sabato 5 agosto 2017

Una camera da letto silenziosa aiuta la fertilità dell'uomo

     «Negli animali si osserva un'associazione tra il rumore intenso e la scarsa salute riproduttiva, ma i dati nell'uomo sono davvero scarsi» esordisce Jin-Young Min, della Seoul national university in Corea, uno degli autori della ricerca che ha coinvolto oltre 206mila uomini di età compresa tra 29 e 50 anni. L'idea di concentrare l'attenzione proprio sull'inquinamento sonoro nasce anche dal fatto che studi precedenti hanno dimostrato gli effetti negativi del rumore che può essere fastidioso, interrompendo la concentrazione e il buon sonno notturno, ma può anche favorire problemi di salute più seri come malattie cardiache o mentali e interferire con la vita sociale delle persone.

Una camera da letto silenziosa aiuta la fertilità dell’uomo     Per comprendere meglio gli effetti dell'esposizione al rumore sulla fertilità maschile, Min e colleghi hanno analizzato i dati del registro nazionale coreano National health insurance service-national sample cohort, focalizzandosi in particolare sugli uomini in età riproduttiva e senza storie di malformazioni congenite. «Seguendo i partecipanti per un periodo di 8 anni, dal 2006 al 2013, abbiamo riscontrato 3.293 diagnosi di infertilità, pari all'1,6 per cento dell'intero gruppo» affermano i ricercatori che hanno incrociato questi dati con quelli relativi al rumore nelle aree di residenza delle persone con diagnosi di infertilità.

     E a conti fatti l'analisi ha dimostrato che il rischio di infertilità aumenta in modo significativo già per esposizioni a livelli di rumore superiori a 55 decibel, ovvero quelli del traffico di una via sub-urbana o di un condizionatore d'aria. «L'infertilità sta diventando un problema di salute pubblica piuttosto importante e i risultati del nostro studio dimostrano che quando si cercano le cause del disturbo è opportuno prendere in considerazione anche l'inquinamento sonoro al quale la coppia è esposta soprattutto durante la notte» concludono gli esperti.

Fonte: Environ Pollut. 2017. doi: 10.1016/j.envpol.2017.03.069

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