mercoledì 31 luglio 2019

Viaggiare in gravidanza in tutta sicurezza

Viaggiare in gravidanza in tutta sicurezza      Rispetto a un “normale” viaggiatore, la futura mamma deve sempre essere più prudente e prestare attenzione ad aspetti, quali la possibilità di contrarre malattie pericolose per sé e per il feto, e l’assistenza sanitaria prevista nei Paesi in cui intende soggiornare. Soprattutto se la destinazione della villeggiatura è un luogo esotico.  Con le dovute attenzioni, però, se la gravidanza ha un decorso normale, la donna non soffre di pressione alta, diabete gestazionale o altri disturbi, può recarsi quasi ovunque. Il periodo migliore è tra il quinto e il settimo mese, quando nausea e vomito dovrebbero essere scomparsi. Gli ultimi mesi, invece, è meglio recarsi in una località vicina a una struttura ospedaliera che garantisca un’adeguata assistenza medica in caso di parto anticipato o altre necessità. Va poi valutata con cura sia la scelta del mezzo di trasporto sia la destinazione per consentire alla futura mamma di vivere al meglio e senza rischi l’estate fuori città.

Per tratte brevi, meglio in treno o in aereo
L’auto è il mezzo di trasporto meno indicato per viaggiare in gravidanza perché oltre all’alto rischio d’incidenti, non garantisce un buon comfort di viaggio: la donna non ha libertà di muoversi ed è costretta in un abitacolo con poco passaggio d’aria. In più, il movimento dell’automobile può favorire l’attività contrattile. In treno, invece, non ci sono forti sobbalzi; ci si può alzare e camminare per riattivare la circolazione e si può usufruire del bagno. Anche l’aereo è una buona soluzione, ma solo per spostamenti brevi per evitare il ristagno del flusso sanguigno. Per volare molte compagnie richiedono un certificato medico di buona salute e non accettano donne incinta oltre il settimo mese di gravidanza.

In viaggio: acqua, documenti e kit di farmaci
      Per viaggiare in gravidanza la futura mamma deve sempre avere con sé una bottiglietta d’acqua e, se è nel primo trimestre, anche qualcosa da sgranocchiare che allevi il senso di nausea. È poi necessario portarsi la cartella medica della gravidanza e la tessera sanitaria, le eventuali prescrizioni mediche e i medicinali idonei alla propria condizione. Nella valigetta dei farmaci non deve mancare un antiacido, un antifebbrile e i fermenti lattici.

Al mare per ritemprarsi
      Il soggiorno marino dona alla donna incinta benessere fisico e mentale: l’aria salubre ricca di iodio stimola il metabolismo, si possono fare passeggiate sul bagnasciuga ottime per la linea e per riattivare la circolazione. Attenzione, però, al troppo sole. Nei nove mesi di attesa, a causa degli sbalzi ormonali, si ha una maggiore stimolazione dei melanociti (le cellule deputate alla produzione di melanina) e la gestante rischia di sviluppare macchie cutanee (cloasma gravidico), in particolare sul viso. Vanno messe in atto le precauzioni per esporsi in sicurezza: mai nelle ore più calde (dalle 11 alle 16), usare un alto fattore protettivo (superiore a 30) anti Uvb e Uva, indossare occhiali da sole e un cappello a tesa ampia,  bagnarsi e bere molto.

Sì alla montagna, ma occhio all’altitudine
      Non ci sono particolari controindicazioni ad andare in montagna. L’importante è non superare i 2.000 metri: l’altitudine diminuisce la concentrazione di ossigeno nell’aria, esponendo il feto ad alcuni rischi. L’aria di montagna è fresca e pulita e garantisce un effetto rasserenante se non ci si strapazza troppo. Le passeggiate non devono avere un dislivello eccessivo per non affaticare la gestante.

Promosse le città d’arte senza fare “tour de force”
      È una scelta alla portata della donna in attesa purché non si affatichi troppo. La donna incinta ha bisogno di pause ristoratrici, di riposare dopo pranzo e di evitare lunghe code sotto il solleone nelle ore più calde.

Evita mete isolate e viaggi esotici
       Prima di viaggiare in gravidanza è sempre meglio chiedere consiglio al ginecologo, soprattutto se si vuole andare in un Paese lontano o in una destinazione esotica. Nell’ultimo trimestre è preferibile non allontanarsi troppo da casa e non recarsi in luoghi dove serve una profilassi vaccinale specifica che potrebbe essere dannosa per il feto e per la donna. In più, alcune destinazioni esotiche possono esporre a pericoli derivanti da animali, insetti e al rischio di contrarre malattie.

Fonte https://www.bimbisaniebelli.it/gravidanza/benessere/viaggiare-in-gravidanza-in-tutta-sicurezza-32733

Diagnosi di non gravidanza

       Sembra banale ricordarsi tra noi che le vacche da latte fanno più latte da fresche che da stanche e che quindi più sono corti i giorni medi lattazione in allevamento e maggiore sarà la media pro-capite.

