La sindrome emolitico-uremica (Seu) è una malattia infettiva che colpisce soprattutto i soggetti più deboli come bambini e anziani. I pazienti colpiti presentano tre sintomi tipici della Seu: anemia emolitica, ridotto numero di piastrine (piastrinopenia) e insufficienza renale acuta, che spesso può richiedere la dialisi. L’Istituto Superiore di Sanità afferma che, soprattutto in contesti scolastici, è necessario osservare alcune norme igieniche per evitare che il contagio si diffonda. È quindi consigliato lavare bene le mani, cambiare spesso gli indumenti e disinfettare le superfici.
Scopriamo cos’è la Seu, come si manifesta e quali sono le norme per prevenire il contagio.
COS’È LA SEU?
La sindrome emolitico-uremica è una malattia rara di notevole complessità che colpisce l’apparato digerente. Nella prima fase può esordire con diarrea, anche emorragica, vomito e dolore addominale. A questi primi sintomi possono seguire l’apparizione di anemia emolitica, trombocitopenia (una quantità di piastrine circolanti inferiore a 150.000/mm3) e insufficienza renale.
In circa l’80% dei casi, la sindrome è causata dal contagio con un batterio capace di generare un’infezione intestinale. L’agente batteriologico, che fa parte della specie Escherichia coli, è capace di produrre la vero-citossina (VTEC) o shiga-tossina. La tossina prodotta all’interno dell’intestino può entrare nel circolo sanguigno e arrivare a colpire gli organi adiacenti, come i reni.
Nel restante 20% dei casi, secondo L’ISS, la malattia è causata da fattori genetici.
QUALI SONO I SINTOMI?
Nelle prime fasi della patologia i sintomi della Seu possono essere confusi con quelli di un’infezione intestinale. Il paziente può essere colpito da diarrea, che spesso sfocia nella forma emorragica, nausea e vomito. Una volta che la tossina attraversa la parete intestinale, può raggiungere il rene. In questi casi la patologia si associa a sintomi che caratterizzano l’insufficienza renale acuta: oliguria (scarsa produzione di urine) o anuria (assente produzione di urine).
Nel caso in cui il paziente riscontri i sintomi della sindrome possono chiedere consiglio al medico curante, che può prescrivere delle determinate analisi del sangue. Gli esami potranno accertare la diagnosi nel caso in cui i referti individuino sintomi di Seu come anemia emolitica (globuli rossi frammentati ed emoglobina ridotta) e piastrinopenia (piastrine in numero ridotto).
COME AVVIENE IL CONTAGIO?
Il batterio della specie Escherichia Coli è presente in alcuni ruminanti, soprattutto bovini. Le loro feci possono quindi contaminare la carne e il latte durante la macellazione e la mungitura. Nel caso in cui la carne sia contaminata e poco cotta, può essere trasmesso all’organismo umano. Inoltre, l'infezione può avvenire per contatto diretto con gli animali o con acqua e vegetali contaminati da feci di ruminanti. Il periodo di incubazione dell'infezione da VTEC (tempo tra l'ingestione del batterio e l'inizio dei sintomi) è compreso tra 1 e 5 giorni.
COME SI PREVIENE IL CONTAGIO?
Come per le altre infezioni trasmesse da alimenti o per via orofecale è necessario seguire le seguenti norme igienico-sanitarie:
- evitare il consumo di carne poco cotta e di latte non pastorizzato (crudo) o suoi derivati come formaggi freschi da latte non pastorizzato;
- evitare in cucina la contaminazione di alimenti con carne cruda, per esempio usando lo stesso coltello o lo stesso tagliere
- evitare il contatto con le feci dei ruminanti e con acque e suolo contaminati;
- come per altre infezioni intestinali, è opportuno allontanare le persone con diarrea, soprattutto bambini, dalla comunità fino a risoluzione dell'episodio;
- lavare spesso le mani e degli indumenti.
COME SI CURA?
Nelle fasi precoci dell'infezione da VTEC la diarrea non presenta caratteristiche particolari. Come nella maggior parte delle diarree infettive, la terapia antibiotica non è necessaria e può perfino essere controindicata. Durante la fase di insufficienza renale è indispensabile il ricovero presso un centro ospedaliero specializzato in nefrologia. La dialisi e la plasmaferesi vengono utilizzate per supportare la funzione renale e facilitare l'eliminazione di sostanze tossiche dall'organismo.
Fonte http://www.bussolasanita.it/schede-2436-seu_5_risposte_sulla_sindrome_emolitico_uremica
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