontaneo ti senti come se ti avessero rubato l’innocenza della gravidanza. Vedi le lineette rosa e pensi “Oggi sono incinta”. Ma questa volta, avevo fiducia nel mio corpo e negli ovuli della donatrice. Una volta giunto alla stadio giusto il mio corpo sa fare bene il suo compito.

         È interessante parlare con altre persone a proposito del proprio percorso verso la maternità. Se hai incontrato difficoltà ti senti come se non puoi permetterti di lamentarti. A volte mi sembra di non poter dire “Mi sento maledettamente stanca” perché è questo che hai voluto. Ma, proprio come tutti gli altri, anche noi genitori non fertili abbiamo tutto il diritto di sentirci così. Devi semplicemente sapere con chi stai parlando (per esempio, non mi sognerei mai di lamentarmi con qualcuno che sta cercando la gravidanza).

         L’intero dibattito natura vs cultura rende più interessante la mia maternità. Ci penso molto. Mi sono iscritta a Parents Via Egg Donation (PVED, dichiarazione di limitazione di responsabilità: faccio parte del consiglio), che è una grande risorsa in termini di supporto e informazioni. Uno degli aspetti che PVED mette in luce sul proprio sito è che, se trasferisci embrioni di pony in un cavallo, il puledro che nasce sarà più grande di un pony standard.

         Mia figlia è al 90° centile per la statura. Il che significa che il mio corpo di più grandi dimensioni rispetto alla media ha influenzato ciò che l’ambiente uterino ha creato per lei. Anche i suoi gesti e gli interessi sono molto simili ai miei. L’unica cosa che è diversa è che non riesco a vedere la mia famiglia rappresentata nei miei figli da un punto di vista fisico. Non c’è alcuna somiglianza, nulla.

         Mi sono sempre sentita a mio agio con la nostra scelta, quindi è stato semplice comunicarla quando si è trattato di spiegare come si è formata la mia famiglia. È possibile percepire il sorriso nella voce di una persona, giusto? Se io me ne stessi in un angolo, balbettando “purtroppo siamo dovuti ricorrere ad una donatrice di ovuli” sarebbe molto diverso dal sentirmi spiegare, con un sorriso, che “abbiamo avuto questo problema e lo abbiamo risolto grazie a questa donna fantastica che è una madre e ci è venuta incontro aiutandoci”.

         Se ti rivolgi ad una madre surrogata non puoi nascondere come è nato tuo figlio: nel caso di una coppia gay ci saranno domande, mentre nel caso di due madri le domande saranno ugualmente invasive.

Картинки по запросу Il lungo viaggio di una donna verso la maternità grazie all’ovodonazione         L’ovodonazione tende ad essere più riservata in quanto si presuppone che la donna incinta sia la madre biologica e che gli ovuli siano i suoi. L’enorme cambiamento che ho visto durante gli scorsi quattro anni è che più e più persone lo stanno facendo e stanno iniziando a parlarne più apertamente. E sono lieta di far parte di questo nuovo atteggiamento di apertura.

         Non esistono standard validi per tutto il settore nell’ovodonazione. Non ci sono regole. Ma la clinica a cui ci siamo rivolti richiedeva che la nostra donatrice si sottoponesse ad una consulenza di screening genetico, di cui abbiamo ricevuto una copia, e che tutti e tre facessimo una valutazione psicologica. Lo screening psicologico non è per valutare se sei idoneo a diventare genitore ma per verificare che tutti abbiano pensato e vagliato la cosa per bene. Era importante che trovassimo qualcuno di pragmatico, che non si sentisse emotivamente legata ai propri gameti mentre ai futuri genitori viene consigliato di essere aperti coi propri bambini rispetto a come sono venuti al mondo.

         Abbiamo ricevuto il nostro match il 1 gennaio 2012, quindi ho iniziato a prendere la pillola per fare in modo che il mio ciclo mestruale si sintonizzasse su quello della donatrice. Abbiamo trasferito l’embrione femminile, che sarebbe diventato la mia figlia maggiore, e un altro che sarebbe diventato suo fratello gemello. Il trasferimento è avvenuto ad un anno di distanza da quando venni a sapere della fine della mia prima gravidanza spontanea. Esattamente quattro anni dopo lo stesso giorno, abbiamo trasferito altri due embrioni che sono diventati i nostri gemelli.

         Nel mio lungo viaggio verso la maternità, il giorno peggiore è stato quando ho scoperto che i valori del mio ormone antimulleriano (l’ormone che determina quanti ovuli sono disponibili nella tua riserva ovarica e rispecchia le tue probabilità di avere bambini) erano così bassi da essere paragonabili a quelli di una donna in menopausa. Questo coincise con lo scadere dei sei mesi da quando avevo fatto pace col mio aborto spontaneo, il tutto per sentirmi dire che non ero fertile. Il peggior giorno della mia vita.

         Ma se non mi avessero mandata dal mio endocrinologo riproduttivo che ha scoperto che il valore del mio ormone antimulleriano era così basso, e che mi ha poi fatto fare il test genetico, non sarei venuta a conoscenza di nulla di tutto ciò. È stata una coincidenza fortuita. Ricevere una diagnosi di tipo genetico ha reso la scelta dell’ovodonazione di gran lunga più semplice.

Картинки по запросу Il lungo viaggio di una donna verso la maternità grazie all’ovodonazione         In seguito al PGS (screening genetico pre-impianto), avevamo 10 embrioni disponibili. Ne abbiamo trasferiti due, che hanno portato alla nascita di mia figlia, e congelato i restanti. Quando abbiamo deciso di provare nuovamente, abbiamo avuto cinque cicli infruttuosi. Suppongo che il mio utero fosse estremamente traumatizzato dopo la nascita di mia figlia (ho avuto un’emorragia). Ho pensato che non ce l’avrei fatta una seconda volta. Decidemmo di trasferirne altri due e vedere come sarebbe andata. Volevo trasferire un embrione maschile e uno femminile, in quanto avevamo fatto così per la nostra prima figlia, quindi senza scegliere il sesso.

         Ho questa teoria che alcune donne rimangono incinta solo in certi periodi dell’anno. Tutte le mie gravidanze sono iniziate a gennaio/febbraio, quindi suppongo che sia il mio periodo fortunato. Un paio di giorni dopo il trasferimento, mi sentivo che erano gemelli. Ero con mio marito e stavo fissando questo panino quando gli dissi che avevo una fame da lupo, e di solito non ho mai fame di mattina. Gli dissi che avevo assolutamente bisogno di quel panino. Il panino più buono della mia vita. Mi chiese “pensi di essere incinta?” E in qual momento mi resi conto di esserlo.

         La figlia maggiore di Lauren è nata ad ottobre 2014 e i gemelli – un maschietto e una femminuccia – sono nati ad ottobre 2018 (dopo essere rimasti congelati per quattro anni, cosa di cui ancora si stupisce).

Fonte https://www.vogue.it/bellezza/article/come-avviene-ovodonazione-testimonianza-mamma?fbclid=IwAR3pVnggYnX9gg3fMc_GOJMxabQ35dpqGmsJ9_PpBK6-tFa77D7kN5KYb1M

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