       Molti allevamenti di frisone, sebbene abbiano un PFT elevatissimo, non fanno tantissimo latte proprio perché hanno i giorni medi lattazione stabilmente troppo alti. A puro titolo d’esempio, se un allevamento fa mediamente 30 kg di latte a 190 giorni di lattazione ne farebbe 2 kg  in più se i giorni medi scendessero stabilmente a 170. Per ridurre i giorni medi lattazione di un allevamento l’unica strada è aumentare il numero dei parti mensili riducendo l’intervallo parto-concepimento. Sarebbe già un bell’obiettivo scendere sotto i 130 giorni per avere un interparto di 410 giorni.

       Con l’azione del TAI, ossia della fecondazione a tempo fisso dopo le sincronizzazioni ormonali, si può ridurre l’intervallo medio tra il parto e il concepimento anche sotto i 130 giorni, ma va detto che il consumatore non gradisce queste pratiche e il ridurre troppo questo parametro riproduttivo fa rischiare di avere bovine difficili da asciugare per produzioni di latte molto elevate, nonostante si scenda a 45 giorni con la durata dell’asciutta.

       Tante sono le variabili in gioco per avere una precoce ripresa della gravidanza dopo il parto. Una molto importante è non perdere tempo nel fare le diagnosi di gravidanza ed essere consapevoli che moltissime bovine rimangono gravide se fecondate correttamente, ma molti embrioni muoiono con il passare dei giorni e per moltissimi motivi.

       Il metodo considerato ideale per fare la diagnosi di gravidanza è quello ecografico. Un abile buiatra  riesce a fare diagnosi a 28 giorni dall’ultima fecondazione. Questo metodo è seguito dall’esplorazione trans-rettale che diventa affidabile dal 35° giorno in poi. Considerando però che la mortalità embrionale, precoce e tardiva, è sempre in agguato e che le bovine non ritornano subito in calore, diventa importante una prima riconferma di gravidanza a 60 giorni e idealmente una successiva dopo i 120 giorni. Quello che si può fare prima dei 28 giorni è procedere invece alle diagnosi di non gravidanza almeno nelle bovine che non sono tornate spontaneamente in calore dopo la fecondazione nell’arco temporale dei 18-24 giorni.

       Molto interessante è il dosaggio del progesterone da fare nel latte o nel sangue. Già a 21-24 giorni dalla fecondazione, ma (estremizzando) anche a 15 giorni, una bovina con un livello di progesterone molto basso probabilmente non è gravida, cosa ovviamente da verificare prima di fare interventi con la diagnosi ecografica e palpatoria.

       Di sicuro interesse sono le PAG, ovvero una famiglia di proteine prodotte dalla placenta che sono significativamente molto basse nelle vacche non gravide e già  significativamente alte in fase molto precoce in quelle gravide, ma utilizzabili dal 28° giorno di presunta gravidanza nelle bovine da latte e solo dopo 70 giorni di lattazione.

Fonte https://www.ruminantia.it/diagnosi-di-non-gravidanza/

Dove si trova l’acido folico negli alimenti?

       L’acido folico abbonda negli ortaggi a foglia verde, nei carciofi, nelle rape, nel lievito di birra, nei cereali – specie se integrali – nei legumi, nel tuorlo d’uovo, nel fegato, nei kiwi e nelle fragole. Tutti questi alimenti ricchi di acido folico sono indicati per il consumo in gravidanza. Per questioni igieniche, sono più consigliati:


  • Frutta e verdura disinfettati chimicamente (ad esempio con amuchina)
  • Frutta e verdura da consumare rigorosamente sbucciate.

      La quantità di folati introdotti con l’alimentazione, se varia ed equilibrata, è generalmente adeguata.Per quanto riguarda i cibi di origine animale, il fegato e altre frattaglie hanno contenuti piuttosto elevati in folati, come pure alcuni formaggi e le uova, da consumare però in porzioni limitate e non frequenti. Bisogna inoltre tenere in considerazione che il processo di preparazione, cottura e conservazione degli alimenti può distruggere gran parte dei folati presenti nei cibi, dato che si tratta di vitamine idrosolubili, sensibili al calore, alla luce, all’aria e all’acidità.

Fonte https://www.chedonna.it/2019/07/19/acido-folico-folati/

Gravidanza: le dritte per l'estate

Gravidanza: le dritte per l'estate     Mani e piedi gonfi, sudorazione eccessiva, sensazione di disagio, oltre a stress e stanchezza costante: vivere una gravidanza nei mesi estivi non è facile. A tutela della salute delle future mamme e di quella del loro bambino, l’Istituto Valenciano di Infertilità fornisce utili consigli per vivere al meglio il grande caldo dell’estate e alleviare gli effetti delle temperature elevate. «Durante il giorno è fondamentale idratare il corpo – afferma la dottoressa Daniela Galliano, Direttrice del Centro IVI di Roma - bevendo tra i due e i tre litri d’acqua: la disidratazione può aumentare il rischio di infezioni delle vie urinarie. Bisogna bere regolarmente, preferendo liquidi a basso contenuto di zuccheri, mentre deve essere limitato il consumo di tè, caffè, bevande gassate, molto fredde e alcoliche.

