L’indagine appartiene al Pune Maternal Nutrition Study, svoltosi in 6 villaggi rurali vicino a Pune, in India; l’obiettivo della ricerca è stato quello di studiare l’associazione tra dimensioni e proporzioni del corpo alla nascita e crescita durante i primi anni dell’infanzia, per valutare il grado di rischio nello sviluppo di patologie cardiovascolari e diabete al compimento del sesto anno di vita. La ricerca trova la propria giustificazione nel fatto che l’Asia meridionale è il paese nel quale si registra il più alto tasso di diabete di tipo 2 al mondo e nel quale vi è una grande prevalenza di malattia cardiovascolare, al punto che si prevede che, in quest’area, nel 2015 essa diventi la principale causa di morte. Su 762 neonati identificati agli esordi dell’indagine, i bambini che effettivamente hanno partecipato allo studio nel corso degli anni sono stati 698.
Su ciascun soggetto sono state effettuate un totale di 12 rilevazioni antropometriche, susseguitesi al ritmo di 1 ogni 6 mesi; durante i controlli sono stati indagati l’indice di massa corporea, l’aumento ponderale, la circonferenza della metà superiore del braccio e, in generale, le dimensioni/proporzioni del corpo.
Inoltre, al sesto anno di vita sono stati raccolti su tutti i soggetti specifici dati inerenti la composizione della massa magra e grassa e i fattori di rischio cardiovascolare (insulino-resistenza, pressione arteriosa, concentrazione e tolleranza al glucosio, livello dei lipidi plasmatici).
Vediamo i principali risultati.
In generale, rispetto ai riferimenti internazionali forniti dall’NCHS e dall’OMS, i bambini presi in considerazione dall’indagine erano più esili, magri e bassi.
Dall’analisi dei dati emerge che uno scarso accrescimento della circonferenza della metà superiore del braccio tra la nascita e i 6 mesi di vita si è associato ad un aumentato rischio di insulino-resistenza all’età di 6 anni.
Invece, dopo i 6 mesi di vita, maggiore altezza, peso corporeo e più rapida crescita sono stati associati sia ad insulino-resistenza che a più alti livelli pressori a 6 anni, dimostrandosi fattori predittivi di un BMI elevato più forti rispetto alla stessa presenza di massa grassa.
Inoltre, i risultati dell’indagine mostrano che dimensioni maggiori alla nascita e rapida crescita del bambino nella prima infanzia si correlano al dato “corpo esile e magro” e ad un probabile aumentato rischio di malattia cardiovascolare a 6 anni di età; tuttavia, tali associazioni sono relativamente deboli e sicuramente hanno una minore forza rispetto a quelle che si registrano durante la crescita (in peso e altezza) negli anni successivi al sesto.
Durante il resto dell’infanzia che alcuni elementi caratteristici di una rapida crescita (fra i quali peso, altezza, circonferenza della parte superiore del braccio e tipologia di epidermide) possono associarsi tra loro, incrementando in modo tangibile il rischio di sviluppare disturbi cardiovascolari e diabete di tipo 2.
Ciò che colpisce è il fatto che tali associazioni siano state rintracciate in una popolazione rurale indiana, tra bambini che si accrescono lentamente, molti dei quali potrebbero essere classificati come “denutriti” secondo la definizione dell’OMS.
I risultati ottenuti potrebbero non essere generalizzabili alle popolazioni nei paesi occidentali, laddove i bambini nascono con un peso maggiore e rimangono “più grandi” per tutta l’infanzia rispetto ai soggetti indagati; tuttavia, queste informazioni sarebbero forse sfruttabili su un grande numero di paesi in via di sviluppo.
Per questa ragione, lo studio è adesso in fase di standardizzazione e i ricercatori stanno ampliando la loro popolazione-campione; prossimamente saranno quindi disponibili risultati ancora più definiti.
Fonte
Newborn size, and childhood growth, and cardiovascular disease risk factors at the age of 6 years; The Pune Maternal Nutrition Study
Su ciascun soggetto sono state effettuate un totale di 12 rilevazioni antropometriche, susseguitesi al ritmo di 1 ogni 6 mesi; durante i controlli sono stati indagati l’indice di massa corporea, l’aumento ponderale, la circonferenza della metà superiore del braccio e, in generale, le dimensioni/proporzioni del corpo.
Inoltre, al sesto anno di vita sono stati raccolti su tutti i soggetti specifici dati inerenti la composizione della massa magra e grassa e i fattori di rischio cardiovascolare (insulino-resistenza, pressione arteriosa, concentrazione e tolleranza al glucosio, livello dei lipidi plasmatici).
Vediamo i principali risultati.
In generale, rispetto ai riferimenti internazionali forniti dall’NCHS e dall’OMS, i bambini presi in considerazione dall’indagine erano più esili, magri e bassi.
Dall’analisi dei dati emerge che uno scarso accrescimento della circonferenza della metà superiore del braccio tra la nascita e i 6 mesi di vita si è associato ad un aumentato rischio di insulino-resistenza all’età di 6 anni.
Invece, dopo i 6 mesi di vita, maggiore altezza, peso corporeo e più rapida crescita sono stati associati sia ad insulino-resistenza che a più alti livelli pressori a 6 anni, dimostrandosi fattori predittivi di un BMI elevato più forti rispetto alla stessa presenza di massa grassa.
Inoltre, i risultati dell’indagine mostrano che dimensioni maggiori alla nascita e rapida crescita del bambino nella prima infanzia si correlano al dato “corpo esile e magro” e ad un probabile aumentato rischio di malattia cardiovascolare a 6 anni di età; tuttavia, tali associazioni sono relativamente deboli e sicuramente hanno una minore forza rispetto a quelle che si registrano durante la crescita (in peso e altezza) negli anni successivi al sesto.
Durante il resto dell’infanzia che alcuni elementi caratteristici di una rapida crescita (fra i quali peso, altezza, circonferenza della parte superiore del braccio e tipologia di epidermide) possono associarsi tra loro, incrementando in modo tangibile il rischio di sviluppare disturbi cardiovascolari e diabete di tipo 2.
Ciò che colpisce è il fatto che tali associazioni siano state rintracciate in una popolazione rurale indiana, tra bambini che si accrescono lentamente, molti dei quali potrebbero essere classificati come “denutriti” secondo la definizione dell’OMS.
I risultati ottenuti potrebbero non essere generalizzabili alle popolazioni nei paesi occidentali, laddove i bambini nascono con un peso maggiore e rimangono “più grandi” per tutta l’infanzia rispetto ai soggetti indagati; tuttavia, queste informazioni sarebbero forse sfruttabili su un grande numero di paesi in via di sviluppo.
Per questa ragione, lo studio è adesso in fase di standardizzazione e i ricercatori stanno ampliando la loro popolazione-campione; prossimamente saranno quindi disponibili risultati ancora più definiti.
Fonte
Newborn size, and childhood growth, and cardiovascular disease risk factors at the age of 6 years; The Pune Maternal Nutrition Study
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