La maternità sopra i trentacinque anni sembrerebbe essere meno problematica di quanto si pensasse.
Notizie molto positive che ci arrivano dalla comunità scientifica internazionale, potrebbero ridurre significativamente gli allarmismi da tempo legati alle gravidanze over 35.
In uno studio presentato in occasione de “The Pregnancy Meeting” (il congresso annuale della Society for Maternal-Fetal Medicine svoltosi a New Orleans) i ricercatori hanno comunicato i risultati di un interessante studio che ha dimostrato come l’aumento dell’età materna comporti un minor rischio di incidenza di gravi malformazioni fetali.
Nelle donne in età matura ovvero superiore ai trentacinque anni (Advanced Maternal Age), è stato da tempo individuato e definito con certezza un aumento della percentuale di anormalità cromosomiche fetali, con particolare riferimento alla trisomia 21, la mutazione responsabile della sindrome di Down.
Tuttavia fino a questo momento poche informazioni erano state raccolte circa la possibile correlazione tra età materna avanzata ed il rischio di avere figli affetti da gravi malformazioni congenite.
Per gravi malformazioni congenite si intendono difetti dello sviluppo che comportano la nascita di bambini con anormalità anatomiche di organi indispensabili per la sopravvivenza come cuore, cervello, reni, scheletro e tratto intestinale.
I ricercatori della Washington University di St. Louis si sono posti questo obiettivo ed hanno effettuato uno studio retrospettivo basato sui dati ricavati dalle valutazioni cliniche ed ecografiche di oltre 76.000 donne. I dati raccolti si riferivano al periodo coincidente con il controllo ecografico di routine effettuato al secondo trimestre di gravidanza. Le donne sono state distinte in due gruppi in base all’età (under 35 e over 35) e sono stati distinti i tipi di malformazioni per organo interessato.
I risultati ottenuti hanno dimostrato come un età materna superiore ai trentacinque anni fosse associata in generale ad un quaranta per cento di riduzione del rischio di gravi malformazioni congenite neonatali.
In particolare la percentuale di alterazioni era sensibilmente ridotta nel caso di anomalie del cervello, dei reni e dell’intestino. L’incidenza di difetti cardiaci era invece sovrapponibile nei due gruppi di donne.
Secondo il professor Goetzinger il fenomeno potrebbe essere spiegato dalla minor fertilità delle donne sopra i trentacinque anni.
Un ambiente materno più ostico infatti permetterebbe solo la sopravvivenza degli embrioni più forti, operando una sorta di selezione naturale sui nascituri.
La Society for Maternal-Fetal Medicine è una autorevole organizzazione medica specialistica che si pone l’obbiettivo di migliorare sempre di più il livello di conoscenze in ambito ostetrico e ginecologico. La società fornisce educazione continua al personale medico allo scopo di migliorare la gestione delle complicazioni materne e neonatali nelle gravidanze a rischio elevato.
I dati raccolti rappresentano un importante punto di partenza per ulteriori ricerche e soprattutto si pongono in controtendenza con la tradizionale idea di gravidanza “a rischio” sopra i trentacinque anni.
La comunità scientifica offre finalmente delle rassicurazioni alle donne che decidono di affrontare la gravidanza in ritardo, una bella notizia per le mamme over 35.
Fonti e approfondimenti
Study Suggests Women 35 and Older are at Decreased Risk of Having Anatomically Abnormal Child
Notizie molto positive che ci arrivano dalla comunità scientifica internazionale, potrebbero ridurre significativamente gli allarmismi da tempo legati alle gravidanze over 35.
In uno studio presentato in occasione de “The Pregnancy Meeting” (il congresso annuale della Society for Maternal-Fetal Medicine svoltosi a New Orleans) i ricercatori hanno comunicato i risultati di un interessante studio che ha dimostrato come l’aumento dell’età materna comporti un minor rischio di incidenza di gravi malformazioni fetali.
Nelle donne in età matura ovvero superiore ai trentacinque anni (Advanced Maternal Age), è stato da tempo individuato e definito con certezza un aumento della percentuale di anormalità cromosomiche fetali, con particolare riferimento alla trisomia 21, la mutazione responsabile della sindrome di Down.
Tuttavia fino a questo momento poche informazioni erano state raccolte circa la possibile correlazione tra età materna avanzata ed il rischio di avere figli affetti da gravi malformazioni congenite.
Per gravi malformazioni congenite si intendono difetti dello sviluppo che comportano la nascita di bambini con anormalità anatomiche di organi indispensabili per la sopravvivenza come cuore, cervello, reni, scheletro e tratto intestinale.
I ricercatori della Washington University di St. Louis si sono posti questo obiettivo ed hanno effettuato uno studio retrospettivo basato sui dati ricavati dalle valutazioni cliniche ed ecografiche di oltre 76.000 donne. I dati raccolti si riferivano al periodo coincidente con il controllo ecografico di routine effettuato al secondo trimestre di gravidanza. Le donne sono state distinte in due gruppi in base all’età (under 35 e over 35) e sono stati distinti i tipi di malformazioni per organo interessato.
I risultati ottenuti hanno dimostrato come un età materna superiore ai trentacinque anni fosse associata in generale ad un quaranta per cento di riduzione del rischio di gravi malformazioni congenite neonatali.
In particolare la percentuale di alterazioni era sensibilmente ridotta nel caso di anomalie del cervello, dei reni e dell’intestino. L’incidenza di difetti cardiaci era invece sovrapponibile nei due gruppi di donne.
Secondo il professor Goetzinger il fenomeno potrebbe essere spiegato dalla minor fertilità delle donne sopra i trentacinque anni.
Un ambiente materno più ostico infatti permetterebbe solo la sopravvivenza degli embrioni più forti, operando una sorta di selezione naturale sui nascituri.
La Society for Maternal-Fetal Medicine è una autorevole organizzazione medica specialistica che si pone l’obbiettivo di migliorare sempre di più il livello di conoscenze in ambito ostetrico e ginecologico. La società fornisce educazione continua al personale medico allo scopo di migliorare la gestione delle complicazioni materne e neonatali nelle gravidanze a rischio elevato.
I dati raccolti rappresentano un importante punto di partenza per ulteriori ricerche e soprattutto si pongono in controtendenza con la tradizionale idea di gravidanza “a rischio” sopra i trentacinque anni.
La comunità scientifica offre finalmente delle rassicurazioni alle donne che decidono di affrontare la gravidanza in ritardo, una bella notizia per le mamme over 35.
Fonti e approfondimenti
Study Suggests Women 35 and Older are at Decreased Risk of Having Anatomically Abnormal Child
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