     In gravidanza, l'aumento di peso e i cambiamenti ormonali possono provocare cali di pressione e la sensazione di avere le gambe pesanti. Il caldo, che determina la dilatazione dei vasi sanguigni, rende più difficile il flusso di sangue nelle vene. Per migliorare questa condizione, consiglio alle future madri di tenere le gambe sollevate mentre si dorme, camminare molto e scegliere scarpe basse. Può essere molto utile fare un bagno in acqua tiepida alla fine della giornata.

     Tra gli sport, il nuoto è quello più raccomandato, poiché l’acqua alleggerisce la pressione sul nervo sciatico esercitata dal peso del pancione. Vanno benissimo anche la cyclette, da praticare durante le ore meno calde della giornata, ma anche le lunghe passeggiate sul bagnasciuga, che stimolano il ritorno venoso. Le donne incinte devono inoltre proteggere la pelle con una crema solare a elevato fattore protettivo e coprire la testa con un cappello. Evitate pasti abbondanti, preferendo una dieta equilibrata, ricca di acqua, fibre, vitamine e sali minerali: nel menu devono essere presenti insalate, verdura e frutta - soprattutto anguria e melone - oltre a pesce e latte. Accanto a questi alimenti le donne in gravidanza non devono dimenticare di fare un’abbondante colazione, ricca di zuccheri e proteine.

       Altri due aspetti da non trascurare sono la stanchezza e il tipo di abbigliamento. Suggerisco un piccolo riposo almeno una o due volte al giorno, abbinato alla lettura e all’ascolto della musica – conclude l’esperta - mentre dal guardaroba devono essere eliminati gli abiti troppo stretti i e i materiali sintetici che fanno sudare: è più opportuno dare spazio a tessuti naturali e traspiranti come lino o cotone».

Fonte http://www.sanihelp.it/news/28706/-acqua-devono-gravidanza-/1.html

martedì 30 luglio 2019

Autismo, troppi ormoni femminili in gravidanza una possibile causa

       Troppi estrogeni (gli ormoni femminili) in utero potrebbero aumentare il rischio di autismo per il nascituro. Lo suggerisce uno studio di Simon Baron-Cohen, direttore del centro di ricerca sull'Autismo presso la University of Cambridge. La ricerca è apparsa sulla rivista Molecular Psychiatry.

       Gli esperti hanno analizzato la concentrazione di 4 tipi di estrogeni nel liquido amniotico di un campione di gestanti (raccolto in una biobanca) ed hanno dimostrato che i livelli di estrogeni sono molto più elevati nel liquido amniotico di mamme i cui figli avrebbero poi sviluppato l'autismo negli anni a venire. In passato gli stessi ricercatori avevano dimostrato che anche un eccesso di androgeni (ormoni maschili) nel liquido amniotico si associa a maggior rischio di autismo nel nascituro.

       Sia gli androgeni sia gli estrogeni influenzano la mascolinizzazione del cervello fetale e se sono in eccesso potrebbero indurre delle disfunzioni. «Questi risultati supportano l'idea che l'aumento degli ormoni sessuali steroidei sono una delle potenziali cause dell'autismo - afferma Baron-Cohen -. La genetica è un altro provato fattore scatenante, e questi ormoni molto plausibilmente interagiscono con fattori genetici influenzando il cervello del feto in via di sviluppo», conclude.

       Sono molteplici le possibili cause di un eccesso di ormoni estrogeni nell'ambiente intrauterino, spiega un altro autore del lavoro, Alex Tsompanidis: «l'eccesso di questi ormoni potrebbe derivare dalla mamma, dal feto stesso o dalla placenta; il nostro prossimo passo sarà proprio studiare tutte queste fonti di estrogeni e capire come interagiscono tra loro durante tutta la gravidanza». Inoltre si cercherà di scoprire in che modo gli ormoni estrogeni possano influenzare lo sviluppo del feto e se vi siano differenze in base al sesso del nascituro.

Fonte https://www.ilmattino.it/salute_e_benessere/autismo_troppi_ormoni_femminili_in_utero_una_possibile_causa-4647739.html

lunedì 29 luglio 2019

Sesso in gravidanza: istruzioni per l’uso mese per mese

Картинки по запросу Sesso in gravidanza         Durante la gravidanza, si verifica un aumento progressivo della produzione degli ormoni estrogeni che, unito a una maggiore vasocongestione a livello vaginale, influisce positivamente sul desiderio sessuale della donna.
Quindi perché negarti il piacere di un rapporto proprio quando ne hai più bisogno?

Benefici del sesso in gravidanza
         Contrariamente a quanto si pensava un tempo, il sesso consumato in stato interessante non fa male al feto, che è ben protetto all’interno del sacco amniotico e quindi non raggiungibile in alcun modo dall’organo maschile.

