Un tempo, quando non esistevano pannolini monouso, poteva essere scomodo: la stoffa restava macchiata e di conseguenza poco igienica, le allacciature erano precarie e quindi spesso i bambini si bagnavano e la lavatrice era un bene di lusso, quindi le mamme passavano le giornate ad organizzare quando e dove lavare e stendere i ciripà.
Ora, fortunatamente, per chi sceglie l’opzione ecologica (ma non solo) la vita è più semplice: basta un pochino di tempo per abituarsi, come per qualsiasi cosa. Ed in più i motivi per abbandonare la strada più battuta dei pannolini di plastica e cellulosa, sono svariati
Confrontando i due tipi di pannolino si scopre che, per produrre quelli monouso si spreca il 3.5 di energia in più, si genera una quantità di rifiuti 60 volte superiore e si utilizza 8 volte tanto la quantità di materiali non riutilizzabili.
In più, spesso, con la scusa che i nuovi pannolini sono super super assorbenti, si lasciano bagnati addosso ai bebè per svariate ore, come se l’unico problema fosse non bagnare il vestitino… Ciò può provocare irritazioni dovute alle sostanze tossiche contenute in molti pannolini.
Non a caso negli ultimi anni la percentuale di culetti arrossati è aumentata spaventosamente dal 7% al 60%!
Tra l’altro i bambini del giorno d’oggi, abbandonano sempre più tardi l’uso del pannolino perchè, non sentendosi mai bagnaticci, non ci pensano nemmeno a fare la fatica di imparare a correre da mamma urlando: “mi scappa la pipì!”, obiettivo che invece si raggiunge dopo i 2 anni d’età, utilizzando i pannolini lavabili.
Il bello dei pannolini di stoffa è anche che, una volta affrontata la prima spesa, si possono utilizzare anche per i fratellini più piccoli o prestare, come è successo a me. Spesso sono regolabili e quindi una misura è utilizzabile per più mesi e sono pure colorati!
Che dire… non ci sono più scuse!
Si è calcolato che sarebbe meno dispendioso donare alle famiglie pannolini lavabili e offrire loro l’uso di servizi gratuiti per lavarli, piuttosto che affrontare la spesa di smaltimento di tutti i miliardi di pannolini sporchi prodotti…
Ora, fortunatamente, per chi sceglie l’opzione ecologica (ma non solo) la vita è più semplice: basta un pochino di tempo per abituarsi, come per qualsiasi cosa. Ed in più i motivi per abbandonare la strada più battuta dei pannolini di plastica e cellulosa, sono svariati
Confrontando i due tipi di pannolino si scopre che, per produrre quelli monouso si spreca il 3.5 di energia in più, si genera una quantità di rifiuti 60 volte superiore e si utilizza 8 volte tanto la quantità di materiali non riutilizzabili.
In più, spesso, con la scusa che i nuovi pannolini sono super super assorbenti, si lasciano bagnati addosso ai bebè per svariate ore, come se l’unico problema fosse non bagnare il vestitino… Ciò può provocare irritazioni dovute alle sostanze tossiche contenute in molti pannolini.
Non a caso negli ultimi anni la percentuale di culetti arrossati è aumentata spaventosamente dal 7% al 60%!
Tra l’altro i bambini del giorno d’oggi, abbandonano sempre più tardi l’uso del pannolino perchè, non sentendosi mai bagnaticci, non ci pensano nemmeno a fare la fatica di imparare a correre da mamma urlando: “mi scappa la pipì!”, obiettivo che invece si raggiunge dopo i 2 anni d’età, utilizzando i pannolini lavabili.
Il bello dei pannolini di stoffa è anche che, una volta affrontata la prima spesa, si possono utilizzare anche per i fratellini più piccoli o prestare, come è successo a me. Spesso sono regolabili e quindi una misura è utilizzabile per più mesi e sono pure colorati!
Che dire… non ci sono più scuse!
Si è calcolato che sarebbe meno dispendioso donare alle famiglie pannolini lavabili e offrire loro l’uso di servizi gratuiti per lavarli, piuttosto che affrontare la spesa di smaltimento di tutti i miliardi di pannolini sporchi prodotti…
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