Secondo uno studio della London School of Hygiene & Tropical Medicine di Londra (pubblicato poi su Human Reproduction), una donna su otto e un uomo su dieci hanno sperimentato almeno una volta un periodo di infertilità che ha impedito loro di concepire per almeno un anno, ma quasi la metà non ha cercato aiuto medico, soprattutto se appartenente ad una bassa fascia sociale e di istruzione.
La ricerca si è svolta su un campione di 15.162 uomini e donne di età compresa tra 16 e 74 anni, che avevano preso parte al terzo NATSAL (Sondaggio Nazionale per Attitudini Sessuali e Stili di vita), ma gli esperti pensano che i risultati possano essere estesi anche ad altri Paesi oltre la Manica.
Si è così riscontrato che più di un terzo delle donne che sono diventate madri dopo i 35 anni aveva vissuto un periodo di sterilità, mentre tra coloro che erano diventate mamme prima dei 25, solo una su dieci aveva subito la stessa sorte.
L'infertilità è risultata più comune tra persone dallo status socio-economico più alto, specialmente in coppie sposate o che convivevano al momento dell'intervista per lo studio.
L'incidenza del livello d'Istruzione
«Uno degli aspetti più rilevanti dei risultati riguarda la differenza di educazione e posizione lavorativa tra coloro che avevano cercato aiuto per la propria infertilità e coloro che non lo hanno fatto» ha affermato la Dott.ssa Jessica Datta, responsabile della ricerca.
Infatti, oltre il 42,7% delle donne e il 46,8% degli uomini interpellati non aveva cercato aiuto medico per il problema, e la stragrande maggioranza di loro era in possesso di un basso titolo di studio.
La ricerca ha inoltre scoperto che le donne intorno ai 50 anni che hanno sperimentato infertilità sono molto più esposte a sintomi di depressioni e insoddisfazione riguardo la propria vita sessuale, atteggiamento che invece non è stato osservato negli uomini di pari età.
Dati interessanti infine sono stati raccolti per cercare di comprendere le ragioni dietro la scelta di non rivolgersi ad un esperto per ovviare alla situazione di infertilità: tra i più diffusi il non riconoscere la presenza del problema, il timore dei costi e del peso psicologico dietro il trattamento e il terrore di venire classificati come "sterili".
FONTE: Ishtm.com, Ansa.it
La ricerca si è svolta su un campione di 15.162 uomini e donne di età compresa tra 16 e 74 anni, che avevano preso parte al terzo NATSAL (Sondaggio Nazionale per Attitudini Sessuali e Stili di vita), ma gli esperti pensano che i risultati possano essere estesi anche ad altri Paesi oltre la Manica.
Si è così riscontrato che più di un terzo delle donne che sono diventate madri dopo i 35 anni aveva vissuto un periodo di sterilità, mentre tra coloro che erano diventate mamme prima dei 25, solo una su dieci aveva subito la stessa sorte.
L'infertilità è risultata più comune tra persone dallo status socio-economico più alto, specialmente in coppie sposate o che convivevano al momento dell'intervista per lo studio.
L'incidenza del livello d'Istruzione
«Uno degli aspetti più rilevanti dei risultati riguarda la differenza di educazione e posizione lavorativa tra coloro che avevano cercato aiuto per la propria infertilità e coloro che non lo hanno fatto» ha affermato la Dott.ssa Jessica Datta, responsabile della ricerca.
Infatti, oltre il 42,7% delle donne e il 46,8% degli uomini interpellati non aveva cercato aiuto medico per il problema, e la stragrande maggioranza di loro era in possesso di un basso titolo di studio.
La ricerca ha inoltre scoperto che le donne intorno ai 50 anni che hanno sperimentato infertilità sono molto più esposte a sintomi di depressioni e insoddisfazione riguardo la propria vita sessuale, atteggiamento che invece non è stato osservato negli uomini di pari età.
Dati interessanti infine sono stati raccolti per cercare di comprendere le ragioni dietro la scelta di non rivolgersi ad un esperto per ovviare alla situazione di infertilità: tra i più diffusi il non riconoscere la presenza del problema, il timore dei costi e del peso psicologico dietro il trattamento e il terrore di venire classificati come "sterili".
FONTE: Ishtm.com, Ansa.it
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