Recenti studi hanno dimostrato, anzi, che la penetrazione apporta notevoli benefici a mamma e bambino:


  •  I muscoli pelvici ricevono più sangue e la placenta si ossigena maggiormente.
  • Le contrazioni provocate dall’orgasmo rafforzano la muscolatura uterina preparandola al travaglio.
  • Quando il sesso in gravidanza è sconsigliato

         I rapporti durante i nove mesi sono da evitare generalmente (fai però sempre affidamento al tuo ginecologo di fiducia) quando si verificano le seguenti condizioni:


  • Se sussiste una minaccia d’aborto o rischio di parto prematuro (ad esempio se ne hai già avuti in passato).
  • Se viene rilevato un eccessivo dilatamento o accorciamento del collo dell’utero.
  • In presenza di placenta previa (quando si trova davanti alla parte di presentazione fetale, cioè testa e spalle del piccolo).
  • Se hai infezioni in corso.
  • Accorgimenti da adottare durante il sesso in gravidanza

         In assenza di controindicazioni, è comunque raccomandata delicatezza durante la penetrazione: evita amplessi violenti e posizioni che facciano pressione sulla pancia.

         Il sesso orale è una buona alternativa al coito, ma durante il cunnilingus raccomanda al partner di non soffiare dell’aria all’interno della vagina, perché potrebbe provocare un’embolia, con rischi sia per te, sia per il bimbo.
       
         Sono invece sconsigliati i rapporti anali, a causa dei problemi circolatori tipici della gestazione, che potrebbero facilitare l’insorgere di emorroidi, e del rischio di infezioni provocate dalla trasmissione di batteri dal retto alla vagina

Ma vediamo nel dettaglio come si trasforma il corpo di una donna durante i tre trimestri di gravidanza e quali accorgimenti adottare per vivere una sessualità serena.

Il sesso nel primo trimestre di gravidanza
         In questa prima fase, potresti non avere desiderio: nausea e stanchezza prendono il sopravvento, le forme lievitano e gli ormoni fanno le bizze.

         Tuttavia, un po’ di sesso contribuirebbe a rilassarti, procurandoti orgasmi molto intensi, grazie all’aumento dell’irrorazione sanguigna a livello vaginale, che rende ancora più ricettivo alle stimolazioni il cosiddetto punto G.

Il sesso nel secondo trimestre di gravidanza
         Dopo il terzo mese, il malessere lascia spazio alla sensazione di beatitudine: ti senti più sensuale, femminile e propensa al soddisfacimento sessuale, a partire dalla lubrificazione molto più abbondante del normale.

         L’orgasmo potrebbe provocare delle leggere contrazioni dovute a un lieve indurimento dell’utero, in genere temporanee; se dovessero farsi più intense, chiedi il parere del tuo ginecologo.

Il sesso nel terzo trimestre di gravidanza
         La penetrazione, soprattutto nell’ultima fase della gravidanza, ha un effetto positivo sul collo dell’utero, preparandolo, come accennavamo sopra, addirittura al travaglio.

Картинки по запросу Sesso in gravidanza         Tuttavia, il pancione si fa più ingombrante e non tutte le posizioni sono agevolmente praticabili. Disponiti su un fianco, con lui di fronte o dietro di te o in ginocchio con lui sotto, in modo da poterti muovere agevolmente senza premere in alcun modo sull’addome.

         Il sesso è un aspetto fondamentale nella vita di una donna e, in quanto tale, non dovresti mai negartelo, ma se proprio non te la senti di avere rapporti durante la gravidanza, non sforzarti, sentiti libera di astenertene. Il nostro consiglio, però, è di non rinunciare all’intimità con il partner, lasciandoti andare a carezze, baci e perché no anche al sesso orale: anche il tuo bambino trarrà beneficio dalle sensazioni di piacere che ne ricaverai.

         Se vuoi dire la tua su questo o altri argomenti, iscriviti subito al nostro gruppo A proposito di sesso? Qui potrai condividere le tue esperienze, fare domande pubblicamente o privatamente alla tua Sensual Coach e ricevere tante informazioni utili.

Fonte https://dilei.it/sesso/video/sesso-in-gravidanza-istruzioni-per-luso-mese-per-mese/617779/

Farmaci sclerosi multipla e gravidanza, da Ema avvertenza sull'uso di fingolimod

Farmaci sclerosi multipla e gravidanza, da Ema avvertenza sull’uso di fingolimod       L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) comunica tramite nota le ultime raccomandazioni emanate dall'Ema sull'utilizzo in gravidanza e in periodo fertile del farmaco per la sclerosi multipla fingolimod. L'ente di controllo segnala infatti il divieto di utilizzo per donne in gravidanza e fertili che non utilizzino contraccettivi, e l'obbligo di interrompere l'assunzione del farmaco in caso di gravidanza: il principio attivo del farmaco potrebbe danneggiare il feto e causare malformazioni.

Fingolimod e rischio malformazioni
        Come riporta la nota, il farmaco è una "terapia modificante la malattia", utilizzato nei pazienti adulti e nei bambini di età superiore ai 10 anni per il trattamento della sclerosi multipla recidivante-remittente altamente attiva, nel caso in cui il trattamento con un altro farmaco risulti inefficace o nel caso la patologia peggiori rapidamente. Le ultime revisioni dei dati derivanti da rapporti post marketing suggeriscono che i bambini nati da madre in trattamento con fingolimod durante la gravidanza presentino rischio due volte maggiore di malformazioni congenite (che nella popolazione normale si aggira intorno al 3%), principalmente difetti del setto atriale e ventricolare, anomalie renali e muscoloscheletriche.

