Social egg freezing permette alle giovani donne di crioconservare i loro ovociti consentendole in questo modo di posticipare la procreazione. “Fermando” l’orologio riproduttivo grazie al processo di vitrificazione di ovuli le donne sperano, e spesso sono sicure, di poter ricorrere alla FIVET a qualsiasi età e di partorire un figlio con successo. La crioconservazione di ovuli sembra un’ottima idea ma è vero che le donne possono essere sicure scegliendo questa strada?
Dopo che gli ovuli vengano sottoposti ad un veloce congelamento o una vitrificazione questi rimangono per sempre della qualità e dell’età del momento in cui sono stati congelati. In altre parole, se una giovane donna decide di congelare i propri ovociti all’età di 28 anni questi avranno sempre le proprietà che avevano in quel momento indipendentemente dalla data in cui vorrà utilizzarli.
In Italia questa procedura diventa sempre piu’ gettonata. Le giovani italiane di età fino a 35 anni si affrettano di andare nelle cliniche per congelare i propri ovociti e posticipare la gravidanza. Il motivo è semplice: le donne moderne vogliono fare prima la carriera e poi mettere su famiglia. Egg freezing è una garanzia di poter avere figli per tali donne. Avendo gli ovuli congelati la donna può vivere piu’ tranquilla senza preoccupazioni riguardo una futura gravidanza che nel caso dell’invecchiamento degli ovociti può anche non avvenire.
Oggi la procedura FIVET permette alle donne di qualsiasi età di concepire con successo e partorire il primogenito anche dopo 40 anni. La storia conosce molti casi quando le donne di 50-66 anni sono diventate mamme grazie al prezioso aiuto dei migliori riproduttologi e delle tecnologie riproduttive moderne.
La domanda che sorge è se è vero che il metodo di vitrificazione sia così sicuro e affidabile. L’ovulo femmiline è la cellula piu’ grande dell’organismo umano che si presenta come una bolla piena di liquido. Quindi durante il congelamento si formano dei cristalli che possono danneggiare l’integrità della struttura della cellula. Tali alternazioni non sono visibili durante una fecondazione in vitro. Però in futuro tali diffetti della cellula possono causare seri problemi e deviazioni del feto.
Gli specialisti affermano che la vitrificazione di ovuli è un’ottima soluzione per chi ne ha bisogno per ragioni mediche. Però se si pinifica di crioconservare gli ovociti solo per fare la carriera prima bisogna riffletterci piu’ volte prima di farlo. Difatti sono molte le italiane che volendo utilizzare i loro ovociti crioconservati e partorire dopo 40 sono costrette a ricorrere all’aiuto delle madri surrogate.
Il primo motivo è la qualità degli ovuli scongelati. Spesso questa non corrisponde agli strandard necessari e, quindi, non garantisce l’esito positivo della procedura. Il secondo motivo è la salute della futura madre. Sono veramente poche le donne che superando l’età di 40 anni hanno un’ottima salute riproduttiva. Sulla quest’ultima incide il fumo, lo stress, i ritmi di vita frenetici e la stanchezza cronica. In piu’ si aggiungono varie malattie che si possono manifestare a diverse età e le malattie croniche acquisite nel corso della vita. Per cui non è sempre sicuro che le donne over 40 usando gli ovuli congelati possano effettuare una FIVET e avere l’esito positivo già al primo tentativo.
Inoltre la prassi mondiale prova che l’uso di ovuli freschi (non crioconservati) è una garanzia dell’esito positivo di una FIVET a qualsiasi età. Una delle cliniche europee di medicina riproduttiva BioTexCom adotta questa tecnica nella prassi quotidiana. Una vasta banca di donatrici di ovuli permette ai dottori di effettuare decine di programmi FIVET ogni mese e con ottimi tassi di successo. Sono molte le italiane che, non avendo ottenuto il risultato desiderato in patria, vengono in Ucraina per usufruire delle tecniche PMA. È da notare che sono quasi 100 le coppie italiane che vengono alla BioTexCom ogni mese per avere un consulto medico. La quasi totalità firma il contratto per i programmi PMA (maternità surrogata od ovodonazione) e infine ottengono il risultato desiderato: il ritorno a casa con il figlio in braccio.
