Uno studio ha analizzato per la prima volta quale effetto ha l’età dell’uomo in un trattamento di fecondazione in vitro con donazione di ovuli. E la conclusione è sorprendente: quando una donna realizza un trattamento di riproduzione assistita con donazione di ovuli provenienti da donne di età compresa tra i 18 e i 35 anni, l’età del padre non influisce sulla probabilità di ottenere la gravidanza.
Lo studio e pubblicato sulla prestigiosa rivista del settore Human Reproduction, evidenzia che nonostante il peggioramento della qualità dello sperma, il passare degli anni negli uomini non interferisce sulla probabilità di gravidanza delle loro partner –sempre che seguano un trattamento di fecondazione in vitro con ovuli di donatrice, provenienti da donne giovani, sane e senza problemi di fertilità conosciuti.
La ricerca ha analizzato un ampio campione di 4487 casi, nei quali le donne con un’età media di 40 anni seguivano un trattamento di fecondazione in vitro con ovuli di donatrice con un partner maschile di età media di 41 anni.
“Di oltre i quattromila casi analizzati, la gravidanza si è prodotta in 47,8% di questi”, afferma la Dott.ssa Begueria. “I risultati dello studio ci forniscono l’evidenza scientifica sufficiente per poter concludere che l’età del padre non interferisce sulla probabilità di gestazione dopo questo tipo di trattamento”, afferma la Dott.ssa Begueria.
Tendenza a posticipare la paternità
Come succede con le donne, anche gli uomini ritardano sempre di più l’età in cui diventano padri per la prima volta. “Sebbene sia vero che l’avanzare dell’età del padre si può associare a una perdita di qualità dello sperma”, afferma la dottoressa, “questo non danneggia in nessun caso il tasso di gravidanza della donna dopo aver realizzato il trattamento con donazione di ovuli”, assicura.
Invece, quando si realizza un trattamento di fecondazione in vitro convenzionale –senza donazione di ovuli- sì che si apprezza una certa influenza dell’età del padre sulle possibilità di gravidanza. “L’età del padre sì che gioca un ruolo importante nel caso di una fecondazione in vitro con ovuli della donna”, spiega la Dott.ssa Begueria, “causando uno svantaggio per la coppia nelle possibilità di ottenere la gravidanza”, continua.
Nello studio si sono presi in considerazione i casi di coppie che realizzavano un trattamento di fecondazione in vitro con sperma del partner e donazione di ovuli mediante la tecnica ICSI (sigla proveniente dall’inglese Intra Cytoplasmatic Sperm Injection). Questa tecnica fu sviluppata inizialmente con l’obiettivo di trattare casi di infertilità maschile, ma attualmente, data la sua efficacia sull’indice di fecondazione, si utilizza nella maggior parte
Lo studio e pubblicato sulla prestigiosa rivista del settore Human Reproduction, evidenzia che nonostante il peggioramento della qualità dello sperma, il passare degli anni negli uomini non interferisce sulla probabilità di gravidanza delle loro partner –sempre che seguano un trattamento di fecondazione in vitro con ovuli di donatrice, provenienti da donne giovani, sane e senza problemi di fertilità conosciuti.
La ricerca ha analizzato un ampio campione di 4487 casi, nei quali le donne con un’età media di 40 anni seguivano un trattamento di fecondazione in vitro con ovuli di donatrice con un partner maschile di età media di 41 anni.
“Di oltre i quattromila casi analizzati, la gravidanza si è prodotta in 47,8% di questi”, afferma la Dott.ssa Begueria. “I risultati dello studio ci forniscono l’evidenza scientifica sufficiente per poter concludere che l’età del padre non interferisce sulla probabilità di gestazione dopo questo tipo di trattamento”, afferma la Dott.ssa Begueria.
Tendenza a posticipare la paternità
Come succede con le donne, anche gli uomini ritardano sempre di più l’età in cui diventano padri per la prima volta. “Sebbene sia vero che l’avanzare dell’età del padre si può associare a una perdita di qualità dello sperma”, afferma la dottoressa, “questo non danneggia in nessun caso il tasso di gravidanza della donna dopo aver realizzato il trattamento con donazione di ovuli”, assicura.
Invece, quando si realizza un trattamento di fecondazione in vitro convenzionale –senza donazione di ovuli- sì che si apprezza una certa influenza dell’età del padre sulle possibilità di gravidanza. “L’età del padre sì che gioca un ruolo importante nel caso di una fecondazione in vitro con ovuli della donna”, spiega la Dott.ssa Begueria, “causando uno svantaggio per la coppia nelle possibilità di ottenere la gravidanza”, continua.
Nello studio si sono presi in considerazione i casi di coppie che realizzavano un trattamento di fecondazione in vitro con sperma del partner e donazione di ovuli mediante la tecnica ICSI (sigla proveniente dall’inglese Intra Cytoplasmatic Sperm Injection). Questa tecnica fu sviluppata inizialmente con l’obiettivo di trattare casi di infertilità maschile, ma attualmente, data la sua efficacia sull’indice di fecondazione, si utilizza nella maggior parte
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