Utilizzo di fingolimod in gravidanza e fertilità

  • Le raccomandazioni per i pazienti comprendono:
  • Divieto di assunzione del farmaco in caso di gravidanza o se, in periodo fertile, il paziente non sta utilizzando contraccettivi;
  • Utilizzare contraccettivi efficaci durante l'assunzione del farmaco;
  • Se si sta progettando il concepimento di un figlio, rivolgersi al medico e attendere almeno due mesi dall'interruzione del farmaco, durante i quali sarà comunque necessario utilizzare contraccettivi;
  • Prima di iniziare la terapia assicurarsi tramite test di non essere incinta;
  • In caso di domande consultare un medico, un infermiere o un farmacista. Il medico fornirà una scheda con tutte le informazioni necessarie.


Le raccomandazioni per i medici invece comprendono:

  • Divieto di somministrazione a donne in gravidanza o in periodo fertile che non usino contraccettivi;
  • Informare le donne in età fertile del rischio di effetti dannosi;
  • Sottoporre la paziente a un test di gravidanza prima della somministrazione;
  • Assicurarsi che venga utilizzata contraccezione efficace nei due mesi successivi all'interruzione del farmaco;
  • Interruzione del farmaco in caso di gravidanza e supporto con assistenza medica sul rischio di danni per il fegato, oltre a monitoraggio attento del progredire della gravidanza con esami ecografici.


Fonte http://www.farmacista33.it/farmaci-sclerosi-multipla-e-gravidanza-da-ema-avvertenza-sulluso-di-fingolimod/pianeta-farmaco/news--49125.html

AIFA: uso di Gilenya va interrotto in gravidanza

Avviso AIFA sul farmaco Gilenya per la sclerosi multipla: se una donna rimane incinta l’uso del medicinale deve essere interrotto      L’EMA ha raccomandato che il medicinale per la sclerosi multipla Gilenya (fingolimod) non deve essere usato in donne in gravidanza e in donne fertili che non usano misure contraccettive efficaci. Se una donna rimane incinta durante l’uso di Gilenya, l’uso del medicinale deve essere interrotto e la gravidanza dovrà essere attentamente monitorata. Questo perché il principio attivo di Gilenya, il fingolimod, può danneggiare il feto e causare difetti alla nascita.

      Per ridurre al minimo questo rischio, le donne fertili devono sottoporsi a un test di gravidanza prima di iniziare il trattamento con Gilenya per assicurarsi che non siano in gravidanza e devono usare misure contraccettive efficaci durante il trattamento e per due mesi dopo l’interruzione del medicinale

      Queste raccomandazioni fanno seguito a una revisione che deriva da segnalazioni che suggeriscono che il rischio di difetti alla nascita nei neonati che sono stati esposti a Gilenya durante la gravidanza è due volte più elevato del rischio, dal 2 al 3%, osservato nella popolazione generale. I difetti alla nascita riportati più frequentemente nei neonati esposti a Gilenya sono stati quelli a carico del cuore, dei reni, delle ossa e dei muscoli.

      Medici, pazienti e operatori sanitari riceveranno del materiale didattico aggiornato con informazioni su questo rischio e su quali azioni e precauzioni devono essere prese per garantire l’uso sicuro di Gilenya.

Fonte https://www.corrierenazionale.it/2019/07/29/aifa-uso-gilenya-va-interrotto-in-gravidanza/

Prurito in gravidanza: cause, rimedi, quando preoccuparsi

       Il prurito in gravidanza è un fastidio condiviso da molte future mamme, un disagio che si manifesta in genere già dai primi mesi di gestazione e che può scomparire completamente solo dopo il parto. La maggior parte delle volte si tratta di un disturbo innocuo che non compromette il benessere del nascituro, tuttavia in rari casi può celare una patologia che merita un’accurata valutazione medica.

Картинки по запросу Stitichezza in gravidanza: dieta consigliata e rimedi       Tra le zone maggiormente coinvolte dal prurito c’è sicuramente la pancia, tuttavia anche le cosce, i piedi, il seno e la zona genitale possono essere coinvolte in misura differente.

       Le cause del prurito in gravidanza sono diverse e in genere riguardano la dilatazione fisiologica dei tessuti che scatena fastidio e desiderio di grattarsi. Con i cambiamenti a cui è soggetto il corpo femminile, infatti, la pelle si estende e si dilata progressivamente per tutta la durata della gravidanza. Il prurito, inoltre, può essere provocato anche dai cambiamenti ormonali fisiologici in questo periodo, così come dalla ritenzione idrica che influisce anche sulla microcircolazione. In tutti questi casi, il prurito è sopportabile e può essere ridotto utilizzando semplici rimedi ritenuti molto efficaci. Solo in presenza di arrossamenti evidenti, orticaria vera e propria o comparsa di rush cutanei improvvisi e intollerabili è importante approfondire con il proprio medico.

