lunedì 19 agosto 2019

Le conseguenze di un distaccamento placentare per la gestante e per il feto

        Il sanguinamento è forse, il sintomo più importante del distacco di placenta. Diversamente da quello che si potrebbe pensare, la quantità di sangue perso all’esterno dalla madre non è sempre correlata alla severità del distacco. Anzi, tante volte si verifica l’opposto.
Infatti, è più facile che l’emorragia rimanga quasi del tutto confinata all’interno dell’utero, se il distacco è moderato-grave (emorragia nascosta); ed è, invece, più probabile osservare un sanguinamento cospicuo verso l’esterno, se il distacco è lieve (emorragia esterna). La spiegazione di tale comportamento non è nota. Quantitativamente parlando, il sangue perso (sia per emorragia esterna, sia per emorragia nascosta) è minore a 1000 ml, nei casi meno gravi; mentre, è superiore a 1000-1500 ml, nei casi più gravi.
       In ultimo, la frequenza con cui si presenta un’emorragia esterna è  l’80% dei casi di distacco placentare, mentre il restante 20% è caratterizzato da emorragia nascosta o occulta. La perdita di sangue per la gestante determina una condizione particolare, chiamata shock emorragico o ipovolemico, che può portare anche alla morte.

       La gestante potrebbe avere un abbassamento di pressione sanguigna, tachicardia, pallore cutaneo, sudorazione, vertigini, ansia, irrequietezza, stato di malessere generale.

       Come complicanze più tardive si possono riscontrare nella madre: coagulopatie cioè difetti o disordini della coagulazione, insufficienza renale e  danni a carico dell’utero con perdita di contrattilità (in questo caso può essere necessario togliere l’utero per salvarti la vita). Per quanto concerne il feto, invece, oltre all’ipossia e al distress fetale, può verificarsi una nascita prematura o una morte intrauterina.

Fonte https://www.chedonna.it/2019/08/19/distacco-della-placenta/

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