giovedì 31 agosto 2017

MINACCIA DI PARTO PRETERMINE, DI CHE SI TRATTA?

Sintomi:
  • Contrazioni uterine ritmiche con o senza dolore, resistenti al riposo;
  • Malessere generale: lombalgia, pressione sovrapubica, crampi intestinali, diarrea.

Segni:
  • Riscontro di attività contrattile regolare prima della 37°sett. con palpazione addominale o tocografia;
  • Modificazioni a carico del collo uterino: posizione, lunghezza e dilatazione (cervicometria);
  • Lieve perdita ematica;
  • Aumento di perdite vaginali;
  • Segni di cistite o vaginite.
       Nonostante i progressi della medicina e delle tecniche assistenziali, negli ultimi 50 anni il tasso di incidenza del parto pretermine non si è modificato e si attesta tra il 4% e il 16%.
       Il parto pretermine rappresenta la maggior causa di mortalità e morbilità neonatale; nel 70-80% dei casi l’insorgenza è spontanea.

Il 50% dei parti pretermine è associato a fattori di rischio quali:
  • Precedente parto pretermine
  • Ipertensione, patologie renali, diabete mellito
  • Anomalie anatomiche materne e fetali
  • Perdite ematiche in gravidanza
  • Infezioni del tratto urinario e dell’apparato genitale
  • Gravidanza multipla
  • Polidramnios e disturbi della placentazione
  • Abuso di sostanze stupefacenti e fumo
  • Situazioni di disagio sociale

Il restante 50% delle donne non ha apparenti fattori di rischio associati.

       Nel caso in cui si sospettino i sintomi di una minaccia di parto pretermine è bene rivolgersi ad un centro ospedaliero per la valutazione del quadro clinico e la messa in opera di misure assistenziali volte a ridurre il rischio di parto pretermine.
parto-prematuro@       Nel caso di grave MPP in un epoca di gestazione inferiore alle 34 settimane è prassi durante l’ospedalizzazione la somministrazione di cortisonici per favorire la produzione del surfactante, una sostanza presente negli alveoli polmonari importante per la respirazione alla nascita (maturazione dello sviluppo polmonare fetale).
       Fino a qualche anno fa l’incidenza di mortalità neonatale a seguito di nascita pretermine era molto alta, ma oggi, grazie alla pratica di terapie intensive neonatali, il rischio si è abbassato notevolmente tanto che il 50% dei bambini nati prima della 24a settimana sopravvive raggiungendo elevate aspettative di sopravvivenza sin dalla 27a/28a settimana.

       Il peso alla nascita rappresenta, insieme all’epoca gestazionale, uno dei fattori che maggiormente influenzano il tasso di sopravvivenza del bambino nato prematuramente. I dati dimostrano che i neonati di peso superiore ai 700g sopravvivono nell’80% dei casi.
       Questi dati rivelano la capacità di sopravvivenza neonatale, ma è comunque indispensabile informare che una nascita prematura può comportare danni irreversibili ad organi ed apparati, deficit mentali e fisici permanenti o malattie croniche a carico dei polmoni.

Nessun commento:

Posta un commento