Quando preoccuparsi
       Quando il prurito è particolarmente intenso e coinvolge anche le mani e i piedi, in associazione con un colorito giallastro della pelle, è indispensabile recarsi dal medico per escludere la presenza di colestasi gravidica: è una patologia che colpisce il fegato e ha come origine un accumulo irregolare di acidi biliari nel sangue. Nelle donne in gravidanza può manifestarsi nel secondo e terzo trimestre, in particolare dopo la ventottesima settimana di gestazione e soprattutto a causa degli sbalzi ormonali che coinvolgono estrogeni e progesterone. Le conseguenze della colestasi possono essere serie soprattutto per il feto, infatti le donne che ne soffrono possono andare incontro a parto prematuro e anche il rischio di liquido amniotico tinto aumenta, così come quello relativo allo sviluppo di stress respiratorio. Spesso, per tenere la situazione sotto controllo, si rende necessario indurre il parto anche prima della scadenza. Per quanto riguarda la terapia farmacologica, è il medico a prescrivere medicinali volti a regolarizzare i livelli degli acidi biliari e delle transaminasi.

Diventare madre accorcia la vita di due anni, lo studio

Картинки по запросу Diventare madre accorcia la vita di due anni, lo studio       Secondo un recente studio, diventare madre potrebbe favorire l’invecchiamento, portando ad accorciare la vita di circa due anni. Ne sono convinti i ricercatori della Northwestern University in Illinois.

       Gli esperti hanno preso in considerazione più di 3.200 donne, tutte di età compresa tra i 20 e i 22 anni. Hanno così scoperto che ogni nascita di un figlio avrebbe un effetto dannoso a livello cellulare. Gli studiosi hanno esaminato due marcatori dell’invecchiamento cellulare e sono giunti alla conclusione che diventare madre toglierebbe due anni di vita ad ogni gravidanza e parto. L’autore principale dello studio, Calen Ryan, ha dichiarato:

       Entrambi i marcatori che abbiamo considerato sono stati rilevati nelle donne che hanno avuto più gravidanze nella loro storia riproduttiva. Abbiamo riscontrato la loro presenza anche dopo aver tenuto conto di altri fattori che influiscono sull’invecchiamento cellulare.

       Secondo gli scienziati, diventare madre contribuirebbe ad un maggiore invecchiamento e quindi ad un’aspettativa di vita minore a causa dei cambiamenti cellulari che si verificherebbero durante la gravidanza.

       Tutti questi cambiamenti influenzerebbero anche la capacità del sistema immunitario delle donne. Lo studio è ancora in corso, perché gli esperti vogliono vederci più chiaro e vogliono verificare se dopo le analisi riscontrate nel 2005 le cellule delle donne che hanno partecipato alla ricerca appaiono ancora più vecchie in età avanzata.

Картинки по запросу Diventare madre accorcia la vita di due anni, lo studio       L’attività di analisi degli scienziati statunitensi si è concentrata soprattutto sull’esame della lunghezza dei telomeri e sull’età epigenetica, due indicatori fondamentali per riuscire a capire il rischio di mortalità di una persona.

       Lo studio, con la continuazione delle verifiche, potrà sicuramente rivelarsi importante per stabilire il rapporto tra la genitorialità e la possibilità di restare più giovani a lungo. Secondo gli esperti, il numero delle gravidanze influirebbe in maniera determinante nell’accorciare la vita delle madri.

       Sarebbe proprio questo il fattore principale da individuare per stabilire la vera età delle donne dopo che hanno partorito più volte, secondo i dati che sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports.

Fonte https://www.greenstyle.it/diventare-madre-accorcia-la-vita-di-due-anni-lo-studio-250737.html

La dieta mediterranea previene il diabete in gravidanza

      Non solo la dieta mediterranea è una delle più amate per la sua bontà, ma grazie ai valori nutrizionali dei suoi componenti aiuta a prevenire problemi di salute gravi come il diabete.
La dieta mediterranea
      Le future mamme che seguono la dieta mediterranea devono più raramente affrontare il rischio di diabete mellito gestazionale, come dimostra uno studio inglese. La dieta mediterranea è ricca di grassi saturi, ha un basso contenuto di zuccheri e di carne trasformata. Inoltre grazie a questa dieta le donne possono difendersi da un aumento di peso eccessivo in gravidanza. Le donne fedeli alla dieta mediterranea consumano più olio di oliva e frutta secca, che permettono di ridurre il gonfiore e di sentirsi in generale più felici.

      Dei ricercatori inglesi hanno osservato 1252 donne durante la gravidanza e il parto. Tutte le donne erano esposte al rischio di sviluppare disfunzioni del metabolismo, tra cui obesità e ipertonia. Le future mamme sono state divise in due gruppi: il primo seguiva le tradizionali raccomandazioni alimentari per donne incinte, mentre il secondo consumava alimenti della dieta mediterranea, tra cui frutta a guscio di diverso tipo e olio di oliva.