Dopo che gli ovuli vengano sottoposti ad un veloce congelamento o una vitrificazione questi rimangono per sempre della qualità e dell’età del momento in cui sono stati congelati. In altre parole, se una giovane donna decide di congelare i propri ovociti all’età di 28 anni questi avranno sempre le proprietà che avevano in quel momento indipendentemente dalla data in cui vorrà utilizzarli.
In Italia questa procedura diventa sempre piu’ gettonata. Le giovani italiane di età fino a 35 anni si affrettano di andare nelle cliniche per congelare i propri ovociti e posticipare la gravidanza. Il motivo è semplice: le donne moderne vogliono fare prima la carriera e poi mettere su famiglia. Egg freezing è una garanzia di poter avere figli per tali donne. Avendo gli ovuli congelati la donna può vivere piu’ tranquilla senza preoccupazioni riguardo una futura gravidanza che nel caso dell’invecchiamento degli ovociti può anche non avvenire.
Oggi la procedura FIVET permette alle donne di qualsiasi età di concepire con successo e partorire il primogenito anche dopo 40 anni. La storia conosce molti casi quando le donne di 50-66 anni sono diventate mamme grazie al prezioso aiuto dei migliori riproduttologi e delle tecnologie riproduttive moderne.
La domanda che sorge è se è vero che il metodo di vitrificazione sia così sicuro e affidabile. L’ovulo femmiline è la cellula piu’ grande dell’organismo umano che si presenta come una bolla piena di liquido. Quindi durante il congelamento si formano dei cristalli che possono danneggiare l’integrità della struttura della cellula. Tali alternazioni non sono visibili durante una fecondazione in vitro. Però in futuro tali diffetti della cellula possono causare seri problemi e deviazioni del feto.
Gli specialisti affermano che la vitrificazione di ovuli è un’ottima soluzione per chi ne ha bisogno per ragioni mediche. Però se si pinifica di crioconservare gli ovociti solo per fare la carriera prima bisogna riffletterci piu’ volte prima di farlo. Difatti sono molte le italiane che volendo utilizzare i loro ovociti crioconservati e partorire dopo 40 sono costrette a ricorrere all’aiuto delle madri surrogate.
Il primo motivo è la qualità degli ovuli scongelati. Spesso questa non corrisponde agli strandard necessari e, quindi, non garantisce l’esito positivo della procedura. Il secondo motivo è la salute della futura madre. Sono veramente poche le donne che superando l’età di 40 anni hanno un’ottima salute riproduttiva. Sulla quest’ultima incide il fumo, lo stress, i ritmi di vita frenetici e la stanchezza cronica. In piu’ si aggiungono varie malattie che si possono manifestare a diverse età e le malattie croniche acquisite nel corso della vita. Per cui non è sempre sicuro che le donne over 40 usando gli ovuli congelati possano effettuare una FIVET e avere l’esito positivo già al primo tentativo.
Inoltre la prassi mondiale prova che l’uso di ovuli freschi (non crioconservati) è una garanzia dell’esito positivo di una FIVET a qualsiasi età. Una delle cliniche europee di medicina riproduttiva BioTexCom adotta questa tecnica nella prassi quotidiana. Una vasta banca di donatrici di ovuli permette ai dottori di effettuare decine di programmi FIVET ogni mese e con ottimi tassi di successo. Sono molte le italiane che, non avendo ottenuto il risultato desiderato in patria, vengono in Ucraina per usufruire delle tecniche PMA. È da notare che sono quasi 100 le coppie italiane che vengono alla BioTexCom ogni mese per avere un consulto medico. La quasi totalità firma il contratto per i programmi PMA (maternità surrogata od ovodonazione) e infine ottengono il risultato desiderato: il ritorno a casa con il figlio in braccio.
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