       È risultato che il diabete gestazionale tra le donne del secondo gruppo si è presentato nel 35% dei casi in meno. Il diabete gestazionale è legato a un aumento del livello di zuccheri nel sangue durante la gravidanza e aumenta la probabilità che insorga il diabete di secondo tipo in futuro, oltre ad altri problemi come il parto prematuro.

Fonte https://it.sputniknews.com/mondo/201907287915598-la-dieta-mediterranea-previene-il-diabete-in-gravidanza/

domenica 28 luglio 2019

Miti legati al sesso

Coppia e sesso       Sul fronte del concepimento e della fertilità, il gruppo di falsi miti più esteso è probabilmente quello legato al sesso e all’intimità della coppia. Le credenze in questo ambito si sono sviluppate sin da tempi antichissimi, tanto che difficile è riconoscerne l’origine, e nella maggior parte dei casi non trovano alcun riscontro a livello scientifico.

     Si parte dagli eterni dubbi sulla contraccezione, forse le credenze più dure a morire. A livello popolare, infatti, si tende a sostenere che il concepimento può accadere solo se il rapporto sessuale avviene durante i giorni dell’ovulazione. In realtà, così come sottolinea la specialista in riproduzione Karen Elizabeth Boyle, alcuni spermatozoi possono sopravvivere fino a cinque giorni all’interno del corpo femminile: di conseguenza, se l’ovulazione ricade in questa finestra, la gravidanza è possibile.


     Segue quindi il mito sulla frequenza del sesso: quando una coppia cerca di aver un figlio, amici e parenti consigliano di lanciarsi nei rapporti intimi tutti i giorni, anche più volte nell’arco delle 24 ore. Sebbene questo consiglio sia innocuo, e per molti innamorati di certo piacevole, secondo alcuni esperti le eiaculazioni troppo ripetute potrebbero momentaneamente ridurre il conteggio degli spermatozoi, limitando le chances di concepimento. È quindi più indicato seguire le tempistiche dell’ovulazione, aumentando i rapporti pochi giorni prima della stessa e riducendoli una volta superata, anche a giorni alterni.

     L’ultimo mito sessuale riguarda invece l’uso di lubrificanti o di altri prodotti che, di norma, vengono impiegati durante il rapporto. È bene sapere che alcuni di questi, data la loro composizione, possono interferire sulla mobilità degli spermatozoi. È quindi indicato impiegare soluzioni a base acquosa o prodotti specifici e primi di conseguenze sullo sperma.

Sul traghetto in gravidanza: tutto quello che c’è da sapere

Traghetto in gravidanza        Sei incinta, fa tanto caldo e non c’è niente di meglio di una vacanza lontano dalla città, per rilassarsi un po’ sotto il sole e fare qualche bagno rinfrescante. Però vorresti prendere il traghetto per raggiungere una delle mete turistiche nel Mediterraneo: puoi farlo senza problemi?

        Ciascuna compagnia navale ha precise regole in merito alle viaggiatrici in dolce attesa, in particolare se in gravidanza avanzata. Queste norme – di recente introduzione -sono poste a tutela della gestante stessa, perché ci sono specifiche condizioni in cui trascorrere ore a bordo di un traghetto potrebbe essere sconsigliato. In generale, una donna in salute non avrà alcun problema del compiere la traversata, ma le compagnie stesse hanno bisogno di tutelarsi nel caso in cui succeda qualche imprevisto. Scopriamo quali sono le linee guida da rispettare per poter viaggiare con il traghetto in gravidanza.

        La Moby richiede la presentazione obbligatoria di un certificato medico che autorizzi espressamente il viaggio e garantisca l’idoneità fisica della gestante, a prescindere dal mese di gravidanza. Il documento, che dovrà essere presentato all’ufficiale della nave, sarà valido solamente se rilasciato non oltre le 48 ore precedenti la partenza del traghetto. La stessa regola vale per il viaggio di ritorno, nel qual caso andrà bene un certificato emesso da una struttura abilitata. A bordo, i traghetti Moby garantiscono il massimo comfort per le donne in dolce attesa. Per le lunghe traversate, è però consigliato prenotare una cabina per avere una più ampia libertà.

        Se in buono stato di salute, anche la Tirrenia permette alle gestanti di viaggiare a bordo dei suoi traghetti. In particolare, è necessaria la presentazione di un certificato medico che comprovi l’idoneità della gestante alla traversata, rilasciato non oltre i 7 giorni prima della partenza. Tale certificato è obbligatorio dal sesto mese di gravidanza o per le donne il cui parto sia previsto nelle 4 settimane successive, oppure in qualsiasi momento se la gravidanza è gemellare o se presenta complicanze mediche attestate.

        La compagnia sconsiglia inoltre di viaggiare nei 7 giorni precedenti e nei 7 successivi al parto, o se si è a rischio di parto prematuro. È importante portare con sé tutta la documentazione relativa alla gravidanza, perché a bordo è presente un medico a disposizione dei viaggiatori e, in caso di necessità, potrà accedere a tutte le informazioni sulla gestazione. All’imbarco, le donne in gravidanza hanno diritto ad un accesso privilegiato, perché considerate passeggeri con mobilità ridotta.

Картинки по запросу Sul traghetto in gravidanza        Le regole si assomigliano molto anche per i viaggi con la Grimaldi Lines: le gestanti devono obbligatoriamente presentare un certificato medico, rilasciato entro i 7 giorni precedenti la partenza, se hanno superato il sesto mese di gravidanza. È inoltre necessario in qualsiasi mese di gestazione, se si tratta di una gravidanza complicata. Non saranno ammesse a bordo le donne il cui parto è previsto non oltre i 7 giorni successivi alla partenza, né a coloro che hanno partorito nei 7 giorni precedenti. Il Comandante della nave può rifiutare di far salire a bordo una donna incinta qualora, a suo avviso, non sia in condizioni di affrontare la traversata. In questo caso, è dovuto solo il rimborso del biglietto.

        Infine la GNV (Grandi Navi Veloci) prevede l’obbligo di presentare il certificato medico di idoneità al viaggio dal sesto mese di gravidanza in avanti, oltre all’obbligo di compilare un apposito modulo disponibile sul sito della compagnia o presso le biglietterie GNV. Un certificato di autorizzazione è necessario invece in qualsiasi momento della gestazione, mentre resta valida la facoltà del Comandante di non accettare a bordo una donna incinta che non sia considerata in grado di viaggiare.

Fonte https://siviaggia.it/informazioni-utili/traghetto-in-gravidanza-regole/239863/

PARTORIRE IN CASA SI PUÒ ED È SICURO

Midwife seeing mother for pregnancy examination       Per le nostre nonne il parto in casa era la cosa più normale del mondo, poi tutto è cambiato e la gravidanza è stata sempre più tecnicizzata raggiungendo un vero e proprio eccesso, ma siccome le fasi sono cicliche, ecco che negli ultimi anni si sta diffondendo nuovamente la tendenza a partorire in contesti più umani: parto in casa e nascita nelle case di maternità.

Ma valutiamo il parto in casa.
       Tale possibilità è auspicata perché l’ambiente di casa è più intimo e più consono ad un evento che è del tutto naturale e guidato dalle leggi della natura, inoltre, le attuali condizioni igieniche delle nostre case, unite alla possibilità di avere strumenti usa e getta completamente sterili, rendono il parto in casa sicuro tanto quanto quello in ospedale se non maggiormente per gli aspetti igienici.

       Da una ricerca condotta dai ricercatori dell’Università di Copenaghen emerge infatti che con il parto in casa si ridurrebbero automaticamente dal 20% al 60% i ricorsi all’epidurale e al cesareo, ridotte dal 10 al 30% anche le complicanze (emorragia post partum, lacerazioni perineali…)

        Il parto in casa non è consigliato a tutti ma solo nelle situazioni di gravidanza fisiologica a basso rischio ostetrico, inoltre, non può essere improvvisato ma deve essere preparato e programmato fin dall’inizio della gravidanza con un team di ostetriche specializzate, perché si tratta di un vero e proprio percorso che deve portare la donna e la coppia ad essere consapevoli e collaboranti in un rapporto che si poggia su una reciproca fiducia.
Esistono pertanto dei criteri ben definiti per poter partorire in massima sicurezza, tali elementi sono reperibili in questa linea guida delle ostetriche libere professioniste.

        Il parto in casa è incoraggiato anche dagli organismi internazionali, l’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità, ha affermato che la donna deve essere libera di scegliere di partorire nel luogo in cui si sente più sicura e nel caso in cui scelga la casa deve essere aiutata nell’intento, sempre che  se si tratti di gravidanza a basso rischio.

       Il Parlamento Europeo si è posto sulla stessa direttiva e con la risoluzione A2 38/88 riconosce che nel caso in cui la donna decida di partorire in casa deve essere fornita adeguata assistenza.
Ecco il testo completo della risoluzione in oggetto, anche denominata Carta Europea dei Diritti della Partoriente in cui è enucleato il diritto all’assistenza nel parto a casa e altri diritti:
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        Per quanto riguarda l’Italia, la percentuale dei parti in casa è pari allo 0.2% (in Puglia negli ultimi due anni sono stati 20 i parti in casa) mentre in Europa la percentuale è già al 2%, le percentuali arrivano al 14% in Nord Europa e prossimi al 30% in Olanda (sommati i parti in casa e quelli in casa di maternità).
       Alcune regioni si stanno adeguando a questa nuova esigenza e infatti Emilia Romagna, Marche, Piemonte, Lazio e la Province autonome di Trento e Bolzano rimborsano le spese sostenute per il parto extraospedaliero, mentre Lombardia, Toscana, Abruzzo, Liguria, Sicilia e Valle D’Aosta, hanno adottato provvedimenti volti ad agevolare tale pratica.

       In Italia sono anche nati alcuni punti nascita, strutture disposte nelle vicinanze di ospedali, in esse è possibile partorire con la tranquillità e l’intimità della propria casa, con un’assistenza strutturata da parte di ostetriche.

Fonti
Planned hospital birth versus planned home birth
Meta-analysis of the safety of home birth.